Molte persone hanno il dubbio che il loro cane non sia appagato, che non faccia abbastanza oppure lamentano il fatto che il cane non essendo abbastanza stanco poi non si rilassi e dunque si chiedono come far stancare il loro compagno a quattro zampe.
Proviamo a dare una risposta a questa domanda e per farlo, come al solito, partiamo dalla natura stessa di questa specie animale. Il cane (Canis lupus familiaris) è a tutti gli effetti un predatore e un esploratore, un animale che ha in sé tutta una serie di caratteristiche che lo spingono a fare molto.
La natura del cane
Per esempio possiamo considerare come questo predatore caccia le prede, o meglio, come lo fanno i predatori a lui affini, diciamo i suoi cugini più stretti: i lupi. Come i lupi, il cane ha la natura del trottatore infaticabile che come strategia utilizza il lungo inseguimento al trotto intervallato da tratti di corsa veloce, di scatti. In pratica è proprio costruito per risparmiare energia e fare parecchio movimento.
Quindi, stancare un cane fisicamente non è certo una cosa facile, ma cosa intendiamo con la parola “cane”? Infatti se quanto detto è proprio della specie non dobbiamo dimenticarci che noi viviamo sì con cani, ma che hanno subito diverse pressioni selettive artificiali, e quindi abbiamo cani come i Levrieri, creature disegnate dal vento, che sono stati selezionati per la corsa veloce, con toraci profondi, schiene flessuose e arti lunghi, e poi cani come il Carlino, che certamente non è stato selezionato per la corsa, né breve né lunga né veloce. Quindi, stancare fisicamente un cane la cui selezione artificiale ha reso la normale respirazione un affanno è relativamente facile, oltre che molto rischioso, mentre stancare un Setter inglese o un Siberian Husky è tutt’altra cosa.
Ma attenzione: non dobbiamo focalizzarci sulla “stanchezza” muscolare, questa si recupera abbastanza rapidamente e non è detto che sia fonte di appagamento. Varia da individuo ad individuo, e non solo per le caratteristiche morfologiche, ma soprattutto per quelle cognitive e psicologiche.
La stanchezza e l’appagamento
Se mettiamo da parte la stanchezza fisica, l’anatomia del cane che vive con noi e siamo alla ricerca di qualcosa che appaghi il nostro beniamino peloso, allora dobbiamo rivolgerci alla stanchezza cognitiva. Quindi non già puntare sull’affaticamento muscolare, sull’acido lattico, sull’affanno respiratorio, ma sul consumo di energie di altro tipo. È vero che i cani sono predatori tallonatori, che inseguono per lunghe distanze, infaticabili, le loro prede fino a portarle allo sfinimento, ma è anche vero che il cane ha un etologia differente dai suoi cugini con i quali condivide dei tratti.
In realtà il cane è un perlustratore nato: un animale che impegna molto del suo tempo nel cercare e scovare più che nell’inseguire le prede. In sostanza fiuta usando energia cerebrale in quantità in questo tipo di attività. Quindi proporre al nostro cane lunghe passeggiate in luoghi olfattivamente coinvolgenti ed interessanti per lui sarà un buon modo per fargli consumare molta energia e dar lui appagamento. Anche se all’apparenza non sembrerà che il cane abbia fatto poi chissà che in realtà dopo un’intensa esplorazione olfattiva il nostro compagno a quattro zampe si butterà a riposare in cuccia, o sul divano, soddisfatto e appagato.
Un comune errore
Molto spesso le persone sono portate a commettere uno degli errori più banali che non tiene presente i basilari principi dell’allenamento fisico. Tanto più un cane sarà spinto a fare attività fisica con lo scopo di stancarlo tanto più lo si allenerà a sopportare la fatica e il suo bisogno di appagamento crescerà di giorno in giorno.
Pensiamoci bene: le prime volte che siamo usciti di casa per fare un po’ di footing dopo pochi chilometri eravamo stanchi morti ma il giorno seguente siamo riusciti a fare un po’ di più, e poi ancora un po’ di più. Quindi se il nostro scopo è quello di appagare e stancare il cane utilizzando questo metodo è chiaro che ogni giorno dovremmo alzare l’asticella. Naturalmente, anche in questo caso, stiamo attenti a non esagerare, l’eccessivo stress fisico e affaticamento possono essere fonte di profondo malessere, possono essere un vero e proprio maltrattamento.
Soprattutto quando il nostro cane ha subito una pressione selettiva attraverso l’indiscriminata selezione dei riproduttori che lo portano ad essere un cane incapace di limitarsi e di comprendere quando rallentare e fermarsi, se non fino allo sfinimento, al colpo di calore, financo alla morte.
La consapevolezza della scelta
Certamente ci sono delle valutazioni che dovremmo fare a monte, quando scegliamo il nostro compagno canino. Ci sono razze e tipologie di cani che hanno una motivazione cinestesica molto spiccata, ossia un desiderio molto acceso di fare movimento. Questi cani richiedono di essere impegnati nella perlustrazione e nel movimento in modo maggiore rispetto agli altri. Pena forte disagio e stress, cose che si manifestano poi sotto forma di comportamenti problematici. La carenza di movimento e di esperienze all’esterno della nostra casa per i cosiddetti “cani da lavoro”, che in gergo tecnico sono rappresentati da certe linee di sangue allevate per essere particolarmente reattive e bisognose di un costante impegno, sono un vero problema da gestire.
Se siamo persone sedentarie o se comunque abbiamo poche possibilità di fare movimento con il nostro cane in modo costante e continuativo, andremo incontro alla grande difficoltà di soddisfare il nostro cane, ci sarà difficile appagarlo, renderlo felice. Sono cose queste da non prendere con leggerezza, ne va anche della serenità della nostra convivenza con lui. Quindi il suggerimento, quando possibile, prima di decidere di prendere con sé un cane – in realtà a prescindere dal tipo di cane questo suggerimento vale in generale – riflettiamo su cosa ci piace fare, e su cosa effettivamente facciamo ogni giorno della nostra vita. Un conto è sognarsi mentre si fa la maratona di New York o la Stramilano con accanto il nostro beniamino, avvolti dalla dorata luce di uno splendido pomeriggio limpido, e un conto farlo veramente, e allenarsi per quello.
Quando il nostro cane non viene appagato
A cosa possiamo andare incontro quando al nostro cane non offriamo la giusta dose di attività sia fisiche che cognitive? Beh, a seconda del soggetto e delle sue caratteristiche, si possono manifestare diversi problemi, che vanno dall’apatia, l’isolamento, alla distruttività di oggetti fino ai comportamenti autolesionistici o aggressivi nei confronti dei suoi simili e delle persone. Sì, anche dei suoi famigliari, nei casi più gravi.
Abbiamo già trattato qui su Kodami argomenti come la noia e abbiamo visto che oltre al poco movimento un animale dotato di una così spiccata intelligenza ha bisogno di impegnarsi in attività di vario tipo. Insomma, se lo depriviamo dell’appagamento richiesto dalle caratteristiche che la natura gli ha dato in quanto specie, o peggio, di quelle che la selezione artificiale ha reso ipertrofiche in lui, andiamo incontro alla frustrazione e allo stress, come detto sopra. In generale, per la vita che conduciamo, i cani si devono adattare ad una quotidianità con poche stimolazioni, spesso monotona e solitaria. Tra le altre cose, prima di prendere con noi un compagno canino, specie se lo scegliamo sono assecondando le nostre irreali fantasie, dovremmo anche chiederci se conduciamo una vita che possa essere adeguata ad un cane, a prescindere dalle sue caratteristiche.
Comportamenti come il rosicchiare scarpe e mobili, soprattutto in età adulta, tirare al guinzaglio come dei forsennati senza meta, l’agitazione continua, l’abbaio frenetico e isterico, possono essere sintomi, tra le altre cose, di una vita in genere poco appagante, frustrante e priva di stimolazioni adeguate. E arrivati ad un certo punto, quando magari ci siamo accorti troppo tardi della situazione, o abbiamo commesso l’errore di pensare che le cose si sarebbero risolte da sole, così, per magia, senza far nulla per cambiare le condizioni generali di vita del nostro cane, dobbiamo chiedere l’aiuto di un professionista, che sia un educatore cinofilo, o un medico veterinario esperto in comportamento, a seconda del caso.
Non sempre è facile porre rimedio a certe situazioni, ma è certamente impossibile farlo se noi stessi non siamo disposti a cambiare nulla della vita che conduciamo. Il cane avrà maggior possibilità di ritrovare equilibrio solo se il contesto, l’ambiente, che lo circondano cambieranno. «È sciocco – diceva Albert Einstein – aspettarsi risultati differenti facendo sempre la stessa cosa!». Come dargli torto?
Rimedi
Cosa possiamo fare dunque? Ci sono alcune attività che possono aiutare il nostro cane ad essere appagato e felice, ma non ne esistono che vanno bene per tutti allo stesso modo. Qui la variabilità di caratteri, bisogni, desideri è rappresentata da un ventaglio infinito di possibilità. Quindi è importante comprendere cosa piace al nostro cane, il che implica conoscerlo, e purtroppo non è una cosa da dare per scontata solo perché vive nella nostra casa, soprattutto se il tempo che gli dedichiamo è veramente esiguo. A parte casi molto particolari, una cosa che generalmente dà appagamento ai cani è il fare passeggiate in posti nuovi e stimolanti, soprattutto da un punto di vista olfattivo, il che significa ingegnarsi nel trovare differenti luoghi dove portare a spasso il nostro cane, non sempre nello stesso, in modo da alternare le uscite e far sì che il nostro cane scopra odori nuovi, ogni giorno, o quasi.
Giocare con lui
Passare del tempo insieme è già di per sé qualcosa di appagante, alle volte è sufficiente per lui starci vicino, osservarci fare le nostre cose e di tanto in tanto essere coinvolto. Certamente fare attività ludica insieme appaga anche il bisogno di cooperazione proprio di questa specie. Il fatto è che per molti “giocare” con il cane si limita ad una serie infinita di lanci di legnetti e palline, in un modo che ha del maniacale.
Le attività predatorie certo vanno bene ma non dovrebbero essere le uniche: esistono molti giochi che si possono fare insieme, per esempio delle ricerche olfattive, e lo ribadiamo perché troppo spesso non si tiene conto che il senso elettivo per il cane è l’olfatto e non la vista come è per noi, tenute conto delle eccezioni e dei casi particolari ovviamente. Dato che l’olfatto è il senso al quale una grande porzione del cervello del cane è dedicata, ne consegue che il suo utilizzo richiede il dispendio di una grande quantità di energie, questo significa che fiutare è a tutti gli effetti un’attività impegnativa e stancante.
Nella categoria “Attività ludiche” potremmo anche inserire le attività sportive da fare insieme: ce ne sono di tutti i tipi e ogni giorno ne nasce una nuova. Praticare uno sport significa molte cose non solo l’attività in sé ma il trovarsi con altre persone che condividono i nostri interessi e l’opportunità di fornire esperienze relazionali al nostro cane, sia con i suoi simili che con persone nuove. Qui non si intende fare attività agonistica, ma prendere un impegno con sé stessi e con il proprio compagno canino da rispettare con costanza.
Problem solving
Esistono poi i giochi detti di Problem solving, ossia giochi di attivazione mentale. Fatta pace con la definizione, di fatto non esistono attività che non attivino la mente del cane: questi sono giochi studiati per sviluppare nel cane l’intuizione, l’esplorazione, la soluzione di piccoli problemi. A parte i vari giochi in commercio è possibile costruirne con oggetti d’uso comune.
I migliori per dare appagamento e impegnare il cane sono quelli dove è spinto a scovare e cercare, per esempio mettendo una serie di profumati bocconcini dentro palle di carta di giornale a loro volta ammucchiate dentro ad uno scatolone. Il cane ci tufferà la testa seguendo l’odore dei bocconcini che raggiungerà distruggendo l’involucro di carta di giornale. Questo darà appagamento sia per l’intensa stimolazione olfattiva che per il comportamento di dissezione delle palline di giornale, comportamento che richiama una delle fasi finali della caccia, ossia lo smembramento della preda, cosa che per ovvi motivi i nostri cani non possono attuare mai, o quasi. Dipende anche dal tipo di alimentazione che gli viene data. Per esempio se un cane vien alimentato con crocchette difficilmente potrà mettere in atto una sequenza comportamentale del genere, diverso se invece ha una dieta di carne cruda e ossa polpose (come la Barf).
Ci sono anche giochi o attività che il cane può fare in autonomia, chiamiamoli pure “solitari”: come per esempio i Kong nelle varie fogge e tipologie. Altro non sono che oggetti fatti di una particolare gomma resistente, nelle cui cavità si può infilare del cibo che il cane si impegnerà nel raggiungere. Questi giochi danno anche un altro tipo di appagamento, infatti il cane dotato di una bocca fatta apposta per mordere, spezzare e dilaniare, raramente può appagare queste sue qualità. Ecco che questo tipo di oggetti possono fornire soddisfazione, quella di strizzarli usando i potenti Masseteri (muscoli masticatori) di cui i cani sono ben forniti e che non utilizzano quasi mai. Questi forniscono una buona dose di appagamento e tendono a rilassare il cane, infatti non di rado si possono vedere cani che spingono l’oggetto nelle retrovie della bocca per poter premere con i gli ultimi molari, quei denti fatti per spezzare le ossa, e socchiudere gli occhi in una sorta di trance data dal piacere. Una vera e propria estasi.
Attenzione però alla troppa irrequietezza
Una cosa molto importante da tener però presente è che se il nostro cane ci appare irrequieto, tendente all’iper-attività, non è affatto detto che questo sia dovuto esclusivamente ad una carenza di movimento o di attività giornaliera (cosa che comunque è tra le più probabili). Alle volte questo stato alterato del carattere può invece essere sintomo di un malessere di altro tipo. Quindi, per evitare di sottovalutare la situazione e lo stato di benessere del nostro cane, è sempre consigliabile chiedere il parere di un istruttore cinofilo o di un veterinario esperto in comportamento, non sempre le cose ci appaiono per quello che sono.