KODAMI ZOOM
episodio 9
2 Novembre 2022
17:11

Come fanno le lucertole a farsi ricrescere la coda?

Le lucertole decidono di separarsi dalla loro stessa coda per distrarre i predatori. Questa loro capacità si chiama “autotomia” e, una volta che avviene, la coda continua a muoversi. Ma come fanno le lucertole a farsi ricrescere la coda una volta persa?

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Come fanno le lucertole a farsi ricrescere la coda? Più volte ci è capitato di vedere, soprattutto quando eravamo più piccoli, una coda di una lucertola muoversi da sola, lontano dal resto del corpo. Qualche barbaro che per gioco le tortura, ahimè, c’è sempre, ma vi svelo un segreto: quello della coda della lucertola è un paradosso, perché sono le lucertole che decidono di separarsi dalla loro stessa coda. Esattamente: si auto-mutilano. Questa loro capacità si chiama “autotomia” e, una volta che avviene, la coda continua a muoversi per uno scopo preciso: far impazzire i predatori distraendoli, così la lucertola, nel frattempo, può darsela a gambe.

Come fanno le lucertole a perdere la coda

Ecco come avviene: della perdita della coda il rettile ha il pieno controllo. Quand’è il momento riesce a causarne la rottura contraendo violentemente la muscolatura del “di dietro”. Riesce persino a spezzare la spina dorsale, questo perché ci sono i cosiddetti “piani di frattura”, ovvero, punti deboli dove è più facile tagliare la coda se necessario. Immaginateli come il disegno tratteggiato che seguiamo con le forbici.

Chiariamo bene però: non tutte le lucertole hanno questa capacità. Delle circa 5.500 specie che conosciamo, in generale tutte quelle che usano la coda per eseguire alcune attività indispensabili per la loro vita quotidiana, hanno meno probabilità di autotomizzarsi. I camaleonti ad esempio usano la coda per arrampicarsi, mentre i basilischi per correre sull’acqua, mentre svolgono queste attività sarebbe difficile perdere la coda a comando.

Per quanto l’autotomia sia un fenomeno affascinante, è un comportamento dai costi molto alti: innanzitutto le lucertole sentono dolore quando perdono la coda e poi, essendo questa un serbatoio di grasso, rinunciano a talmente tanta energia che se un predatore non mangia l’intera coda, la lucertola potrebbe tornare indietro e mangiarla per recuperare parte delle kilocalorie perse.

Perché la coda delle lucertole continua a muoversi?

Caduta la coda questa continuerà ad agitarsi per un tempo variabile che non supera mai i due minuti. La coda si muove da sola grazie alle fibre nervose. La contrazione dei muscoli per l’amputazione, viene trasmessa dal corpo alle cellule nervose della coda, sotto forma di impulso elettrico. Queste cellule continuano a trasmettere l’impulso anche se non più attaccate al corpo. Così la coda si muove con quei movimenti incontrollati tipici, propriamente detti miospasmi (ovvero spasmi dei muscoli). Il movimento dura poco poiché le cellule, non avendo più impulsi dal corpo, non potranno più propagare nessuna elettricità e il movimento inevitabilmente si arresta.

Quanto ci mette una lucertola a rigenerare la coda?

Ma quanto tempo passa prima che la coda ritorni bella come prima? Rigenerazione è il nome del processo di ricrescita e vi dirò una cosa che forse vi sorprenderà: in un senso puramente biologico, tutti gli esseri viventi si rigenerano, anche gli esseri umani. Non siamo forse in grado di guarire da una ferita? Tutte le specie possono eseguire questo processo in una certa misura: da quelle capaci di far ricrescere una parte del proprio corpo, fino alle specie che riescono a rigenerare l’intero organismo. La chiave si trova in una riserva di cellule “aggiustatutto”, si tratta delle cellule staminali. Cellule che si moltiplicano in loop, generando nuove cellule che possono ricoprire ruoli diversi: quella che va a ricostruire i nervi, quella che va a ricostruire l’osso, poi c’è quella che aiuta a mettere a posto la circolazione, costruendo così nella lucertola la coda nuova. Nella lucertola la rigenerazione non è un processo istantaneo. Loro impiegano più di 60 giorni per rigenerare una coda che funzioni. Anche se la velocità di rigenerazione non è sempre la stessa, dipende dalla frequenza con cui avviene. Se si verifica molte volte, l’arto si può rigenerare con una tale rapidità che può addirittura succedere che si sviluppino due code contemporaneamente.

Perché noi non possiamo farci ricrescere parti del corpo?

Nel complesso l’autotomia è un affascinante adattamento evolutivo ma che, come abbiamo visto, si paga a caro prezzo. Ci sono altri animali come la salamandra, il pesce bichir e il pesce zebra, in grado di rigenerare diverse parti del corpo. L'axolotl è particolarmente speciale in quanto può far ricrescere completamente i propri arti, addirittura gli organi e persino parti del cervello. Sorge spontaneo chiedersi: ma se si rigenerano così tante specie animali, perché noi non possiamo farlo?

Gli esseri umani in realtà possono rigenerare alcuni organi, ad esempio il fegato. La pelle e gli annessi cutanei, come unghie e peli, sono costantemente rinnovati. I meccanismi di questo processo di guarigione sono praticamente gli stessi di quelli usati dagli altri animali per rigenerare gli arti persi. Sembra assurdo ma, se ci pensiamo, quando veniamo concepiti sono le staminali che danno origine a tutto il corpo: ogni vivente si forma sempre a partire da una sola cellula. E, il direttore d’orchestra di questa crescita, sono i geni. Noi condividiamo con le lucertole 302 geni rigenerativi su 326. Però, per essere come loro questo non basta, ci vuole anche una precisa ricetta genetica, ovvero: oltre agli stessi geni, è necessario che questi si attivino seguendo un particolare ordine. È possibile quindi iniettarci cellule staminali o usare qualcosa per cambiare l’ordine di espressione dei nostri geni così da farci ricrescere parti del corpo? Suona come fantascienza, eppure sembra di sì. Per questo motivo le prospettive si concentrano sulla medicina rigenerativa. La ricerca va avanti su più fronti e i successi con l’utilizzo delle staminali sono stati ottenuti nel trattamento di grandi ustioni, ricostruzione della cornea, trattamento di malattie del sangue e trapianto di midollo. Ma questo è tutt’altro discorso e non mi dilungo oltre. È incredibile come gli altri animali ci facciano scoprire ogni giorno grandi capacità.

Sono una ragazza che dopo qualche anno di veterinaria ha scoperto la sua passione: lo studio del comportamento degli animali, incluso l'uomo, in un'ottica comparata. Questa scienza, ancora sconosciuta, si chiama "Etologia" e mi aiuta a non smettere mai di conoscere cose sulla natura, sugli animali, su di noi e sulla nostra storia.
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