INCONTRI SELVAGGI
episodio 11
27 Dicembre 2023
15:13

Come fanno i ricci ad accoppiarsi senza pungersi? La risposta e altre curiosità sulle spine

Nonostante le spine, il riccio riesce ad accoppiarsi senza pungersi. Ci riesce perché l'estremità che si infila nella pelle si assottiglia e si piega di 60°, evitando così di ferire la pelle. Ma questa non è l'unica curiosità sul riccio e le sue spine.

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Nel fitto panorama della fauna europea, il riccio emerge come una creatura affascinante e misteriosa, una piccola palla di sorprese protetta da una corazza di spine. Ma non lasciatevi ingannare dalla sua dimensione modesta. Il riccio europeo, con il suo comportamento unico e le sue strategie di difesa distintive, è molto più di un semplice animale: è un enigma vivente.

In assenza delle spine il corpo del riccio è rivestito da fasce muscolari. Sono questi muscoli che gli consentono di eseguire la sua famosa "chiusura a palla". La fascia muscolare che avvolge il corpo si contrae e, come quando chiudiamo le borse con la coulisse, costringeranno le zampe e la testa a unirsi mentre tutto il resto del corpo si avvolge nella pelle ricoperta di spine. Questa è una strategia difensiva che gli permette di proteggere gli organi vitali da eventuali attacchi.

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Ma c'è di più nella difesa del riccio. A volte, questo piccolo animale adotta un approccio più attivo, come balzare davanti al nemico con tutte le spine erette, come l'istrice. Oltre le spine, questo mammifero ha alcune tattiche inaspettate. Per esempio, può letteralmente ricoprirsi di saliva o sorprenderti con il suo apparato riproduttore un po' atipico.

Le spine del Riccio

Iniziamo col dire che le famose "spine" non sono altro che peli che si sono modificati nel tempo diventando sempre più duri. Sono fatti di cheratina esattamente come i peli di altri animali o come i nostri capelli. Sul dorso di questo mammifero spinoso, infatti, se ne contano tra le 3500 e le 7000.

Grazie alla sua pelliccia spinosa, il riccio può sopportare una pressione 200 volte superiore rispetto a quella che lo schiaccerebbe senza questa protezione. Questa resistenza è da attribuibile alla struttura unica di ciascuna spina, che ricorda quella di un agrume tagliato a metà. Guardando una sezione trasversale di questo accessorio, la parte esterna è estremamente robusta, poiché è rinforzata da fibre di cheratina, una proteina fibrosa resistente che costituisce anche unghie e artigli. La cheratina non si dissolve in acqua ed è indigeribile, spiegando perché i gatti sputano palle di pelo e perché si possono trovare peli e piume nelle feci dei carnivori. Al contrario, la parte interna delle spine è più morbida, simile al cuore di un agrume. Questa combinazione di caratteristiche conferisce alle spine del riccio sia robustezza che elasticità, permettendo loro di assorbire gli impatti in modo efficace. In sintesi, la struttura unica delle spine, con la sua doppia consistenza, costituisce una difesa sorprendentemente efficace che contribuisce al successo adattativo di questo affascinante animale.

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La spina è progettata in modo che l'estremità che si infila nella pelle, si assottigli e si pieghi di 60°, evitando così di ferire la pelle. La particolarità sta nel fatto che le spine sono collegate alla cute, consentendo al riccio di muoverle e di orientarle a suo piacimento. Questa capacità è fondamentale quando si tratta di accoppiarsi, poiché i ricci possono controllare e dirigere le spine in modo che non puntino verso il partner, adottando posizioni che minimizzano il rischio di ferirlo.

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Inoltre durante l'accoppiamento, il pene del riccio maschio è dotato di un adattamento speciale che contribuisce a evitare ferite: si estende attraverso uno spazio tra le spine. L’organo sessuale in questo caso è davvero molto particolare.

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Si tratta di un pene di dimensioni notevoli rispetto al corpo, con una lunghezza media di 7,2 cm. Per quanto riguarda la sua forma, viene spesso associata a quella di alcuni fiori come quello della calla o del giglio. Questa struttura non è solo esteticamente particolare, ma ha una funzione pratica: facilita l'ancoraggio alla femmina, contribuendo così a incrementare il successo riproduttivo della specie.

Circa un mese dopo un incontro di successo, la madre è in grado di partorire cuccioli spinosi senza subire danni all'apparato riproduttore, poiché i feti sono avvolti da un rivestimento fluido intorno alle spine, che agisce come un cuscinetto ammortizzatore. È interessante notare che le nuove spine, chiamate "di prima generazione", non sono ancora completamente sviluppate al momento della nascita; si schiudono completamente entro le prime 24 ore e raggiungono la loro lunghezza completa entro il primo mese di vita.

I ricci neonati sono dotati di un sistema per evitare di ferire la madre, ma i ricci non usano precauzioni verso chi cerca di cacciarli, come dimostrato da un episodio in cui un serpente ha cercato di ingoiare un riccio. Il serpente ha prontamente capito l'errore commesso e ha deciso di desistere dal pasto. Tuttavia, rigurgitare un animale spinoso si è rivelato un compito arduo, portando a una tragica fine per entrambi a causa delle spine del riccio.

Ricopre le spine di saliva

Il fenomeno noto come "Self-Anointing" o "auto-unzione". Quando il riccio percepisce la presenza di sostanze intriganti, come profumi, odori nuovi, alimenti o certe sostanze aromatiche, inizia a produrre saliva che successivamente distribuisce sulle spine e sulla pelliccia, leccandosi. Questo comportamento insolito può perdurare anche per diverse ore, durante le quali il riccio sembra completamente assorto, quasi ignorando ciò che lo circonda e esponendosi a potenziali rischi. È come se entrasse in uno stato di "trance".

La ragione dietro questo comportamento non è ancora del tutto chiara. Sono state avanzate varie teorie per interpretare l'auto-unzione. Una delle ipotesi suggerisce che i ricci lo facciano per coprire il proprio odore con uno più intenso, così da sfuggire alla rilevazione da parte dei predatori. Questo potrebbe spiegare anche perché non sembrano preoccuparsi di rimanere esposti per così tanto tempo. Tuttavia, è importante sottolineare che questa è solo un'ipotesi e al momento manca ancora una spiegazione completa del comportamento.

Ricci e McDonald's: una storia di conservazione

Può sembrare insolito, ma per discutere di conservazione, prendiamo in considerazione il McFlurry, il rinomato gelato della catena di fast food più celebre al mondo. È particolare come un elemento così piccolo possa diventare un monito sulla nostra interazione con la natura. La confezione apparentemente insignificante di questo gelato si è trasformata in una minaccia per i ricci a causa di un semplice foro sul coperchio. Questo piccolo varco permetteva loro di infilare la testa per raggiungere la dolce soluzione rimasta, ma le loro spine, rimanendo incastrate nel bordo, li imprigionavano. Un singolo tappo si è trasformato in una minaccia significativa, tanto che nel 2006 McDonald's ha ridimensionato il foro nel coperchio per evitare incidenti simili.

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Dobbiamo tutti imparare da questo episodio e correggerci, non con gesti monumentali, ma con piccoli comportamenti, come non lasciare rifiuti in giro o evitare di dare da mangiare a questi affascinanti animali (ricordiamoci che sono carnivori e non possono tollerare il lattosio). Il caso del latte è intrigante: le madri allattano con un latte a basso contenuto di lattosio, rendendolo digeribile per i cuccioli.

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Per coloro che hanno giardini, l'incontro con i ricci è più probabile, quindi consiglio attenzione con i tagliaerba. Essi si confondono tra siepi, erba e foglie, e rischiano di subire danni dai nostri attrezzi. Anche se le loro spine non ci fanno male, dovremmo rispettarli e evitare il contatto diretto. L'unica eccezione è quando dobbiamo metterli al sicuro da situazioni pericolose, come spostarli dalla strada per proteggerli da veicoli in transito.

Nonostante gli incontri con i ricci siano abbastanza comuni, la comunità scientifica ci avverte che, entro 10 anni, potrebbero non esistere più a causa di comportamenti umani insostenibili. Dobbiamo concedere loro lo spazio necessario e rispettare la loro vita e il loro ambiente, che, peraltro, è anche il nostro. La sopravvivenza di queste creature affascinanti dipende dalla nostra responsabilità nei loro confronti e nei confronti del mondo che condividiamo con loro.

Sono una ragazza che dopo qualche anno di veterinaria ha scoperto la sua passione: lo studio del comportamento degli animali, incluso l'uomo, in un'ottica comparata. Questa scienza, ancora sconosciuta, si chiama "Etologia" e mi aiuta a non smettere mai di conoscere cose sulla natura, sugli animali, su di noi e sulla nostra storia.
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