Il quokka (Setonix brachyurus), è un piccolo marsupiale delle dimensioni di un grosso gatto domestico che vive in una piccolissima area nel sud-ovest dell’Australia Occidentale. Purtroppo a causa dello sviluppo agricolo, le dimensioni delle zone abitate da questo simpatico animale stanno via via diminuendo. Come se non bastasse, la sopravvivenza dei quokka è ulteriormente minacciata dagli incendi, ma c'è una nota interessante: un recente studio ha rivelato che i quokka hanno sviluppato un comportamento adattativo per evitare le zone soggette a incendi stabilendosi in aree dove il rischio che si verifichino è minore. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su International Journal of Wildland Fire.
Questa ricerca ha dimostrato in maniera convincente le notevoli capacità di adattamento dei quokka in risposta a eventi dannosi che coinvolgono le loro popolazioni. Risulta chiaro che questi marsupiali, oltre a essere noti come gli "animali più felici del mondo" per via della loro espressione sorridente, dimostrano una notevole intelligenza. Per giungere a questa conclusione, un team di ricercatori ha condotto un monitoraggio delle abitudini di 20 esemplari, sia prima che dopo l'insorgere degli incendi, per un periodo di due anni. Successivamente, è stato delineato per ciascun individuo il proprio home range, ovvero l'area solitamente frequentata durante le attività quotidiane come il riposo e la ricerca di cibo. Infine, sono state eseguite analisi comportamentali al fine di individuare eventuali modifiche nell'utilizzo dello spazio a disposizione da parte degli animali.
Dall'analisi dei dati è emerso che sei esemplari che in precedenza risiedevano in aree soggette a incendi hanno modificato radicalmente le loro abitudini. «Questi individui si sono trasferiti in "zone antincendio", evitando tratti di territorio ormai bruciati per una media di circa tre mesi», ha spiegato Leticia Povh, ricercatrice dell'Harry Butler Institute che ha guidato lo studio. «Dopo questo periodo di tempo, gli animali non hanno trascorso più del 2% del loro tempo nelle aree bruciate. Al contrario, gli esemplari che erano soliti risiedere in siti mai stati soggetti ad incendi, non hanno mai effettuato spostamenti da queste».
Attualmente eventi come gli incendi sono sempre più frequenti e disastrosi. Con il loro verificarsi, sono sempre di più le zone che vengono rese inaccessibili a migliaia di specie che, restando senza casa, sono costrette a spostarsi in luoghi non adatti alla loro sopravvivenza. I quokka, come molti altri animali, si affidano a una fitta copertura vegetativa per rifugiarsi dai predatori come il gatto selvatico e la volpe rossa. Pertanto, quando questa copertura viene distrutta dagli incendi, diventano eccezionalmente vulnerabili alla predazione. I ricercatori sostengono che sia cruciale delineare e preservare "zone antincendio" capaci di offrire cibo e riparo a questi animali, contribuendo in modo significativo alla sopravvivenza a lungo termine delle popolazioni di quokka e di altre specie con esigenze di habitat simili.
Questa ricerca fornisce spunti preziosi per coloro che si dedicano alla biologia della conservazione. Attraverso la comprensione delle modifiche comportamentali adottate dagli animali in risposta agli incendi, si ottiene una prospettiva chiara su come intervenire in modo efficace per la loro protezione. In questo caso, l'istituzione di zone antincendio di adeguate dimensioni e strategicamente collocate consente ai responsabili della gestione del territorio di contribuire attivamente alla salvaguardia degli habitat critici per specie vulnerabili, come il quokka.
In conclusione, il caso del quokka e la sua capacità di adattamento di fronte agli incendi offrono un potente insegnamento sulla resilienza della natura e sull'importanza di interventi mirati per la conservazione delle specie vulnerabili. Questa storia rappresenta l'ennesima dimostrazione che, di fronte alle sfide ambientali sempre più gravi, è cruciale adottare strategie proattive per preservare gli ecosistemi. Solo così possiamo sperare in un futuro sostenibile per le diverse forme di vita con cui condividiamo il Pianeta.