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9 Ottobre 2023
15:18

Un nuovo studio spiega come fanno i gatti a fare le fusa

Un nuovo studio rivela che le fusa dei gatti, così come i loro miagolii, si producono in modo automatico, senza richiedere contrazioni muscolari o input cerebrali costanti.

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gatto

A tutti fa piacere sentire le fusa del proprio gatto dopo una bella dose di coccole. Eppure non sono chiare le origini di questi suoni e le modalità attraverso le quali vengono prodotti dai nostri amici felini. Un nuovo studio internazionale pubblicato su Current Biology, potrebbe finalmente avere la risposta. I gatti domestici possiedono dei “cuscinetti”, incorporati nelle corde vocali, che aggiungono uno strato extra di tessuto adiposo che consente loro di vibrare a basse frequenze. Non solo: questo meccanismo non richiederebbe alcuna contrazione attiva dei muscoli, ma può avvenire automaticamente dopo l'input iniziale inviato dal cervello.

La maggior parte delle suoni emessi dai mammiferi, come anche i miagolii, vengono prodotti tutti in modo simile: un segnale proveniente dal cervello fa sì che le corde vocali si comprimono e il flusso d'aria attraverso la laringe fa sbattere le corde l'una contro l'altra centinaia di volte al secondo. Il problema sta nel fatto che i gatti, animali che pesano circa 5 kg, sono capaci di generare vocalizzazioni a bassa frequenza, tipicamente tra i 20 e i 30 hertz, suoni che sono soliti produrre animali molto più grandi, come gli elefanti, che hanno corde vocali molto più lunghe. Ed è per questo che le fusa sono state a lungo ritenute eccezionali: negli anni 70, infatti, la comunità scientifica ha avanzato l'ipotesi della contrazione muscolare attiva, ossia che le fusa venissero prodotte attraverso la contrazione e il rilassamento ciclici dei muscoli nelle corde vocali all'interno della laringe, richiedendo quindi input costanti da parte del cervello.

Il nuovo studio mette in discussione questa teoria. Studiando il funzionamento delle laringi di otto gatti deceduti, infatti, i ricercatori dell'Università di Vienna hanno osservato come qualsiasi suono prodotto, comprese le fusa, si verificasse senza contrazioni muscolari ripetitive o alcun input neurale ciclico. In particolar modo, hanno bloccato le corde vocali e hanno pompato aria calda e umidificata attraverso di esse. Isolando la laringe in questo modo, hanno garantito che qualsiasi suono prodotto avvenisse senza contrazioni muscolari o input dal cervello. Si tratta di un risultato sorprendente: senza alcun controllo neurale attivo, tutte le otto laringi hanno prodotto oscillazioni autosostenute a frequenze comprese tra 25 e 30 Hz.

Studi anatomici approfonditi hanno rilevato la presenza di strutture soprannominate "cuscinetti" incastonate nelle corde vocali. Gli anatomisti avevano già notato queste masse, ma nessuno sapeva quale potesse essere la loro funzione, tuttavia ora non è più così. «È possibile che questi “cuscinetti” aumentino la densità delle corde vocali, facendole vibrare più lentamente e consentendo ai gatti di produrre suoni a bassa frequenza nonostante le loro dimensioni relativamente piccole», spiega Christian Herbst, scienziato della voce con doppio incarico all’Università di Vienna e alla Shenandoah University e autore principale dello studio.

Da questa nuova scoperta, quindi, emerge che le fusa, così come i miagolii, sono suoni che vengono prodotti in maniera automatica dopo che il cervello ha inviati il segnale iniziale. Tuttavia, non si può essere del tutto certi di questi risultati. Bisogna tenere a mente che i ricercatori sono giunti a questa conclusione facendo esperimenti su corde vocali esportate da gatti deceduti. Come si può essere sicuri che le corde vocali dei gatti vivi si comportino allo stesso modo di quelle rimosse chirurgicamente come in questo studio? «Di solito un gatto fa le fusa solo quando si sente sicuro, a suo agio e soddisfatto, cosa che non sarebbe possibile se i felini avessero delle scomode sonde inserite nella laringe», afferma Herbst. «Finché gli scienziati non troveranno un modo per aggirare l’enigma, questo particolare gatto rimarrà probabilmente nel sacco».

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Alessia Mircoli
Dottoressa Magistrale in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi
Sono laureata in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi e la divulgazione scientifica è la mia passione. Durante il mio percorso ho scoperto il mondo del giornalismo scientifico e ho capito che è la mia strada. Sono estremamente affascinata dalla natura e da tutto ciò che ne fa parte, credo nell’importanza di diffondere un’informazione corretta sugli animali e l’ambiente.
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