I camaleonti (famiglia Chameleonidae) sono famosi in tutto il regno animale per la loro capacità di cambiare colore, una caratteristica che è addirittura entrata nel nostro linguaggio popolare, con l’aggettivo “camaleontico” che abitualmente adottiamo per indicare una persona dal comportamento mutevole. I camaleonti cambiano colore per diversi motivi: è utile per termoregolare, per difendersi da un predatore o nel comportamento sociale.
Variazioni dinamiche del colore si osservano, ad esempio, quando un maschio vuole corteggiare una femmina, o negli incontri agonistici tra due maschi: attraverso questi segnali cromatici dinamici essi si informano reciprocamente riguardo alle rispettive motivazioni e abilità, e così risolvono questi confronti prima di arrivare al contatto fisico, evitando un'escalation non necessaria.
Non sono gli unici a cambiare colore, in realtà: questa capacità si è evoluta in numerosi vertebrati e invertebrati, inclusi pesci, altri rettili, crostacei. In tutti questi animali, però, il cambiamento di colore avviene in un periodo di minuti o di ore mentre nei camaleonti, come anche nei polpi, è una questione di millisecondi o di secondi, e tale rapidità permette loro di adattarsi efficacemente ai cambiamenti ambientali e sociali.
Perché il camaleonte cambia colore?
Si sente dire spesso che il cambiamento di colore nei camaleonti riflette il loro "umore"; tuttavia, da un punto di vista scientifico, il concetto non trova fondamenti in senso stretto. In realtà, il cambiamento di colore può verificarsi in risposta a quattro tipologie di stimoli: la temperatura, la luce, lo stato fisiologico interno dell’animale, come quello riproduttivo, e la presenza nell’ambiente di prede, predatori o conspecifici.
Il cambiamento di colore nei camaleonti è possibile grazie alla presenza nella pelle di grandi cellule a forma di stella, dette "cromatofori". Nello specifico, avviene grazie alla riflessione e alla dispersione, da parte di queste cellule, della luce ambientale, che viene poi assorbita dai pigmenti chimici contenuti al loro interno.
Quanti colori può avere un camaleonte?
Esistono quattro tipi principali di cromatofori, ciascuno contenente diversi tipi di pigmento, grazie ai quali generano il rosso, l’arancione, il giallo, il blu, il nero e il marrone. La colorazione del camaleonte cambia in base al tipo, alla densità e alla disposizione dei cromatofori. Inoltre, l'entità del cambiamento e la gamma di colori mostrati sono caratteristici di ogni specie. Tra le oltre 150 specie della famiglia Chamaeleonidae, in alcune il cambiamento di colore è limitato ai cambiamenti di luminosità, ossia di sfumatura, mentre in altre si osservano notevoli cambiamenti cromatici.
Bibliografia
TOLLEY, K. A., & HERREL, A. (Eds.). (2014). The Biology of Chameleons (1st ed.). University of California Press.