Il leopardo (Panthera pardus) è il felino che possiede le maggiori capacità di adattamento ed è presente in tutta l’Africa subsaharaiana, in Medio Oriente, in India, in Estremo Oriente, sull’Himalaya, in Cina e nell’estremo Nord-Est della Russia. Questo animale è riuscito a sopravvivere in territori in cui gli altri grandi felini sono estinti da lungo tempo. Il leopardo delle nevi (Uncia uncia) è l'esempio più eclatante. Questa specie vive a oltre ai 6000 m di altezza con adattamenti davvero unici che gli permettono di sopravvivere.
Prendiamo le sue caratteristiche respiratorie: le cavità nasali di un leopardo delle nevi sono molto più grandi rispetto a quelle di tutti gli altri felini. In questo modo, ha la capacità di riscaldare l'aria fredda inalata prima che raggiunga i suoi polmoni. I polmoni non si raffreddano e, di conseguenza, il leopardo non si indebolisce, né rallenta, a causa del freddo. Può correre ad alte velocità al gelo e, così, cacciare. Spesso il leopardo trascina la sua preda, per farlo occorre una forza enorme, soprattutto dei muscoli del dorso. Sono stati osservati leopardi che trascinavano pesi superiori a 125 kg, potendo le sue prede essere yak, cervi, asini e cavalli. Spesso sono costretti a lottare contro altri predatori per difendere il bottino e quasi sempre hanno la meglio nei confronti di sciacalli, volpi e addirittura linci.
Anche gli ampi muscoli pettorali sono fondamentali purché si dimostri uno tra i più abili predatori. Questi ultimi aiutano a cacciare sulle rocce in verticale e, come ammortizzatori, attenuano gli impatti. Sono poi arrampicatori provetti, con le loro lunghe unghie retrattili riescono a scendere a testa in giù. Infine, come capacità di salto è secondo solo dal puma.
Le corte zampe anteriori contrapposte alla lunghezza di quelle posteriori, permettono al leopardo delle nevi di saltare con grande agilità su terreni rocciosi, bilanciandosi con la lunga coda. Le zampe di cui parliamo sono grandi circa due volte una mano umana, permettono all’animale di aver un buon appoggio quando si trova in cima alle rocce e, la fitta pelliccia tra le loro dita, fa sì che non sprofondino nella neve alta.
Ed ecco che arriviamo alle loro code: i felini delle nevi le utilizzano per bilanciarsi, come un timone. Per di più la coda, a volte più lunga dell’animale stesso, ha una pelliccia spessa 12 cm. Durante le notti gelide, il leopardo delle nevi la avvolge intorno al corpo come una coperta per tenersi al caldo.
Proprio perché questo animale si è adattato meravigliosamente a determinate caratteristiche ambientali, il cambiamento climatico, modificandole velocemente, minaccia la sua sopravvivenza. Così anche l’uomo che ha invaso quasi del tutto il suo habitat: il suo territorio si restringe sempre di più a favore degli allevamenti di bestiame. Questo ha diverse e gravi conseguenze, tra cui il calo delle prede naturali del felino e gli quindi gli attacchi, da parte di questo, al bestiame domestico. Ha attirato in questo modo l’odio degli abitanti della regione in cui vive. Un tempo agli allevatori era vietato arrostire la carne per evitare che il Dio delle montagne mandassi il suo cane – il leopardo le nevi – a uccidere il bestiame. Era anche proibito abbatterlo, altrimenti tutti i suoi peccati (cioè la strage di animali) sarebbero stati trasferiti su di loro. Oggi però questi timori non fanno più presa sui pastori, così viene perseguitato come “trofeo“ per la sua pelliccia e altre parti del corpo ritenute medicamentose, cacciato dei contadini e privato del suo spazio vitale. Gli sforzi per la conservazione sono basati sul diminuire il conflitto, creando una maggiore comprensione e protezione. Forse così si potrà impedire che questo animale incredibile scompaia per sempre.