I cani da guardiania sono uno strumento fondamentale, non solo per la protezione degli animali al pascolo ma anche per trovare il giusto modo di mitigare i conflitti fra allevatori e predatori. Dopo decenni, nei quali in Italia la presenza dei grandi carnivori era geograficamente limitata in poche aree, la loro diffusione, in modo particolare per i lupi, risulta essere fortemente aumentata tanto che oggi il lupo è presente in tutta la penisola, grazie a una spontanea ricolonizzazione dei territori.
È sempre bene ricordare che mentre per gli orsi del Trentino è stato fatto un progetto di ripopolamento, con tutte le questioni aperte che tutti conosciamo, la diffusione e la risalita della consistenza della popolazione lupina è stata del tutto spontanea, senza ricevere alcun aiuto umano. L’uomo ha solo modificato la sua presenza in molti luoghi, fatto che ha portato allo spopolamento delle montagne e in particolare della dorsale appenninica, e ha reimmesso sul territorio per fini venatori specie come i cinghiali, che da sempre hanno costituito la preda di elezione dei lupi.
In questo modo da poche decine di esemplari, arroccati prevalentemente in Abruzzo e Calabria prevalentemente, si è passati all’attuale consistenza, che secondo l’ultimo monitoraggio coordinato da ISPRA ha portato a stimare una presenza di circa 3.300 lupi. Questo ritorno, celebrato da biologi e naturalisti in quanto il lupo è un super predatore ai vertici della catena alimentare e fondamentale per il mantenimento degli equilibri faunistici, è visto con sentimenti opposti, che vanno dal rispetto all’odio, da quanti allevano bestiame al pascolo, un’attività che per decenni era stata praticata lasciando gli animali incustoditi, comportamento che oggi non più possibile. Per correttezza va detto che gli animali avrebbero dovuto essere sempre sotto il controllo umano, per prevenire rischi per le persone, per gli stessi animali ma anche per evitare episodi di abigeato –il furto del bestiame – che nelle regioni meridionali in particolare è un fenomeno ancora diffuso.
Grazie alla sensibilizzazione di molti enti gestori di aree protette e di associazioni, anche di categoria, gli allevatori sono stati esortati a proteggere i loro animali sostanzialmente con due tipi di protezione: i recinti elettrificati e i cani da guardiania, solitamente pastori maremmani o abruzzesi che da sempre sono istintivamente i migliori antagonisti dei predatori. Se questa scelta ha in gran parte risolto i danni da predazione, per quanti si sono attrezzati con strumenti di difesa, dall’altra ha creato qualche problema agli escursionisti, specie con cani al seguito, che frequentano le montagne, incrociando i cani messi a protezione degli animali al pascolo. Per i cani da guardiania gli animali rappresentano il patrimonio da difendere, insieme al territorio che li accoglie e sul quale vigilano. Animali che non devono essere avvicinati, attirati, chiamati e che, soprattutto, non devono interagire con i cani degli escursionisti, che in montagna devono essere sempre tenuti rigorosamente tenuti legati.
Una delle associazioni di allevatori più lungimiranti è Difesattiva, che insieme all’associazione Io Non ho paura del lupo e alla cooperativa Eliante, ha deciso di sensibilizzare tutti gli allevatori perché espongano sui pascoli dei cartelli di pericolo, che in effetti vogliono solo avvisare della presenza di bestiame e cani. Illustrando agli escursionisti i corretti comportamenti da tenere quando si entra in “zone protette” dove è sempre necessario avere comportamenti responsabili. Molte delle persone che frequentano la montagna sono i primi fautori della necessità di proteggere il lupo e, per coerenza, devono essere consapevoli che i territori di montagna sono abitati da allevatori e animali selvatici.
Un comportamento educato è quindi necessario per rispettare le esigenze di entrambe le realtà, se si vuole contribuire a consolidare un equilibrio che resta, comunque precario. Quando si vedono i cartelli che segnalano la presenza di cani da guardiania è importante seguire poche semplici regole:
- Non correre e scendere sempre dalla bicicletta, portandola a piedi;
- Tenere i cani sempre legati e stare a debita distanza dai cani da guardiania;
- Non cercare di farli avvicinare e non offrire loro da mangiare;
- Non mettere in atto gesti minacciosi, come agitare un bastone e non avvicinarsi agli animali al pascolo, anche se i cani sono lontani o sembrano non essere presenti;
- Evitare di portare nelle escursioni femmine in estro, un’avvertenza poco conosciuta ma che invece ha una sua importanza
Per avere tutte le informazioni del caso e conoscere un progetto di convivenza importante, che contribuisce a spezzare l’assedio degli allevatori ai grandi carnivori, il consiglio è quello di visitare il sito caniprotezionebestiame.it