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8 Febbraio 2024
15:33

Come erano fatti gli squali preistorici? Nuove specie identificate negli Stati Uniti

La scoperta di diverse specie di squali preistorici ha permesso agli scienziati di capire come sono riusciti a sopravvivere a lungo, affrontando diverse condizioni climatiche e diverse estinzioni di massa.

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Nel corso dell'ultima settimana diversi studi hanno presentato delle nuove specie di squali preistorici che hanno abitato le acque dell'oceano primordiale. Tutte sono state trovate negli Stati Uniti in giacimenti e in Stati diversi e ci danno la possibilità di dare uno sguardo alle profondità misteriose del Carbonifero (359-299 milioni di anni fa) e del primissimo Paleocene (65-64 milioni di anni fa).

Il primo studio è stato pubblicato all'interno del Parks Stewardship Forum, una piattaforma scientifica in cui i ricercatori californiani dell'Università di Berkley e dell‘Università dell'Alabama pubblicano gratuitamente i loro articoli. Sono due le nuove specie di squali ctenacanti identificate che vissero nell'attuale regione del Kentucky durante il Carbonifero: questi squali provengono dal giacimento fossilifero del Parco nazionale di Mammoth Cave che ospita uno degli scavi paleontologici più famosi e importanti degli Stati Uniti. All'interno c'è il più grande sistema di grotte interconnesse del mondo, tanto che dopo aver mappato negli ultimi secoli 685 km di passaggi sotterranei gli speleologi ancora non hanno finito di esplorare le grotte.

In una delle grotte più antiche, alcuni paleontologi dell'Università dell'Alabama, insieme agli esperti del team del Programma di Paleontologia del National Park Service Statunitense, hanno trovato trovato diversi reperti appartenuti agli squali ctenacanti che disponevano di una particolare morfologia rispetto alle specie moderne.

Questi squali sono famosi tra i paleontologi per avere delle spine separate nelle pinne dorsali, ricoperte da una sostanza simile allo smalto dei nostri denti e per l'avere delle mascelle molto grandi ma meno elastiche rispetto alle forme attuali. Avevano inoltre degli occhi più grandi e la distribuzione dei denti era molto diversa dalle specie attuali, tanto da rendere il loro "sorriso" irriconoscibile per un non esperto.

Le due nuove specie di squali trovate nelle grotte del Mammoth Cave prendono il nome di Troglocladodus trimblei e Glikmanius careforum e insieme avrebbero vissuto vicini alla costa degli attuali USA, nell'attuale Kentucky fino a raggiungere l'Alabama, oltre 325 milioni di anni fa.

Troglocladodus trimblei è stato identificato tramite lo studio di alcuni denti trovati all'interno delle grotte di St. Louis e si stima che raggiungesse circa 3-3,7 m di lunghezza, ovvero le dimensioni di uno squalo pinna bianca (Triaenodon obesus). Anche Glikmanius careforum è stato identificato principalmente dai denti, ma di questa specie è stato trovato anche un set parziale di mascelle e alcun branchie, appartenute a un esemplare giovanile. Questa seconda specie aveva una lunghezza complessiva di 3-3,7 m. ma per i paleontologi è difficile definire le sue dimensioni con sicurezza perché i reperti oggi disponibili appartengono a un individuo che non aveva ancora completato lo sviluppo.

La forma della sua mascella suggerisce però che avesse una testa corta, con un morso molto potente in grado di cacciare e di abbattere squali più piccoli, oltre che altre varietà di pesci cartilaginei, di pesci ossei e alcuni animali simili a calamari. È possibile quindi immaginare che G. careforum andasse anche a cacciare gli esemplari di T. trimblei, quando questi non erano ancora maturi.

All'interno delle grotte in cui sono state trovate queste due specie, i paleontologi ne hanno identificato altre insieme a un grande numero d'invertebrati come coralli, briozoi a ventaglio, brachiopodi, echinodermi, gasteropodi e cefalopodi con guscio, scoprendo di fatto un variopinto ecosistema marino che finora non era stato mai osservato così nel dettaglio.

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Ricostruzione dell’ecosistema marino di acque poco profonde che è stato trovato all’interno del Parco nazionale di Mammoth Cave. Immagini provenienti dallo studio

Il secondo studio è stato invece pubblicato su Fossil Record e ha permesso alla comunità scientifica di conoscere altre specie di squali che abitarono l'Alabama durante il Paleocene, poco dopo la grande estinzione dei dinosauri: questa regione rimase sommersa per centinaia di milioni di anni e offrì l'habitat perfetto per gli squali costieri.

La nuova specie appartiene al genere Palaeohypotodus, il cui nome significa "antico dente dalle piccole orecchie", in riferimento alle piccole zanne aghiformi presenti ai lati dei denti. Il suo nome completo è Palaeohypotodus bizzocoi, in onore del defunto archeologo Bruce Bizzoco (1949–2022) che ha contribuito enormemente a conoscere la storia dell'Alabama.

Secondo uno degli autori dell'articolo, Jun Ebersole, la scoperta di questo squalo è stata completamente accidentale. «Qualche anno fa stavo esaminando le collezioni storiche di fossili del Geological Survey in Alabama e mi sono imbattuto in una piccola scatola di denti di squalo raccolti oltre 100 anni fa nella contea di Wilcox – ha chiarito il paleontologo – Dopo aver documentato centinaia di specie di pesci fossili negli ultimi dieci anni, ho trovato sconcertante che questi denti provenissero da uno squalo che non avevo riconosciuto, proveniente dalla mia terra».

Secondo gli esperti, questo squalo è uno dei pochi sopravvissuti alla catastrofe planetaria che portò alla fine del Mesozoico e del Cretaceo, assumendo il ruolo di principale predatore nelle acque basse che costeggiavano l'allora mare interno degli USA, molto simile a un attuale mare tropicale.

Il team ha confrontato i suoi denti fossili con quelli provenienti da altre specie viventi, come lo squalo bianco e i Mako. Così facendo, gli scienziati hanno capito che la dentatura di questa specie aveva una disposizione diversa rispetto a quella oggi utilizzata da qualsiasi squalo vivente.

«La scoperta di questi squali è molto importante perché ci forniscono informazioni straordinarie su come la vita oceanica si riprese dopo i grandi eventi di estinzione della fine del Mesozoico – ha affermato un altro autore della ricerca, T. Lynn Harrell Jr., paleontologo e curatore delle collezioni fossili presso il Servizio Geologico dell'Alabama a Tuscaloosa – Inoltre ci consentono anche di prevedere potenzialmente come gli attuali eventi globali influenzano la vita marina oggi».

Entrambi questi studi hanno anche permesso agli zoologi di capire come sono cambiate le morfologie e gli adattamenti di questi straordinari animali nel corso del tempo e hanno offerto la possibilità di comprendere come sono sopravvissuti così a lungo, adattandosi velocemente alle nuove sfide ambientali.

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Dente tipico di un Palaeohypotodus
Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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