I gatti amano gli esseri umani e sono capaci di una vita emotiva intensa e duratura all'interno della quale trovano spazio anche sentimenti di affetto (o affiliazione) nei confronti degli esseri umani. I comportamenti che ci suggeriscono questa disposizione del gatto sono semplici da riconoscere ma non vanno mai dati per scontati.
Federica Pirrone ha scritto per Kodami un articolo in cui ci spiegava quanto sia improbabile che un animale sociale che forma dei legami monogami non sperimenti un sentimento come l'affetto, anche se la scienza non è ancora arrivata ad una conclusione univoca a riguardo, anche perché ogni specie è un mondo a sé e le caratteristiche mentali non sono uniformi ma assumono gradi differenti.
Il gatto domestico, ad esempio, non è un animale sociale nel senso più rigoroso del termine (infatti gli etologi lo chiamano sociale facoltativo o sociale relazionale) perché è in grado di darsi flessibilmente un ampio spettro di organizzazioni sociali, sia tra simili che rispetto la convivenza con gli esseri umani. Inoltre, il gatto è tutt'altro che monogamo, motivo per cui si è pensato a lungo – e in molti ancora lo pensano – che non stabilisca alcun tipo di legame con i propri simili, al di là dell'interazione per puro scopo riproduttivo.
Tuttavia gli studi sulle emozioni animali e su quelle dei gatti ci stanno sempre più mostrando un panorama in cui, pur tenendo conto delle peculiarità sociali della specie e delle sue coordinate etologiche, questo animale mostra indubbiamente una vita emotiva molto diversificata, fatta anche di legami stabili. Il gatto, infatti, tende a formare delle personali crew, gruppi di affiliati, in cui ognuno ha i propri spazi e fa la sua vita, alternando momenti di convivialità e cura dei legami con chi è "affine". Noi li chiameremmo manifestazioni di affetto – anche perché ci gratifica e perché così funziona nel nostro mondo – mentre gli studiosi, con il rigore che li contraddistingue, preferiscono parlare di comportamenti “affiliativi”.
I gatti hanno esteso questi comportamenti, inizialmente riservati solo alla relazione gatta-micetto o gatto-gatto, agli esseri umani, probabilmente come risultato della domesticazione e del percorso di convivenza con l'uomo.
Ecco alcuni di questi comportamenti che, si badi bene, non sono necessariamente espressi tutti da uno stesso gatto. Inoltre, come spesso accade quando si osserva l'agire dei gatti, alcuni comportamenti sono ambigui e ambivalenti, ovvero possono significare cose molto diverse da quelle menzionate, in determinate condizioni a contorno.
Dormire vicini
La vicinanza o, addirittura, il contatto fisico durante il sonno è uno dei segnali più chiari di affiliazione. Può, tuttavia, essere condizionato da fattori ambientali o esterni, quali la disponibilità del compagno umano, oppure la stagione. D'estate, ad esempio, molti gatti preferiscono dormire solitari in luoghi freschi, magari all'aria aperta, piuttosto che accanto al pet mate.
Leccarsi
Tolettarsi a poca distanza dal pet mate è un altro modo con cui il gatto mostra un certo livello di affiliazione perché nel mondo del gatto, la cura di sé è un attività che crea coesione sociale e che viene fatta solo in prossimità di individui familiari.
Leccare l'altro
Anche il leccamento di un altro individuo come cura o come condivisione di un odore comune ha un forte significato affiliativo. Nei confronti del pet mate questo comportamento è spesso diretto verso il viso, i capelli, le mani o, meno spesso, verso altre parti del corpo.
Strofinarsi
Strofinare il mento, i fianchi, la base della coda o la coda ha un significato aggregante, un modo di dire «sei parte di ciò che mi è caro», che permette al gatto di marcare gli altri come familiari e rassicuranti.
Coda all'insù
Anche la coda all'insù, esibita dal micio si avvicina, è un modo di mostrare un certo grado di affiliazione, soprattutto se si tratta di un individuo familiare. In qualche modo il gatto sta comunicando la sua disposizione positiva nei confronti di chi gli è davanti: è felice di vederlo ed è pronto ad interagire socialmente.
Una nota finale è tuttavia doverosa: l'affiliazione del gatto non è da confondere con quella che è la narrazione popolare della fedeltà canina, inossidabile e perpetua. Non è una sorta di status sociale che, una volta raggiunto, possiamo considerare consolidato e stabile, quanto un patto che va rinnovato quotidianamente, dimostrando al gatto che meritiamo la sua fiducia, meritiamo di restare dentro la sua crew. Da questo punto di vista, il gatto è molto più giudicante e severo del cane: quest'ultimo ci perdona molte più cose mentre la fiducia del gatto, una volta persa, difficilmente verrà concessa nuovamente.