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24 Novembre 2023
11:38

Come capire se il tuo cane vuole giocare o ha bisogno di riposo

Per i cani il gioco e il riposo sono aspetti estremamente importanti. Come possiamo capire se è il momento di giocare o di lasciarlo dormire?

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il cane deve poter vivere momenti di gioco e di riposo per essere davvero felice. Ciò che può risultare difficile, talvolta, è proprio comprendere quale sia il momento in cui desidera giocare e in quali altri, invece, ha necessità (o semplicemente il desiderio) di dormire. Non tutti i cani mostrano i propri bisogni allo stesso modo, ma per capirli il fattore più importante è l'analisi del contesto in cui ci si trova e della personalità dell'individuo. Se poi è il cane stesso, dopo una sessione di gioco, a interrompere l'attività, abbiamo già un elemento chiaro per comprendere che non ne ha più voglia, forse proprio perché vuole dormire.

Come capire quando il cane vuole giocare

Prima di tutto è bene sapere che vi sono alcuni comportamenti tipici della specie (e anche di altri canidi, come ad esempio i lupi) che fungono proprio da invito al gioco. Uno di questi è l'inchino, studiato fin dagli anni Settanta dagli etologi, in quanto considerato un esempio importante di comportamento dal valore sociale, capace di modificare la risposta dell'interlocutore. Quando il cane abbassa la parte anteriore del corpo, tirando le zampe davanti al muso e tenendo il posteriore in alto, infatti, può voler proporre un'interazione ludica.

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Il caratteristico comportamento dell’inchino

Attenzione, però, perché in alcune situazioni potrebbe fare l'inchino anche per chiedere all'altro di allontanarsi, oppure per sdrammatizzare una situazione complessa e tesa. Per comprendere il vero valore dell'inchino, quindi, è giusto prendere in considerazione non solo la personalità del cane, ma anche l'ambiente in cui lo propone.

Vi sono poi anche altri modi per proporre il gioco e dipendono dalla tipologia di attività ludica. Se il cane ha voglia o è abituato a giocare con i propri umani con l'ausilio di oggetti, ad esempio è possibile che ne porti uno e lo tenga in bocca, oppure che lo appoggi a terra con aria di sfida.

Se invece il gioco è legato al movimento e al rincorrersi, è possibile che si avvicini e si allontani quasi come ad invitare il suo umano a inseguirlo. Può essere che il cane si diverta anche a fare la lotta e per farlo, ci proporrà il primo gesto buttandosi su di noi.

Bisogna però tenere a mente che ogni soggetto è unico ed è altrettanto unica la relazione con il proprio pet mate: durante il tempo trascorso insieme si strutturano meccanismi e abitudini che permettono di capirsi immediatamente. Questi schemi sono imprevedibili e dipendono dalle reazioni che manifestano il cane e il suo umano di fronte a una determinata proposta dell'altro. Se una strategia per invitare al gioco si è mostrata funzionale in passato, è facile che venga riproposta più spesso in futuro.

Quanto tempo al giorno giocare con il cane

È molto difficile quantificare il tempo quotidiano da dedicare al gioco. Questo aspetto dipende infatti da moltissimi fattori. Il primo riguarda l‘età del cane: i cuccioli, ad esempio, tendono ad essere molto attivi nei momenti in cui sono svegli, eppure hanno la necessità di riposare per molte ore senza venire disturbati. Lo stesso vale anche per i cani anziani che, però, anche nei momenti di veglia hanno bisogno di maggiore tranquillità e hanno forse meno energia da dedicare ai giochi.

Per quanto riguarda i cani sani e adulti, invece, bisogna considerare quali sono i loro interessi. Ogni cane, infatti, in base ai suoi desideri e i suoi bisogni (che chiamiamo motivazioni), può essere più o meno interessato ad interagire a lungo con noi, a correre, a riportarci il bastoncino o a tirare la treccia in un tira e molla. Non sottovalutiamo anche il fatto che vi sono alcuni cani che hanno la tendenza a giocare di meno perché, esattamente alcuni umani, magari, hanno un approccio più serio e meno ludico.

Con loro, per riuscire a giocare potrebbe essere utile proporre dei giochi che lo stanchino più a livello cognitivo che a livello fisico, come ad esempio una ricerca olfattiva o un problem solving.

Non esiste però un tempo massimo e un tempo minimo, ma l'importante è lasciarsi trasportare nella conoscenza della personalità del cane con cui si convive e rispettarla, senza obbligarlo a giocare quando si allontana o si mostra disinteressato alla nostra proposta: anche questa è una dimostrazione di amicizia.

Alcuni cani, infatti, pur di assecondarci potrebbero giocare fino allo sfinimento ed è quindi buona norma evitare di arrivare a fare un gioco fino a quando il cane non ce la fa più.

I segnali che il cane ha bisogno di riposo

Molti cani ci mostrano che non hanno più voglia di giocare interrompendo semplicemente l'attività che stavamo facendo insieme e questo è forse il più importante segnale per capire che la cosa migliore da fare è lasciarlo riposare (o anche semplicemente permettergli di fare ciò che desidera senza obbligarlo a un'interazione con noi).

Altri cani diventano invece più intolleranti e scontrosi, potrebbero ringhiare o abbaiare nel tentativo di chiederci più tranquillità, soprattutto se li stiamo disturbando mentre stanno riposando nella loro cuccia. Questo comportamento è a tutti gli effetti scorretto ed è sempre meglio evitarlo, soprattutto se si tratta di un cucciolo. Nelle ore di sonno, infatti, si sedimentano gli apprendimenti avvenuti durante la veglia.

Infine è bene sapere che le ore di sonno quotidiano necessarie mediamente a un cane sono quattordici, ma anche questo aspetto dipende da numerosi fattori legati all'età, alla razza e alla stazza. I cani di grande taglia, ad esempio, dormono più ore rispetto ai cani piccoli.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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