Agitazione, disinteresse, fame eccessiva: questi sono solo alcuni dei segnali per capire se un gatto è triste. La questione della malinconia nei gatti si pone solitamente per quelli che vivono in appartamento, specialmente se il felino domestico non ha molte opportunità di socializzare al di fuori delle interazioni con i pet mate.
Esistono segnali che indicano un livello eccessivo di tristezza nel gatto, ma è importante sottolineare che la soluzione non è necessariamente l'adozione di un nuovo compagno felino. Come spiegheremo più avanti, il problema della tristezza nei gatti è spesso legato allo stile di vita piuttosto che a una mancanza di relazioni sociali.
Gatto triste: i segnali
Prima di passare ai rimedi, è opportuno individuare i sintomi della tristezza nel gatto. I felini, come detto, sono molto sensibili alla malinconia, allo stress e alla solitudine e possono manifestarli in diversi modi:
- Apatia, il gatto passa tutto il tempo a dormire, si isola e rinuncia a qualsiasi altra attività che non sia andare alla ciotola o nella lettiera. Le cause possono essere collegate molto spesso a una ipostimolazione;
- Ritiro sociale, ha perso interesse nei confronti degli umani di casa perché ha perso il suo pet mate di riferimento oppure il cane/gatto con cui è cresciuto;
- Nessuna voglia di giocare, è poco attivo e non considera i suoi giochi, nemmeno se proposti con un'interazione da parte del pet mate. Questo potrebbe derivare dalle troppe ore passate da solo che lo rendono triste;
- Poco appetito (o eccesso di appetito), la tristezza può modificare i comportamenti del felino di casa: alcuni gatti compensano lo stress e la noia di una vita solitaria consumando più cibo di quanto realmente abbiano bisogno. In alcuni casi, invece, perdono interesse anche verso l'alimentazione, portando a una diminuzione di peso.
Cosa fare quando il gatto è triste
Comunemente si crede che la tristezza di un gatto possa essere risolta introducendo un compagno felino. L'idea è che, con la presenza di un nuovo individuo, il primo avrebbe compagnia per giocare, passare il tempo e condividere attività, offrendo conforto soprattutto durante le ore in cui gli umani di casa sono assenti. Questo pensiero deriva dalla nostra natura altamente sociale e comunitaria. Tuttavia, i gatti tendono a vedere i loro simili come concorrenti per le risorse, e l'introduzione di un secondo gatto potrebbe non essere percepita come "compagnia" ma piuttosto come una minaccia, scatenando potenziali conflitti che possono perdurare.
Per i gatti che sono tristi, il problema principale non è tanto la mancanza di un compagno felino con cui interagire. In realtà, i gatti trovano soddisfazione sociale nella relazione con gli esseri umani della famiglia, che possono colmare il bisogno di connessione personale è quindi importante accogliere e, dove possibile, aumentare stimoli e qualità della vita.
I veri problemi sorgono quando il gatto rimane solo in casa per gran parte della giornata, senza stimoli o attività da svolgere. La noia diventa un fattore significativo, e molti sintomi attribuiti alla tristezza coincidono spesso con quelli della solitudine.
Introdurre un secondo gatto può arricchire la vita sociale dell'altro felino, ma ciò avviene in modo più efficace se i due crescono insieme fin da piccoli e se entrambi non soffrono individualmente di noia e monotonia. Un ambiente noioso ha il potere di far sentire tristi anche due gatti che crescono insieme.
Per garantire il benessere psicofisico di un gatto, è fondamentale comprendere che la nostra responsabilità nei suoi confronti non finisce quando lasciamo la casa per andare al lavoro. Dobbiamo occuparci di ciò che il gatto può fare o meno durante la nostra assenza, e questa responsabilità continua anche quando torniamo a casa, richiedendo attenzioni e tempo.
Sebbene si dica che i gatti siano meno impegnativi dei cani, la realtà è diversa. Creare un ambiente che consenta a un gatto di essere veramente sé stesso è una sfida quotidiana, poiché le possibilità di "essere gatto" dipendono interamente da noi.