La depressione nel gatto è dovuta a una condizione stabile di tristezza, che si esprime con una generale tendenza all’inattività e all’inespressività, sia dal punto di vista motivazionale che sul piano emotivo. Il gatto depresso è un gatto mesto, chiuso in sé, disinteressato al gioco e alle interazioni sociali, non reciproca e non chiede e può sviluppare problemi associati, come obesità e overgrooming.
Cosa si intende per depressione nel gatto
La depressione rappresenta un'alterazione dell’umore, che può essere riassunta in una condizione di stabile tristezza. Alla base di questa condizione, generalmente, c’è la totale mancanza di interessi, di tendenza ad agire, a fare, a caratterizzare la propria giornata con qualcosa di diverso dal cibo o dal riposo. Il gatto depresso è un gatto “spento” che occasionalmente può anche avere reazioni colleriche ma che, tendenzialmente, “è come non averlo” visto che è poco attivo e poco partecipe anche alla vita sociale familiare.
I sintomi di depressione nel gatto
Un gatto triste – esattamente come un essere umano – è ritirato in se stesso, interagisce poco o malvolentieri, sembra indolente, spesso stanco, passa molto tempo a dormire o a mangiare, è poco interessato al gioco e ai rapporti sociali. Molto spesso la sua condizione è legata ad uno stile di vita assai sedentario, con o senza la presenza di suoi simili in uno spazio limitato, e altrettanto spesso presenta altre alterazioni associate come obesità e overgrooming.
"Come faccio a sapere se il mio gatto è depresso?": è una delle domande che spesso i pet mate si pongono nel cercare di decifrare la mente felina. Il sintomo più evidente di un gatto depresso è il totale disinteresse verso il gioco e la mancanza di propositività. È come se il micio non si aspettasse "niente di che" dalle sue giornate e, come tale, si strascina tra le stanze lasciando trascorrere il tempo.
Le possibili cause
La depressione è legata a doppio filo con la sfera motivazionale e con quella emozionale. Si intristisce un gatto che vive una vita piatta dal punto di vista emotivo e cognitivo, poco stimolante, che non gli permette di mettere a frutto le sue doti di specie e che lo abbandona nella totale inattività. I gatti hanno menti vivaci ed evolutesi per risolvere problemi ma l’eccesso di sicurezza (in termini di incolumità ma anche di risorse) garantitagli dall’uomo può togliere ai gatti qualunque mordente, qualunque ipotesi di sfida, relegandoli ad una condizione di noia e di insoddisfazione perenni.
A volte possono essere le relazioni in famiglia (con altri gatti o con umani) ad essere poco appaganti e indurre uno stato di tristezza. Tuttavia, raramente un convivente è la causa unica del malessere, di solito si tratta di un insieme di fattori tra i quali possono concorrere anche le relazioni fonti di stress.
In definitiva, si può essere felici solo nella misura in cui abbiamo la possibilità di esprimere pienamente noi stessi e in libertà rispetto agli altri: così come questo è valido e comprensibile per noi esseri umani, vale e si applica allo stesso modo anche agli animali che ci vivono accanto.
Come curare la depressione del gatto
La depressione del gatto si cura restituendogli uno stile di vita più in linea con quelle che sono le sue caratteristiche di specie e le sue peculiarità come individuo, oltre che curando la sua rete di relazioni. In questo passaggio la qualità dell’ambiente fisico è molto importante perché alcuni cambiamenti, sia nella qualità delle emozioni esperite che nelle esperienze realizzabili, così come nelle modalità in cui le relazioni si strutturano, possono essere attivati solo se c’è un ambiente che li facilita, che li permetta.
In casi molto gravi la riabilitazione può essere anche coadiuvata dal trattamento farmacologico ma solo se è parallelo ad una rivisitazione della qualità della vita del gatto perché è quella a rendere stabili i cambiamenti e definitivi i miglioramenti.