Secondo l’immaginario comune il cane ama giocare più di ogni altra cosa e, a differenza nostra, tende a mantenere questa caratteristica anche da adulto. In virtù di tale convinzione lo facciamo socializzare con gli altri cani nelle aree pubbliche e ci sentiamo in dovere di giocare con lui in ogni occasione.
Invito al gioco
Il cane è molto efficace nel comunicare i suoi propositi. Per esempio mostra la voglia di giocare attraverso il gesto “iconico” dell’inchino. L’invito al gioco svolge funzioni sociali di garanzia: da quel momento in poi, l’interlocutore dovrà interpretare ogni comportamento all’interno della cornice ludica.
Questa dichiarazione di intenti risulterà utile in particolar modo nello svolgersi di interazioni fisiche intense e di grande cinetica che rappresentano per il cane un terreno pieno di possibili fraintendimenti comunicativi. Esordire con l’inchino, perciò, permetterà lo svolgimento pacifico dell’interazione, anche quando competitiva e/o basata sul possesso.
Come riconoscere un inchino di invito al gioco
Il cane possiede una comunicazione ricca di dettagli, attraverso i quali riesce a declinare ad esempio, l’intenzione generica del voler giocare, nella modalità specifica, di volerlo fare rincorrendosi. E non solo. Attraverso una ricca combinazione di gesti, mimiche e posture, riesce a mostrare le particolari sfumature emozionali con le quali si approccia al gioco e il variare delle stesse durante il suo svolgersi. Cosa dobbiamo osservare per essere certi che si tratti di un invito al gioco e non di altro?
Innanzi tutto l’invito al gioco viene fatto solo davanti ad un partner sociale ed ha una sua peculiare meccanica di movimento. Spingendo la parte anteriore del corpo verso terra, il cane mette in evidenza platealmente il posteriore sollevandolo. La coda si muove sinuosamente in alto come una bandiera mossa da una leggera brezza. Le zampe anteriori rimarranno in linea con le spalle e saranno appoggiate completamente a terra (dal piede al gomito).
La sequenza è muscolarmente morbida e una volta compiuta, il cane vi rimane in posizione per qualche secondo, in attesa di un feedback da parte dell’interlocutore. Questo modo di fare l’inchino è lo standard base dell’invito al gioco. Ogni particolare variazione dello stesso, in termini di velocità d’esecuzione, apertura delle zampe rispetto alle spalle, porzione appoggiata degli avambracci, altezza del muso da terra, espressività della bocca in una sorta di sorriso, rappresenta un gradiente diverso con cui il cane comunica modalità ed intensità specifiche di gioco
Il modo corretto di giocare
In cani fanno tanti giochi ma tutti riconducibili a due modalità:
- interazione fisica sul posto;
- interazione basata sulla corsa;
In entrambi i casi si tratterà di gioco quando osserveremo nell’interazione una dinamica di alternanza dei ruoli. Nel gioco fisico statico un cane sta sotto, disteso a terra in ruolo passivo, l’altro sopra, in piedi in ruolo attivo. Chi è sopra di solito tenta di afferrare l’altro per il collo controllando abilmente il morso, chi è sotto se lo lascia fare senza mostrare preoccupazione. In questo caso l’alternanza corrisponde all’inversione delle posizioni.
Allo stesso modo, nelle interazioni cinetiche, la cornice ludica sarà garantita dalla dinamica di alternanza dei ruoli: chi rincorre e chi viene rincorso. Per trattarsi di gioco dovrà esserci un tempo di latenza tra l’inizio dell’interazione ludica e il momento della presentazione tra i cani. Le due fasi non dovrebbero mai essere sovrapposte.
Qualsiasi gioco, per essere veramente tale, non dovrà innescarsi subito, bypassando di fatto il rituale di presentazione. Il gioco infatti necessita di un prologo relazionale basato sulla calma, sulla comunicazione chimico-olfattiva e magari su un momento di esplorazione e mappatura del setting di incontro.
Questo, soprattutto se stiamo parlando di cani non conviventi e che si incontrano saltuariamente in un’area pubblica. Perché si tratti veramente di gioco, dovrebbe già esistere tra i cani un legame affettivo precedente, una chiarezza di ruolo e status e se possibile un certo grado di affinità e cordialità tra i rispettivi pet-mate.
Il valore etologico del gioco
Le osservazioni etologiche sul comportamento sociale dei cani randagi dimostrano che il gioco è una modalità relazionale tra individui, presente soprattutto all’interno delle cucciolate, oppure, tra i giovani sotto i due anni, in momenti specifici della giornata, in particolare quando il gruppo si riunisce.
A discapito di quanto si possa immaginare, il gioco come noi lo intendiamo non è così frequente tra i randagi. E’ infatti un fattore sociale presente in modo pronunciato soprattutto nei pet. La ragione è molto semplice. Il cane che vive con noi a casa non gode quasi mai di un gruppo sociale intraspecifico stabile, con una chiarezza organizzativa. I nostri cani, incontrano gli altri, in spazi pubblici, in modo intermittente e spesso saltuario.
Il gioco serve loro proprio in funzione della ricerca di un’identità sociale. In un certo senso lo utilizzano per misurarsi con gli altri e posizionarsi socialmente rispetto a loro, in termini di status. E’ per questo che il gioco, seppur piacevole e distensivo, rappresenta per i nostri cani un terreno molto delicato, dove possono emergere competizioni e tensioni anche importanti.