Quali sono i motivi per cui alcuni cani appaiono spesso agitati e irrequieti? Alle volte questo dipende dalle caratteristiche di razza, che man mano emergono soprattutto dal periodo dell'adolescenza in poi; alle volte da stimolazioni esterne, ossia dalle cose che gli capitano attorno, che loro percepiscono e magari noi no; in altri casi l'agitazione può dipendere da un senso di malessere del cane che può essere causato, per esempio, dalla solitudine e dalla noia eccessive.
Innanzi tutto possiamo fare delle considerazioni in merito alla razza di appartenenza del nostro cane. Infatti ci sono razze, o tipologie di cani, che hanno uno stato di maggior irrequietezza e reattività rispetto ad altre. Per esempio, i cani da conduzione del gregge solitamente hanno sviluppate motivazioni che li rendono un tantino più bisognosi di fare attività, soprattutto con noi, e quando questo “prurito” non trova appagamento l’irrequietezza si riversa nella vita quotidiana. Tra i cani che richiedono un maggior impegno da questo punto di vista ci sono, per esempio, i Border Collie, gli Australian Shepher, i pastori Belga, soprattutto i Malinois, la cui genetica è stata resa iper-trofica sulla reattività e il bisogno di azione, con particolare vocazione alla collaborazione con l’uomo.
Altra categoria sono i Terrier, come il Jack Russell Terrier, gli Yorkshire Terrier, gli Jagd Terrier, eccetera. Anche loro sono cani particolarmente reattivi, ma un po’ meno interessati alla collaborazione con l’uomo rispetto ai precedenti. Questi sono cani dove la reattività e la combattività, soprattutto nei confronti degli altri animali, sono state molto spinte dalla selezione e richiedono di "pagare pegno"… Fondamentale sempre lucidità e consapevolezza delle persone nella scelta del cane con il quale vogliono vivere: fare una scelta consapevole è già un buon punto di partenza. Ma la scelta si deve fondare sulla conoscenza e non sulla moda del momento o nel vano tentativo di emulare qualcun altro che ha un certo fascino su di noi, come un attore, una star del web o altre cose che abbiamo visto collegate con quel particolare tipo di cane.
Come capire le emozioni dei cani?
Per provare a comprendere quali emozioni un cane stia manifestando dobbiamo affinare la nostra capacità di osservazione e le nostre conoscenze. Si tratta di un argomento un po' complicato. Attualmente ci sono gruppi di ricercatori, anche italiani, che si stanno dedicando alla comprensione di come i cani manifestano le loro emozioni e, soprattutto, quali provino. Il fatto è che fin tanto che si parla di emozioni primarie, quindi per esempio la gioia, la paura, la rabbia, il disgusto, eccetera la cosa è relativamente facile in quanto a queste corrisponde un certo tipo di comportamento o espressione riconoscibile. Questo vale anche per noi, abbiamo delle espressioni universali per manifestare le emozioni primarie, uguali per tutti, a prescindere dall'etnia, dalla cultura e dalla zona geografica d'appartenenza. Anche se distinguerle non è sempre così intuitivo nei cani che hanno volti meno articolati dei nostri. Infatti per avere degli indizi utili a comprendere quale emozione stia provando il nostro cane è necessario osservarlo a 360°, non limitarsi al solo muso. Bisogna guardare il corpo: la coda, la posizione delle orecchie, il ritmo della respirazione, la postura delle zampe, insieme con tutti gli indizi legati al muso, come gli occhi (se sono sbarrati o a fessura, per esempio), se le rime labiali sono distese, contratte, spinte in avanti, se ci sono grinze sulla canna nasale, eccetera.
Per quanto concerne invece le emozioni secondarie nel cane, beh, qui siamo in alto mare: cioè ci sono ancora pochi studi in merito. Cosa sono le emozioni secondarie? Sono emozioni complesse, che non hanno una loro propria espressione riconoscibile in modo universale, sono, per esempio: senso di colpa, invidia, vergogna, gelosia, eccetera. Queste emozioni sono molto difficili da studiare, anche in umana, e tendono ad avere una modalità d'espressione molto soggettiva, anche se, devo dirlo, molti di noi sarebbero pronti a giurare che il proprio cane è "geloso" di questo o di quello. Il fatto è che ci esponiamo così a interpretazioni che possono essere distorte e rischiamo di fraintendere, ma per quanto mi riguarda non siamo poi così lontani dal vero. Il punto è che possiamo studiare solo le emozioni che conosciamo, che ci appartengono come specie, e confrontarle poi con quelle che i cani mostrano. Non possiamo fare altro. Quindi, se il Canis familiaris, nella sua storia evoluzionistica, ha sviluppato altri tipi di emozioni, funzionali per la sua specie, diverse da quelle che proviamo noi, beh, in quel caso credo proprio che – forse – non lo scopriremo mai…
Come insegnare al cane a stare calmo?
Come posso insegnare al mio cane a controllarsi di più? A stare calmo? Posso controllare le sue emozioni? Cominciamo col dire che raggiungere un buon autocontrollo, ossia la capacità del nostro cane di gestire l’intensità delle proprie emozioni, è un percorso. Si tratta di qualcosa in divenire, che può rafforzarsi nel tempo attraverso l’esperienza, il contesto sociale, e la maturità di un individuo. È consigliabile lavorare con un buon educatore per imparare come aiutare il nostro cane a sviluppare questa facoltà, ma teniamo presente che possiamo già fare delle cose: dare il buon esempio dimostrando noi stessi un buon autocontrollo nelle varie situazioni; evitare di interagire con lui in modo troppo eccitatorio, o esclusivamente eccitatorio, anche il modo in cui ci rivolgiamo a lui o come gesticoliamo possono essere elementi da prendere in considerazione; creare situazioni e contesti positivi, stimolando curiosità e gioia, proponendo, per esempio, giochi che implichino l’uso dell’olfatto e non solo attività che richiedano l’inseguimento di qualcosa; supportare positivamente nelle situazioni negative, essere per il nostro cane una “base sicura” nella quale rifugiarsi per elaborare in serenità le esperienze anche, e soprattutto, quelle difficili.
Questi sono importanti compiti che scegliamo di assumerci nel momento in cui decidiamo di prendere un cane con noi. Il tutto mediato dalla genetica che lo caratterizza. Insomma, una bella miscela di cose delle quali solo in parte abbiamo il controllo, o quanto meno la possibilità di intervento. Ed è proprio questo che rende unica l’esperienza di vita insieme. Unica e irripetibile.