Mettersi in viaggio con un animale comporta sempre particolari attenzioni sia per la pianificazione sia per gli accessori da portare con sé, e a seconda che si viaggi con un cane o con un gatto cambiano necessità e modalità.
Viaggiare con un gatto in macchina comporta innanzitutto una riflessione sulla causa dello spostamento. Il gatto, soprattutto se non abituato a uscire di casa, tende a preferire le mura domestiche e potrebbe soffrire particolarmente, da qui l'importanza di valutare se sia strettamente necessario muoverlo dal suo ambiente.
«Molto dipende dallo stile di vita del gatto e da quello della persona di riferimento – spiega Sonia Campa, esperta in relazione uomo-gatto e comportamento felino – In generale è sempre meglio evitare fonti di stress, e per molti gatti i viaggi lo sono. Chiaramente se una persona viaggia molto e spesso abituerà il gatto sin da piccolo a farlo di conseguenza. Se lo spostamento è una tantum, ma indispensabile, è bene attenersi a una serie di linee guida».
Come trasportare il gatto in macchina?
La cosa più importante è tenere presente che il trasporto del gatto in macchina è disciplinato dal Codice della Strada: il gatto deve stare nel trasportino e non può essere lasciato libero all’interno dell'abitacolo.
«Il gatto libero è un pericolo enorme perché è in generale molto reattivo – spiega Campa – e se si spaventa in uno spazio chiuso come l’abitacolo rischia di farsi male e anche di fare del male, perché potrebbe diventare aggressivo per la paura. Mai liberarlo dunque, anche perché potrebbe provare a nascondersi in punti pericolosi come lo spazio dei pedali o provare a uscire dall’auto in corsa».
In commercio esistono anche delle pettorine simili a quelle utilizzate per i cani, ma «non credo siano legali – sottolinea Campa – E comunque non sono il modo più sicuro per fare un viaggio in macchina con il gatto».
L’altro consiglio è quello di utilizzare trasportini diversi per diversi gatti: «Il concetto è lo stesso: in spazio chiusi e ristretti, senza possibilità di scappare o nascondersi, il gatto potrebbe agitarsi e azzuffarsi con un altro se sono tenuti nello stesso trasportino».
Come abituare il gatto a viaggiare in macchina
I gatti sono animali molto abitudinari, ma più sono piccoli più è facile che si adattino. L’ideale è abituare il gatto al trasportino già a casa, lasciandolo aperto e consentendogli di prendere confidenza in modo che lo percepisca come un luogo innocuo e familiare, e poi iniziare con viaggi brevi «che non finiscano in modo traumatizzante – prosegue Campa – quindi non dal veterinario, per esempio, dove spesso il gatto viene manipolato, sedato e stressato».
Inizialmente meglio prevedere percorsi di breve durata per capire come il gatto reagisce e regolarsi su come tenerlo nel trasportino: «Ci sono gatti che stanno meglio e si tranquillizzano se il trasportino viene completamente coperto bloccando la visuale esterna – spiega ancora Campa – o altri che preferiscono avere un’apertura per vedere il proprietario, che gli può parlare, farsi annusare e farsi percepire. Tutto dipende dall’indole dal gatto e se è abituato a muoversi e a viaggiare. Sono animali molto sensibili, e l’auto è un ambiente che li bombarda di stimoli».
Il trasportino andrebbe inoltre assicurato con le cinture di sicurezza o un’imbracatura per mantenerlo il più fermo e stabile possibile ed evitare scossoni.
Importante anche limitare gli stimoli esterni e i rumori. Meglio tenere la radio spenta e i finestrini alzati e parlare a voce bassa. Si può inoltre provare a usare i feromoni, sostanze prodotte dagli animali che possono avere diversi effetti. In commercio ci sono feromoni chimici che svolgono un’azione calmante e tranquillizzante: «Si possono spruzzare un quarto d’ora prima del viaggio nell’abitacolo per renderlo più ospitale per il gatto», conferma Campa.
Come calmare il gatto nel trasportino?
Se il gatto piange o miagola l’obiettivo deve essere quello di abbassare il suo livello di stress. Se il trasportino è scoperto, per esempio, si può provare a coprirlo, a poi a spegnere la radio se accesa e a sollevare i finestrini se abbassati. Si può anche provare a parlargli dolcemente per tranquillizzarlo, e a diminuire la velocità per limitare al massimo vibrazioni e scossoni.
«Snack e premi sono invece abbastanza inutili – spiega Campa – Se il gatto è sotto stress non li guarda neppure, contrariamente a quanto può accadere con un cane».
Nel caso in cui il gatto fosse particolarmente sensibile e mostrasse di soffrire molto il viaggio in macchina ci si può infine rivolgere al veterinario per farsi prescrivere ansiolitici appositi: «Il gatto soffre molto lo stress, e l’ansiolitico contribuisce ad abbassarlo. Il veterinario che conosce la storia clinica può prescrivere un prodotto più opportuno e consigliare sul dosaggio».
Quante ore può viaggiare il gatto?
L’ideale, spiega ancora Campa, è evitare i viaggi troppo lunghi ai gatti: «Non c’è un limite specifico, ma io mi attengo alla soglia delle 4 ore».
Le soste nel caso dei gatti non sono risolutive. Pur sostando infatti non è opportuno fallo uscire dal trasportino, anche perché il gatto non sfrutterebbe di certo la sosta per espletare i bisogni o sgambare, così come invece può avvenire per il cane.
Anche liberarlo nell'abitacolo è rischioso perché se, per qualche motivo, si è costretti ad aprire uno sportello si rischia sempre che possa uscire. Meglio dunque non sostare, e cercare di programmare viaggi il più brevi possibili.