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16 Gennaio 2024
9:00

Come accudire un gatto anziano

I gatti iniziano a invecchiare a 11 anni circa. In questa fase, le loro esigenze cambiano. Vediamo come prenderci cura di un gatto anziano, dalla salute all'alimentazione.

Membro del comitato scientifico di Kodami
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Molte persone si chiedono come accudire un gatto anziano, se quest'ultimo richieda delle cure e della attenzioni particolari, sebbene ogni gatto arrivi all’età senile in maniera molto diversa. Dal punto di vista sanitario e secondo gli standard dettati dall’International Society of Feline Medice, l’anzianità dei gatti inizia all’incirca a 11 anni, per diventare età geriatrica attorno ai 15.

Numerosi sono i cambiamenti che segnano questa tappe della vita dovute ad una degenerazioni dei tessuti (ad esempio osteoartriti, problemi dentali), degli organi (come problemi renali, disturbi gastrointestinali, ipertiroidismo, cecità, sordità, tumori) e della psiche (vedasi demenza senile, ritardi nei riflessi, disfunzioni cognitive),  che espongono il gatto ad un maggior rischio di patologia e/o ad una maggiore vulnerabilità allo stress psico-fisico.

La salute del gatto anziano

Nel caso dei gatti anziani la prevenzione più saggia è riferirsi al medico veterinario appena si manifesti un qualche cambiamento nel comportamento oppure nella condizione fisica. La tempestività è essenziale perché quando una patologia si presenta in età avanzata, malgrado le cure migliori del mondo, l’organismo potrebbe non essere più in grado di rispondere bene come nelle fasi più giovanili. Inoltre, le patologie possono avere un decorso particolarmente veloce e questo è il motivo per cui sarebbe raccomandabile sottoporre un gatto anziano ad un check-up semestrale, compatibilmente con la capacità del micio di tollerare questa frequenza.

Alcune patologie come le osteoartriti o le disfunzioni cognitive possono essere accompagnate da adattamenti dell'ambiente e da integrazioni alimentari; alcune, come l'ipertiroidismo o i danni renali implicano il passaggio a diete specifiche; altre – come i problemi dentali o i tumori – possono richiedere il ricorso alla chirurgia, se il fisico lo consente; altri ancora, come cecità o sordità, vanno accolti – magari accompagnandoli con opportune modifiche dell'ambiente – come inevitabili cambiamenti anche se, a volte, possono essere sintomi di patologie sottostanti da indagare.

L’alimentazione del gatto anziano

L’alimentazione è un altro capitolo fondamentale della salute, e non certo solo di quella del gatto anziano. Durante questa fase della vita il gatto potrebbe diventare inappetente o, al contrario, disregolarsi nell'assumere i pasti. Dunque, potrebbe essere opportuno o necessario modificare la dieta per passare a qualcosa a misura del singolo, sia per far fronte ad eventuali patologie emerse, sia come forma di prevenzione. E’ possibile quindi studiare con il veterinario un piano dietetico ad hoc, sulla base dell’età, del peso, dello stato di salute e, non meno importante, dello stile di vita del gatto.

Moltissimi gatti anziani devono fare i conti con problemi renali, con frequenti disturbi gastrointestinali, con alterazioni dell’appetito o del gusto, con osteoartriti o con diabete ed ipertiroidismo: in tutti questi casi una dieta specifica non è solo raccomandabile, è parte della terapia.

L’igiene del gatto anziano

Alcuni gatti anziani possono apparire meno attenti allo loro igiene rispetto ai più giovani. Questo è spesso legato a piccoli dolori articolari o a rigidità muscolo-scheletriche che, ad un certo punto, non consentono più al gatto quella flessibilità che gli ha sempre consentito di toelettassi al meglio. Buona norma è ispezionare mantello, zona ventrale, zona anale, occhi e orecchie almeno due volte a settimana e detergere, se necessario, con della garza imbevuta di acqua tiepida e, al più, del sapone neutro da sciacquare con cura (attenzione a non esagerare mai con i profumi).

L’ambiente ideale per il gatto anziano

I dolori articolari potrebbero anche impedire al micio di muoversi con la scioltezza di un tempo ed imporgli di evitare i tanto amati salti e le ambite scalate. Tuttavia, il fatto che un gatto non riesca a saltare o arrampicare, non significa che non voglia farlo o non ne abbia bisogno. Per consentirgli di continuare a muoversi con la libertà di sempre, è possibile:

  • posizionare ciotole e lettiere in luoghi della casa facilmente accessibili, privi di barriere o scale;
  • abbassare i bordi delle cassette in modo che il gatto non debba scavalcarli con sforzo;
  • mettere a disposizione giochi ad "altezza gatto", che da essere facilmente raggiungibili;
  • in caso di postazioni sopraelevate, predisporre percorsi estremamente graduali;
  • garantire sempre la possibilità di cucce e luoghi di riposo in zone calde e appartate
  • inserire o aumentare la quantità di tiragraffi orizzontali, soprattutto se il micio evita quelli verticali.

Gioco e riposo

Il tempo dedicato al gioco tende a ridursi con un gatto anziano perché è inferiore lo sforzo che il micio riesce a sostenere. È bene continuare ad offrire, però, piccole sessioni, evitando che faccia sforzi, scatti o balzi eccessivi:

  • ci si può sedere a terra, a pochi metri da lui e proporgli fili, topini o qualunque altro giocattolo gli piaccia manipolare;
  • è possibile offrire scatole dove possa nascondersi o mimetizzarsi;
  • i giochi a base di catnip (cuscinetti olfattivi e tattili) o di valeriana possono rappresentare una buona alternativa ai giochi di movimento.
  • se piacciono, i giochi di "intelligenza" possono rappresentare un utile passatempo per cercare di estrarre da contenitori e scatole dei bocconcini prelibati.

L’affetto e la compagnia

Una peculiarità comune a moltissimi gatti anziani è quello di ricercare con più intensità e con più frequenza la vicinanza di coloro che considerano dei referenti sociali. Da un certo punto in poi il micio può sentirsi più vulnerabile e può andare incontro ad una sorta di infantilizzazione, non meno di come accada agli anziani della nostra stessa specie. E’ cruciale esserci in questo passaggio per trasformare questa fragilità in un comune sostenersi.

Attenzione a non commettere l'errore di pensare che, in questa fase, un gatto estraneo da inserire nel gruppo familiare potrebbe appagare il bisogno di compagnia dell'anziano. Il rischio che il nuovo arrivato venga percepito, invece, come un intruso, che si scateni una competizione territoriale tra i due e che questo causi settimane, se non mesi, di stress al vecchietto è altissimo e bisogna tenere presente che gli anziani non hanno la capacità di adattamento dei giovani.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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