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12 Ottobre 2021
8:59

Combattimenti tra galli nel videogioco Far Cry 6, Peta: «Glorifica la crudeltà»

Il videogioco fa vedere combattimenti tra galli e l’associazione animalista Peta non ci sta. Nel mirino è finito Far Cry 6, prodotto da Ubisoft. Le scene fanno simulare una lotta tra gli animali, chiedendo a chi ci “gioca” di scegliere il proprio gallo (presentato con tanto di breve descrizione) e di sferrare direttamente gli attacchi.

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Il videogioco fa vedere combattimenti tra galli e l’associazione animalista Peta non ci sta. Nel mirino è finito Far Cry 6, prodotto da Ubisoft. Le scene fanno simulare una lotta tra gli animali, chiedendo a chi ci “gioca” di scegliere il proprio gallo (presentato con tanto di breve descrizione) e di sferrare direttamente gli attacchi.

«Trasformare un orribile "sport" sanguinario come il combattimento di galli in una partita di videogiochi in stile Mortal Kombat è ben lontano dall’essere una vera innovazione, poiché la società di oggi è fortemente contraria a costringere gli animali a combattere fino alla morte – dice Alicia Aguayo, senior manager di Peta nell’America Latina – I galli utilizzati nei combattimenti sono dotati di speroni che lacerano carne e ossa, causando ferite angosciose e mortali. Peta Latino esorta Ubisoft a sostituire questo riprovevole minigioco con uno che non esalta la crudeltà».

I combattimenti tra galli sono molto popolari proprio in Sudamerica, ed ecco perché è stato lanciato l’allarme da quella parte del mondo. Vengono frequentemente fatti combattere questi animali a Cuba, in Perù e in Messico, dove spesso fanno parte di eventi inseriti nelle feste paesane. Anche in Asia è una pratica frequente e sono al centro di scommesse.

In Italia la legge 189 del 20 luglio 2004 li ha vietati, così come ha messo al bando tutti i combattimenti tra animali (dunque, non solo tra galli) Chi li promuove, li organizza, li dirige e può mettere in pericolo l’integrità fisica degli esemplari, può essere punito con la reclusione da uno a tre anni e con una multa da 50.000 a 160.000 euro. Ma anche chi li alleva o li addestra e li destina proprio a queste lotte può essere punito da tre mesi a due anni e avere una multa da 5.000 a 30.000 euro. Questa stessa pena si applica anche ai compagni umani o ai detentori degli animali impiegati nei combattimenti e nelle competizioni.

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