Negli ultimi mesi, nelle Filippine, è stata registrata un’enorme crescita dell'industria delle scommesse sui combattimenti tra galli, che ha generato milioni di dollari per le puntate giornaliere e ha attirato un'intera nuova generazione di giocatori. La crescita è stata dovuta ad una migrazione delle scommesse dai combattimenti in campo nei gallodromi e per le strade, alle scommesse su combattimenti trasmessi online.
In molti Paesi i combattimenti tra galli sono una tradizione e una attività ricreativa più che un’attività clandestina. Proprio come la corrida e la tauromachia lo sono in Spagna e in alcuni paesi del Sud America, i combattimenti tra galli rappresentano un momento culturale di divertimento, cui si aggiunge la componente legata alle scommesse.
Come funzionano i combattimenti tra galli
Il combattimento avviene mettendo di fronte, in uno spazio ristretto, due galli, di solito divisi per categoria di peso e allevati a tale scopo. Prima della lotta gli animali sono tenuti fermi a distanza ravvicinata e aizzati a beccare l'avversario per aumentarne il conflitto, che poi sfocerà nel combattimento quando verranno lasciati liberi. Questo ha termine quando uno dei due animali muore o rimane tramortito a terra, a causa delle ferite riportate, del dissanguamento o dello sfinimento fisico ed emotivo.
I galli hanno, come la maggior parte degli animali, una naturale e normale aggressività, più o meno marcata a seconda dell’individuo, verso i conspecifici dello stesso sesso. Questo comportamento viene però accentuato all’ennesima potenza tramite dure condizioni di allenamento e di isolamento. Gli animali sono spesso anche nutriti con l’aggiunta di sostanze come steroidi e vitamine per aumentarne la forza e l’impulso aggressivo.
La preparazione dei combattenti comprende anche l'asportazione di bargigli e cresta, affinché l’animale sia meno vulnerabile a ferite in queste zone, e delle piume, soprattutto quelle del petto, del collo e delle cosce.
Durante i combattimenti, gli animali sono posti uno di fronte all'altro all'interno di gli spazi solitamente circolari, quando recintati e riservati al combattimento sono chiamati il gallodromi. Attorno al “ring” vi sono il pubblico e gli scommettitori che con grida e applausi aizzano maggiormente gli animali allo scontro.
In molti paesi, la violenza dello scontro è accentuata legando alle zampe dell'animale un’arma, si tratta di solito di uno sperone metallico appuntito o della lama di un coltello, di dimensioni variabili. Nei casi in cui i galli non vengono dotati di armi, gli speroni vengono accuratamente affilati e appuntiti.
La durata degli incontri è di solito prevista entro i 30 minuti ma, nella realtà dei fatti, la maggior parte termina entro i primi 5 minuti, dovuto alla ferocia dell’incontro, specialmente se in presenza degli speroni artificiali.
Non di rado, si sono anche verificati casi in cui il gallo ha ferito a morte con lo sperone artificiale il proprietario o l’allevatore; una notizia riporta anche la morte di un agente della polizia che, nelle Filippine, durante lo smantellamento di un combattimento illegale ha subito la recisione dell'arteria femorale ed è morto dissanguato durante il trasporto in ospedale.
I combattimenti tra galli in Italia e nel mondo
Vi sono diverse aree del mondo in cui i combattimenti tra galli sono tuttora praticati e molto seguiti. In alcuni paesi dove la legge li ha proibiti continuano ad essere molto comuni, specialmente nelle zone rurali.
Tra questi Paesi, possiamo citarne alcuni dell’America del Sud come Nicaragua, Venezuela, Colombia, Cuba, Ecuador, Messico, Repubblica Dominicana, Perù, Panama e Porto Rico.
I combattimenti sono particolarmente diffusi anche in tutto il sudest asiatico; dove spesso sono collegati al culto della fertilità, come nelle Filippine, a cerimonie religiose in onore degli spiriti degli antenati, come nella Thailandia del Nord, o per scacciare gli spiriti maligni, come nel Bali. Anche in Giappone, India meridionale, Iraq, Pakistan, Afghanistan, Saipan e Guam sono molto frequenti e parte delle tradizioni locali.
In Europa sono vietati ma si praticano ancora frequentemente in Spagna, in Andalusia e nelle Canarie, e in alcune zone della Francia.
Anche in Italia, specialmente nel Sud, possono essere ancora presenti. Queste attività illecite sono frequentemente collegate con la criminalità organizzata che sfrutta gli animali per puri interessi economici legati alle scommesse clandestine (la così definita zoomafia).
In Italia, i combattimenti tra animali sono vietati dalla Legge n. 189 del 20 luglio 2004, secondo la quale:
- chiunque promuove, organizza o dirige combattimenti o competizioni non autorizzate tra animali che possono metterne in pericolo l'integrità fisica è punito con la reclusione da 1 anno a 3 anni e con la multa da 50 000 euro a 160 000 euro. […]
- chiunque […] allevando o addestrando animali, li destina alla partecipazione ai combattimenti è punito con la reclusione da 3 mesi a 2 anni e con la multa da 5 000 euro a 30 000 euro
- chiunque […] organizza o effettua scommesse sui combattimenti e sulle competizioni è punito con la reclusione da 3 mesi a 2 anni e con la multa da 5 000 euro a 30 000 euro. (grazie a questo strumento normativo si vietano quindi anche i combattimenti tra cani)
Lo strumento normativo vieta quindi tutti i combattimenti tra animali, tra cui i combattimenti tra cani.
I combattimenti tra galli nelle Filippine
I combattimenti di galli nelle Filippine sono chiamati Sabong, quando legali ed organizzati nei gallodromi a cadenza settimanale, e Tupada o Tigbakay quando illegali e svolti di nascosto dalle forze dell’ordine.
Sono storicamente e profondamente radicati nella cultura di questo paese dove sono considerati un’attività di culto mistico-religioso, ma anche uno sport nazionale. Negli ultimi anni, alcune normative che miravano alla limitazione dei litigi e delle risse tra gli spettatori durante le esibizioni, l'aumento del prezzo dei biglietti, e l’arrivo delle restrizioni dovute alla pandemia, hanno fatto sì che i combattimenti perdessero popolarità.
Sull’onda di questi avvenimenti, gli operatori che già trasmettevano parzialmente i combattimenti online, hanno visto una nuova opportunità di sfruttamento di questi animali e hanno iniziato a trasmettere sempre più incontri online.
Uno dei massimi esponenti di questo nuovo settore è un imprenditore, ed ex detenuto, collegato alla malavita filippina ed internazionale, Charlie “Atong” Ang, che è al comando della piattaforma che trasmette combattimenti 24 ore su 24, per circa 350 giorni l’anno.
Data la gravità del fenomeno, l’ex portavoce della Camera dei rappresentanti filippina, Alan Peter Cayetano, ha fatto riferimento a questo business come "una nuova pandemia" e ha esortato il governo ad intervenire per tutelare sia gli animali sia le persone dalle scommesse incontrollate e dalle relative gravi perdite che ne possono conseguire. Successivamente a tale richiesta, un gruppo di senatori ha chiesto la sospensione della licenza per diversi operatori del settore.
Le elezioni presidenziali tenutesi questo maggio, se impegnate a intervenire su questo grave fenomeno, potrebbero offrire delle soluzioni ma, nel mentre, i combattimenti continuano a svolgersi e un numero incalcolabile di animali continua a soffrire e morire.