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24 Agosto 2024
10:00

Coltivare carne di pollo senza uccidere animali ha anche vantaggi economici. Lo conferma uno studio

Uno studio innovativo dimostra che a lungo termine la coltivazione cellulare di carne di pollo può sostituire sul mercato la produzione data dall'uso di animali vivi a costi vantaggiosi.

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L'agricoltura cellulare mira a soddisfare la crescente domanda di prodotti animali evitando che si continui ad ucciderne miliardi ogni anno. Numeri enormi di individui che vengono uccisi anche senza alcun controvalore, proprio per lo spreco alimentare che caratterizza la produzione da parte degli allevamenti intensivi. Le attuali tecnologie di produzione però comportano basse rese, portando a proiezioni economiche che impediscono la scalabilità della carne coltivata. Per questo alcuni esperti hanno provato a comprendere, con un test in cui hanno raccolto dati importanti, quanto sia possibile con produzioni a lungo termine scalare questo gap economico dal punto di vista dell'investimento e arrivare a concepire un mercato basato sulla produzione di carne ma che deriva da cellule di laboratorio senza l'impiego di animali vivi.

Nello studio, pubblicato su Nature il 21 agosto 2024, gli scienziati scrivono: «La produzione continua è stata effettuata in un terreno di coltura privo di componenti animali che supporta la coltura a lungo termine e ad alta densità di cellule di pollo. Utilizzando dati empirici, abbiamo condotto un'analisi tecnico-economica per una struttura di produzione teorica dimostrando che il costo del pollo coltivato può scendere fino a raggiungere l'intervallo del pollo biologico utilizzando la tecnologia di perfusione. Mentre altre variabili influenzerebbero anche i prezzi di mercato effettivi, la produzione continua può offrire riduzioni dei costi per aumentare la produzione di carne coltivata».

Si tratta di uno studio che dagli stessi esperti del campo viene definito "rivoluzionario", perché dimostra per la prima volta che è conveniente produrre carne coltivata. L'analisi, infatti, ha portato alla conclusione che la produzione continua affronta le sfide chiave di scalabilità e costi, rendendo potenzialmente la carne coltivata accessibile ai consumatori di tutti i giorni e contribuendo a un sistema alimentare più sostenibile ed etico.

Il professor Yaakov Nahmias, fondatore di Believer Meats, e un team multidisciplinare dell'Università Ebraica di Gerusalemme e l'industria della carne coltivata hanno portato alla luce così un processo pionieristico di produzione continua con una ricerca svolta in un terreno di coltura privo di componenti animali che supporta la coltura a lungo termine e ad alta densità di cellule di pollo. In altre parole, questo metodo di produzione continuo potrebbe ridurre significativamente il costo e la complessità della produzione di carne coltivata, avvicinandola alle "regole del mercato" e così arrivare a sostituire la carne di pollo prodotta negli allevamenti intensivi ma in generale da animali vivi.

Come ha scritto su Kodami Laura Arena, veterinaria esperta di benessere animale: «L'allevamento intensivo di avicoli per la produzione di carne di pollo è una pratica che consiste nell’allevare un gran numero di animali in spazi ridotti e in ambiente controllato, con il fine di ottimizzare la produzione. Questo sistema d’allevamento ha però diversi effetti negativi sull'ambiente, sulla salute umana e sul benessere degli animali. La produzione di carne di pollo deriva in grandissima parte dall’allevamento intensivo di broiler. Questo allevamento avviene a terra in grandi capannoni dove i pulcini provengono da incubatoi industriali, ingrassano in maniera spropositata nell’arco di circa 7 settimane fino al giorno della raccolta e della macellazione. La crescita della massa muscolare di questi animali, spropositata in tempi record, è dovuta alla selezione genetica, all’alimentazione particolarmente energetica e alle condizioni ambientali controllate dei capannoni».

I broiler sono i tipici polli bianchi dalla cresta rossa e pelle gialla, allevati appositamente per la produzione di carne. La loro è una breve vita di sofferenza ed è bene sottolineare di nuovo che «la stragrande maggioranza delle persone che consumano pollo non sa però nulla rispetto a chi sono e come sono allevati gli animali. Anzi, i consumatori sono spesso ingannati da immagini e slogan di marketing».

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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