Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ha dato avvio al progetto LIFE Bear-Smart Corridors che mira a favorire l'espansione della popolazione di orso bruno marsicano nell'Italia centrale attraverso lo sviluppo di "corridoi di coesistenza", così che le comunità locali potranno imparare a vivere in armonia con questo animale unico al mondo. Abbiamo chiesto al presidente del Parco, Tommaso Navarra, il perché di questa iniziativa e qual è il rapporto tra la comunità dell'area protetta e il plantigrado.
Perché la creazione dei Bear Smart Corridors è così importante per la tutela dell'orso marsicano?
Si tratta di corridoi essenziali per la possibilità di sopravvivenza dell’orso bruno marsicano ridotto attualmente a poco più di 50 esemplari e quindi nella lista rossa della specie e sottospecie in via di estinzione redatta dalla IUCN (Unione internazionale per la conservazione della natura). Solo allargando l’areale di presenza dell’orso, si potrà avere una giusta ampiezza di territorio ove sviluppare la propria presenza ed assicurarne la sopravvivenza nel tempo. I corridoi uniscono infatti areali intatti lontani dall’invadenza antropica e quindi terreno di elezione per la presenza di questa straordinaria matrice ambientale.
Perché preservare la sottopopolazione di orso marsicano?
Si tratta di una sfida essenziale per la tutela della biodiversità; ogni tassello in meno del “Creato” rompe l’equilibrio ecosistemico per come formatosi in migliaia di anni interrompendo cicli naturali che vanno dall’impollinazione alla disseminazione sugli areali delle diverse presenze anche di microorganismi, vero e proprio humus fertile di vitalità per qualsiasi territorio.
La tutela di questa specie è fondamentale per la biodiversità dell'Appennino, ma può essere importante anche per le persone che vivono e lavorano nei territori dell'Italia centrale
La tutela di questa specie è importante anche quale valore iconico di capacità, resilienza e straordinarietà territoriale. L’orso, al pari di qualsiasi matrice ambientale costituente "specie ombrello", attesta più di ogni altra considerazione possibile la qualità di un intero territorio. Dove c’è l’orso l’acqua e l’aria sono pulite ed i boschi sono in ordine. Per l’Appenino Centrale questo vuol dire, per seguire Papa Francesco, "un modo altro e alto di vita". Noi ci candidiamo, non solo sul profilo culturale, a rappresentare un’alternativa possibile di vita oltre e al di là dei modelli industriali a forte impronta ecosistemica.
Il 31 agosto 2023 l'orsa Amarena è stata uccisa con un colpo di fucile dal proprietario del pollaio nel quale era entrata. Nelle zone frequentate abitualmente da questo animale esistono comunità che lo apprezzano e altre che lo considerano una minaccia. Non c'è rischio che con l'espansione dell'areale nel Gran Sasso si riproponga questo conflitto?
Per quanto stiamo concretamente verificando, in occasione dei numerosissimi incontri che abbiamo sin qui svolto nei Comuni di Villa Celiera, Fano Adriano, Isola del Gran Sasso d’Italia, Pietracamela, Acquasanta Terme, Calascio, non sussiste alcuna reale conflittualità ma unicamente una giusta preoccupazione, dovuta alla mancanza di informazioni, in ordine alle modalità di interazione uomo-orso. Non vi è stato alcuno dei partecipanti che ha messo in dubbio il valore naturalistico e anche, a ben vedere antropologico, dell’orso bruno marsicano. Sarà nostro compito riempire, con le giuste informazioni, le carenze oggi esistenti.
Per costruire una “Comunità a misura d’orso” è necessario coinvolgere prima di tutto le persone. Cosa sta facendo o farà il Parco in questo senso?
Si, assolutamente sì. Ho sempre detto che il nostro Parco è prima di tutto una Comunità Identitaria che ha saputo conservare nei millenni un alto valore ecosistemico. Per questo siamo impegnati in una numerosissima serie di incontri con la popolazione e per questo, al di là delle scarse disponibilità provenienti dalla progettualità Life, abbiamo inserito specifici finanziamenti in favore delle Comunità a Misura d’Orso. A ciò andrà aggiunto un innovativo progetto che abbiamo strutturato in partenariato con la Cooperativa Sociale Cogecstre di Penne e con il maggiore produttore di bioagricoltura presente in Abruzzo, per un progetto denominato “Le Terre dell’Orso”. Il ricavato andrà a beneficio della ricostituzione sul territorio di arbusteti e meleti e comunque di alberi da frutto per consentire che l’orso bruno marsicano abbia idonee risorse trofiche.