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13 Aprile 2022
15:58

Clonazione animale: cresce il business per riavere i propri animali defunti

50mila dollari per un cane, 30mila per un gatto. Sono questi i prezzi richiesti per clonare un animale domestico una volta che non c’è più. Un business in costante crescita, anche a causa di star e influencer.

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Cinquantamila dollari per un cane, 30 mila per un gatto e 85 mila per un cavallo: sono questi i prezzi richiesti dalla più famosa agenzia di clonazione d’America, con sede in Texas, per clonare un animale domestico una volta che non c’è più.

Un business milionario in costante crescita, soprattutto Oltreoceano, per un intervento richiesto tipicamente da famiglie benestanti o personaggi famosi e celebrities. In un’intervista alla Bbc, i responsabili dell’agenzia hanno affermato, infatti, di clonare ogni anno «sempre più animali domestici» e di averne clonati centinaia da quando ha aperto per la prima volta nel 2015.

Un aumento che non piace per niente alle organizzazioni per il benessere degli animali, preoccupate degli esiti della riproduzione in copia sia per il gran numero di cloni che nascono deboli o malati che per l’alto tasso di fallimento del processo.

L’associazione animalista Peta, che la definisce una «moda crudele per fare soldi» non condanna in nessun modo il dolore provocato dalla perdita di un animale amato, ma solo la scelta di spendere tempo e soldi in un esperimento di laboratorio. Ricordando quando «sofferenza ci sia dietro questa tecnologia riproduttiva dall’esito oltretutto molto incerto». Ma, evidentemente, visti i numeri, le parole dell’organizzazione in difesa degli animali, non sembrano avere grande presa sul mondo dello show business che, invece, continua senza troppi dubbi a farsi duplicare il proprio amico dal quale non vuole separarsi.

Nel 2018, è stata la cantante Barbra Streisand a rivolgersi all’agenzia per clonare due cuccioli del suo barboncino Samantha. E nello stesso anno lo ha fatto anche il magnate della musica Simon Cowell per ottenere la copia esatta dei suoi tre Yorkshire terrier.

Purtroppo, però, la clonazione non è un’eccentricità solo da super ricchi. Recentemente, per esempio, anche  un poliziotto in pensione ha fatto clonare la sua Princess per produrre Jasmine e Ariel, due copie geneticamente identiche dell’adorata Shih Apso. Un anno dopo è l’americana Kelly Anderson a ottenere dall’agenzia la copia del suo gatto Chai, perso per colpa di un tumore. Una copia, peraltro, “quasi” esatta del felino, visto che, bisogna ricordarlo, l'animale sarà identico solo per quanto riguarda l'aspetto non certo per il carattere e la personalità.

Che cos'è la clonazione animale

Clonazione significa riproduzione e consiste, come spiega l’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, nel realizzare una copia genetica di un animale sostituendo il nucleo di un ovulo non fecondato con il nucleo di una cellula del corpo (somatica) di un animale in modo da ottenere un embrione che viene quindi impiantato in una madre-surrogato, dove si sviluppa fino alla nascita.

Sin dalla sua scoperta come processo biologico, ha attratto l'attenzione degli scienziati, grazie alle possibili ricadute che la sua applicazione potrebbe avere in vari campi, come ad esempio nell'industria agroalimentare o nel settore zootecnico. Nonostante, però, le prospettive aperte siano molto promettenti, la ricerca deve ancora risolvere numerosi problemi. Per esempio, sul metodo ancora molto poco efficiente. Basti pensare che la pecora Dolly fu l’unica sopravvissuta dopo 277 tentativi falliti. Inoltre, rimane aperto il problema legato all'invecchiamento precoce e all'alta incidenza di malattie genetiche e malformazioni delle copie.

Gli animali d’allevamento sono stati i primi ad essere clonati, in parte per interesse commerciale, ma soprattutto per la facilità con cui il grande numero di ovociti necessari per effettuare questa procedura è reperibile nei macelli.

Attualmente sono oltre venti le specie di mammiferi clonati con vari livelli di efficienza, in generale sempre bassa. Oltre a pecore, capre, bovini, bufali, maiali, cavalli e cammelli, sono stati replicati animali da laboratorio, topi, ratti, conigli, da compagnia, cani e gatti, e animali selvatici a rischio estinzione, come il muflone e il furetto.

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Simona Sirianni
Giornalista
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