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15 Febbraio 2021
8:40

Clamidiosi nel gatto: cause, sintomi e terapia

La clamidiosi è una malattia che causa infezioni alla congiuntiva del gatto. Si trasmette per contatto diretto e non è possibile effettuare una diagnosi certa solamente sulla base dei segni clinici. Le terapie si basano soprattutto sulla somministrazione di antibiotici ma esiste anche un vaccino per prevenire la malattia utilizzato soprattutto nei gattili.

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Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Articolo a cura del Prof. Giuseppe Borzacchiello
Medico Veterinario e Professore universitario, esperto di patologia animale
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La clamidiosi è una malattia causata da un germe chiamato Chlamydiophila felis che causa infezioni della congiuntiva dei gatti. Generalmente gli animali giovani sono i più colpiti. Si trasmette per contatto diretto tra animale malato e animale sano e probabilmente attraverso strumenti e superfici infette. Il periodo di incubazione varia dai 3 ai 5 giorni. Gli animali infetti rilasciano germi nell'ambiente per un periodo di circa sessanta giorni e l'eliminazione di Clamidie negli animali infetti avviene anche per via vaginale e rettale. Non ci sono evidenze scientifiche robuste che suggeriscono una trasmissione dell'infezione dal gatto all’uomo.

Sintomi

La clamidia è un germe che ha una preferenza specifica per le cellule della congiuntiva ovvero di quella sottile membrana che avvolge la parte anteriore dell'occhio. Dopo l'incubazione i gatti manifestano congiuntivite ad uno o entrambi gli occhi. In alcuni casi gli animali sono infetti anche da herpesvirus. Altri segni clinici rilevabili oltre lo scolo oculare sono starnuti, febbre e inappetenza transiente. Si sospetta che questo germe possa determinare anche infezioni della cornea e disturbi della fertilità. Talvolta, la malattia ha un andamento cronico per cui la congiuntivite in forma lieve può persistere per mesi

Diagnosi

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La diagnosi di clamidiosi felina non è possibile formularla solo sulla base dei segni clinici che, come detto, sono comuni anche ad altre infezioni. È possibile diagnosticare con precisione la malattia inviando campioni prelevati dal sacco congiuntivale per la coltura dei germi, tuttavia non sempre quest'opzione risulta utile. Esistono metodi diagnostici più raffinati basati su tecniche biomolecolari che prevedono comunque l'invio dei campioni in un laboratorio specializzato.

Terapia

La terapia si basa sulla somministrazione di antibiotici sia per via generale che per applicazione topica per un lungo periodo, anche quando l'animale non manifesta più segni clinici in quanto può essere fonte d’infezione. Anche gli altri animali che vivono nello stesso ambiente devono essere trattati farmacologicamente.

Vaccinazioni

Il vaccino viene generalmente utilizzato per la prevenzione della malattia in gattili, allevamenti o quando vivono molti gatti nello stesso ambiente visto che non sempre si riesce ad eradicare il germe.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Giuseppe Borzacchiello
Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Sono professore universitario di ruolo presso il Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni animali dell’Università degli studi di Napoli Federico II e titolare della cattedra di Fisiopatologia degli animali domestici. Ho insegnato in diverse Università italiane, corsi di perfezionamento e master universitari. Appassionato di animali e di cani in particolare, mi occupo da oltre vent’anni di ricerca scientifica nel campo della patologia spontanea degli animali domestici e di tematiche inerenti l’oncologia comparata.
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