Basta crudeltà e maltrattamenti sugli animali. È la richiesta arrivata dalle tantissime persone che domenica 14 gennaio si sono riuniti a Milano per la manifestazione in memoria del gatto Leone e del cane Aron, entrambi vittime della crudeltà dell'essere umano.
Sotto l'Arco della Pace in Corso Sempione si sono riuniti cittadini, volontari delle associazioni e anche volti noti come l'attrice Caterina Murino, madrina dell'ultima edizione del Festival del cinema di Venezia, sempre in prima linea per i diritti degli animali con numerose campagne di sensibilizzazione. «Ho pianto troppe lacrime per te Leone, per te Amarena, per te capretta di Anagni, per la tua prigionia Gaia – ha detto l'attrice ricordando le vittime della barbarie umana di questi mesi – Vorrei vedere la faccia di questi mostri, vorrei che vengano realmente puniti, vorrei che l’uomo capisca quanto gli animali soffrono realmente, vorrei che i genitori si rendano conto che hanno sbagliato tanto nella loro educazione. Non ho più lacrime da versare ma solo rabbia e giustizia da gridare».
È proprio «giustizia» la parola che ricorre più spesso tra tutti i presenti alla manifestazione milanese. Mantenere vivo il ricordo di una barbarie non basta se i colpevoli non vengono puniti, come spesso accade quando si parla di animali.
A rispondere di questo vuoto legislativo deve essere la politica, e qualcosa si era mosso con la presentazione di una proposta di legge per inasprire le pene per chi commette reati contro gli animali. Si tratta di una proposta trasversale che accorpa i testi presentati da Michela Vittoria Brambilla di Noi Moderati, di Devis Dori di Europa Verde e di Walter Rizzetto di Fratelli d'Italia. Il testo aggregato mira a rendere più severe le sanzioni contro chi commette tali azioni, ma che ha anche l'obiettivo di creare percorsi di recupero e trattamento psicologico per gli autori dei delitti contro gli animali. Ad oggi, infatti, chi uccide un animale viene punito con la reclusione da quattro mesi a due anni, mentre il nuovo testo porterebbe la pena carceraria da sei mesi a cinque anni.
L'iter però si prospetta ancora lungo dato che i lavori sono fermi in Commissione Giustizia della Camera, come ricorda attraverso Kodami il deputato Devis Dori: «Dopo questi episodi di violenza che hanno scioccato l'opinione pubblica ritengo ancora più urgente sbloccare in Commissione i lavori sulle proposte di legge abbinate, in modo da rispettare la calendarizzazione prevista per febbraio, e iniziare un ciclo di audizioni completo ma rapido, così da dare risposte al Paese».
Non c'è solo la repressione dei crimini, ma anche attenzione sul contesto in cui si verificano tali episodi: «Con la mia proposta – continua Dori – pongo l'accento sul legame esistente tra gli atti di crudeltà sugli animali e la pericolosità sociale. Gli atti di violenza sugli animali sono indice di una particolare pericolosità sociale che se intercettata in tempo utile può anche evitare la violenza sulle persone».
Un cambio legislativo chiesto anche dalle grandi associazioni nazionali come l’Oipa: «Il moltiplicarsi della pubblicazione di notizie di questo tipo determina un rischio di emulazione con la conseguenza del moltiplicarsi del fenomeno. Lo Stato se ne faccia carico. Soggetti violenti e pericolosi nei confronti degli animali vanno puniti aspramente: gli animali sono esseri senzienti, ora anche tutelati dalla Costituzione all’articolo 9».
Nel frattempo, gli attivisti usano gli strumenti che hanno a disposizione e per il caso del Pitbull Aron anche l'Oipa ha presentato denuncia alla Procura della Repubblica di Palermo per maltrattamento e uccisione di animali. Non solo, l’ufficio legale dell’associazione invierà istanza al sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, affinché emetta un’ordinanza interdittiva che vieti all'uomo che ha dato fuoco ad Aron di detenere animali.
L’autore dell’atroce gesto rischia fino a 27 mesi di reclusione. «Troppo poco, aspettiamo un inasprimento delle pene per i reati contro gli animali, come promesso da diverse parti politiche – ha commentato il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto – Soggetti che incrudeliscono contro gli animali sono soggetti pericolosi che possono tranquillamente passare dall’animale all’uomo. L’ordinamento dovrebbe considerare anche questo».