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19 Gennaio 2023
13:09

Cittadella dello sport al Parco Meisino di Torino. I dubbi sul progetto: «Natura e animali a rischio»

Prosegue l'iter per la realizzazione della cittadella dello sport al Parco Meisino di Torino. Cittadini e associazioni temono però che il progetto possa avere un enorme impatto sull'ambiente e gli animali che vivono al Meisino, diventato negli anni un'importate area naturale inserita nel sistema delle aree protette del Parco del Po Torinese.

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Il progetto che punta a dare nuova vita al parco Meisino di Torino prosegue ed entro marzo dovrà essere presentata la versione definitiva che porterà alla nascita del "Parco dello Sport e dell'Educazione Ambientale", che prevede interventi e strutture dedicate a numerose discipline come arrampicata, balance, cricket e orienteering, ma che ospiterà anche uno skills bike park, pump track e una pista di biathlon-skiroll. L'obiettivo del Comune è quello di valorizzare e restituire alla città un'area verde fin troppo spesso abbandonata al degrado e al vandalismo ma che però, negli anni, la natura ha saputo riconquistare in maniera a dir poco sorprendente, trasformandosi in un'importante zona di rifugio e nidificazione per numerose specie selvatiche, soprattuto tra gli uccelli.

Ed è proprio l'impatto negativo sull'intero sistema naturalistico e sulla fauna selvatica a preoccupare una parte dei cittadini e delle associazioni, che attraverso la Consulta comunale per l'Ambiente e il Verde hanno fin da subito espresso non pochi dubbi e perplessità sul progetto: «È una decisione che necessitava di un confronto con la popolazione e il mondo ambientalista che da anni vive e segue quell'area, passaggio che invece è completamente saltato – spiega a Kodami Piergiorgio Tenani, presidente della Consulta – Il parco ha oggi un enorme valore naturalistico che non può essere trascurato e bisogna calcolare le conseguenze che queste opere potrebbero avere su fauna e ambiente».

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Uno svasso maggiore, una delle tante specie che nidifica nel parco. Foto di Piergiorgio Tenani

Situato lungo la sponda destra del fiume Po, alla confluenza della Dora Riparia, il parco Meisino è stato per lungo tempo utilizzato dall'esercito come poligono di tiro e galoppatoio militare per poi essere trasferito a titolo gratuito alla Città di Torino e aperto al pubblico nel 2020, dopo lavori di ripulitura, messa in sicurezza e ripristino di alcune aree verdi. Pur essendo all'interno di una grande città, l'area conserva però caratteristiche di notevole interesse naturalistico e conservazionistico, tanto da essere inclusa all'interno del sistema di aree protette che compongono il Parco del Po Torinese ed è inoltre designata come Zona di Protezione Speciale per l'avifauna ai sensi della Direttiva Uccelli.

«Per le sue peculiarità naturalistiche e ambientali e anche perché la zona è rimasta per lungo tempo inaccessibile al pubblico, ha acquisito nel tempo un enorme valore naturalistico, arrivando a ospitare e a dare rifugio a numerose specie animali solitamente poco comuni in città – racconta Tenani – Sui pioppi dell'isolone di Bertolla, per esempio, è presente una grossa colonia riproduttiva di aironi cenerini e altre specie di ardeidi, anni fa se ne contavano fino a 90 nidi, che è l'unico esempio di garzaia (colonia di aironi, ndr) urbana in Italia. Ma al suo interno siamo arrivati a censire, durante tutto l'anno, oltre 150 specie solamente tra gli uccelli, che scelgono questo parco anche come rifugio invernale».

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Una garzetta a caccia all’interno del parco. Foto di Piergiorgio Tenani

L'area ha perciò assunto nel tempo caratteristiche di naturalità impensabili considerando che si trova inglobata all'interno di una grande metropoli, aspetti che secondo la Consulta – un organo del Comune di Torino con funzioni propositive e consultive su tutte le tematiche riguardanti verde pubblico e ambiente – non sono state adeguatamente tutelate fin dalla nascita del progetto della cittadella della sport, finanziato nell'ambito dei fondi PNNR con 11,5 milioni di euro.

«Sin da quando è stato presentato il progetto, come Consulta, abbiamo espresso e documentato le nostre perplessità legate all'impatto ambientale, visto che ci troviamo anche in una Zona di Protezione Speciale per gli uccelli – prosegue Piergiorgio Tenani – Secondo noi, alcuni interventi non sono compatibili con la natura dell'area e abbiamo chiesto diverse volte un confronto, che però non c’è stato fino a oggi ma dovrebbe avvenire nei prossimi giorni. Il problema, ora, è che il progetto definitivo va approvato entro marzo e le tempistiche per non perdere i fondi non so quanto spazio di manovra permetteranno per eventuali accorgimenti. Siamo perciò molto perplessi, anche perché l'iter procedurale prosegue anche se mancano ancora alcuni pareri e autorizzazioni importanti, come quello della Soprintendenza, dell'Ente Parco e la VIncA (la Valutazione di Incidenza Ambientale, ndr) che arriveranno nei prossimi giorni. Come si fanno a conciliare i tempi strettissimi con eventuali criticità? Quali saranno gli spazi di manovra per eventuali modifiche?».

Come se non bastasse, in questi giorni, all'interno del parco sono iniziati alcuni lavori di manutenzione e messa in sicurezza delle sponde che hanno previsto anche il taglio di alcuni alberi. Alcuni cittadini e associazioni hanno protestato contro questi tagli, associando questi interventi al progetto della Cittadella. «Anche se in questi giorni ci sono state forti polemiche – precisa Tenani – Si tratta di lavori già previsti da tempo e scollegati dalla cittadella, ma visto che le vicende intorno a questo progetto non sempre sono state chiare, si sta facendo confusione generando parecchio scalpore».

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L’area umida rappresenta anche un’importate area di rifugio per gli uccelli svernati che arrivano dal Nord Europa, come le anatre. In foto un moretta comune

Entro il 31 marzo ci sarà l'aggiudicazione della gara bandita dal Ministero dello Sport, entro luglio invece la progettazione esecutiva e il successivo inizio dei lavori, che dovranno chiudersi entro la fine del 2025. I tempi sono perciò parecchio stretti ma cittadini associazioni sperano che si possa aprire in confronto che tuteli la natura e la biodiversità del parco. «Siamo consapevoli che si tratta di un parco urbano e non di un'area selvaggia in montagna – conclude Tenani – Ma proprio per questo si tratta di una zona eccezionale che va tutelata. Vogliamo perciò che venga rispettata la natura e la fauna del parco e che tutto venga fatto riducendo al minimo l'impatto ambientale. Alcuni strutture e attività previste sono davvero importanti e sicuramente interferiranno con gli animali. Come sarà possibile realizzarle in maniera sostenibile e a basso impatto?».

Cittadini e associazioni chiedono quindi che il parco venga tutelato e valorizzato per le sue naturali peculiarità e non attraverso grandi opere impattanti che possono essere fatte altrove riducendo le conseguenze su ambientale e fauna. Birdwatcher, amanti della natura e semplici cittadini sensibili alle tematiche ambientali, frequentano il parco proprio perché rappresenta un angolo di natura a due passi dal caos cittadino. Un rifugio verde per tanti umani e animali che però, ora, è fortemente a rischio.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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