Il governo britannico vuole estendere il divieto di commercio di avorio, contenuto nell'Ivory Act, ad altre 5 specie. Da oggi oltre all'elefante, anche l'ippopotamo, il tricheco, il narvalo, l'orca e il capodoglio potrebbero beneficiare di una maggiore protezione.
Gli elefanti sono le principali vittime del commercio illegale di avorio in tutto il mondo, e per loro nel 2018 il Parlamento del Regno Unito aveva varano una legislazione che ne colpisse il commercio. Gli elefanti africani sono passati dall'essere 12 milioni a 415mila solo negli ultimi 100 anni. Ma il bracconaggio ha effetti negativi anche a lungo termine e in modi che sino ad oggi erano sconosciuti: secondo uno studio pubblicato su Science i ricercatori che stavano studiando l'evoluzione degli elefanti della savana africana nel Parco nazionale di Gorongosa, in Mozambico, hanno scoperto che sempre più individui stanno nascendo senza zanne per colpa del bracconaggio.
Gli elefanti restano le rime vittime, ma non sono gli unici a soffrire per questo business crudele. La stretta normativa sul commercio di parti avorio e parti di elefante, prima fra tutte quella attuata attraverso la Convenzione di Washington, nota come Cites, ha condotto i bracconieri a spostare la loro attenzione altrove, e a farne le spese sono stati gli ippopotami. I risultati di una ricerca condotta tra il 2009 e il 2018, e pubblicata nel 2021 dalla Ong Traffic suggeriscono che la rimozione annuale della popolazione di ippopotami per l'avorio commercializzato a livello internazionale conduce alla morte di circa 1.349 individui all'anno.
Ciò si verifica a causa dell'aumento delle vendite di denti di ippopotamo, in sostituzione delle zanne degli elefanti. Secondo un rapporto della Commissione europea, queste saranno le parti di mammifero più sequestrate. Un traffico che può compromettere la sopravvivenza di questo animale considerato vulnerabile dalla Iucn, dato che ad oggi sopravvivono solo due specie di ippopotamo ed entrambe sono seriamente minacciate di estinzione.
Vengono inseriti sotto la tutela dell'Ivory Act anche alcune specie marine: il tricheco, il narvalo, l'orca e il capodoglio, anche queste inserite nella Lista Rossa della Cites come elefanti e ippopotami. Si aggiorna così la legge approvata nel 2018 che ha introdotto il divieto di commerciare articoli contenenti avorio. L'Ivory Act contiene già le pene più severe al mondo relative alla vendita di avorio di elefante, con pene fino a 5 anni di carcere.
La ministra della Biodiversità Trudy Harrison ha dichiarato: «Questo è un momento cruciale per il raggiungimento di uno dei nostri impegni chiave del manifesto sulla conservazione internazionale. Il Regno Unito è da tempo all'avanguardia nella conservazione e il nostro divieto dimostra la continua leadership globale nel fare tutto il possibile per proteggere le specie più minacciate al mondo».
Il Regno Unito accoglie così, almeno parzialmente, una richiesta che era già arrivata dalle principali associazioni internazionali per la protezione degli animali contro il commercio di trofei di caccia. «Eravamo preoccupati che specie diverse dagli elefanti continuassero a essere prese di mira per alimentare il commercio di avorio – spiega la Fondazione 30 Millions d'Amis – È un passo logico e positivo estendere questa potente legislazione, che sta già avendo un impatto sul commercio di avorio di elefanti, ad altre specie».