Cinque lupi sono stati trovati morti lungo i binari della linea ferroviaria tra Savona e Altare, nei boschi in località Cadibona, in Liguria.
I corpo degli animali sono stati notati da alcuni cittadini che hanno immediatamente allertato la Polizia Ferroviaria. Secondo una prima ricostruzione, i lupi sarebbero stati travolti da un treno in transito, molto probabilmente nella notte tra mercoledì e giovedì. I cadaveri sono stati recuperati dai veterinari della Asl di Savona, che li hanno trasferiti all’Istituto Zooprofilattico per l’esame autoptico: l’obiettivo è analizzare le ferite per capire se a ucciderli sia stato effettivamente l’impatto con un treno o se le cause del decesso vadano ricercate in altro. Le ferite sul corpo di alcuni esemplari sembra confermare impatto con il treno, ma è stato disposto anche un esame tossicologico per capire se via sia la possibilità che siano stati avvelenati e che siano arrivati sui binari già in precarie condizioni.
Il ritorno del lupo in Liguria
La presenza dei lupi in val Bormida, la vallata dell’entroterra savonese in cui ricade anche Altare, è ormai certificata da tempo. La specie è riapparsa in Liguria seguito di una ricolonizzazione spontanea, risalendo dall’Appennino centro-meridionale, complice il divieto di caccia istituito nel 1971, la protezione legale della specie nel 1992 e l’aumento delle specie preda.
Nel periodo 2020 – 2021 è stato realizzato il primo campionamento nazionale del lupo in Liguria sulla base delle “Linee Guida e Protocolli per il monitoraggio del lupo in Italia” predisposte dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale proprio con lo scopo di porre le basi per un monitoraggio congiunto del lupo a scala nazionale e stabilire gli schemi di campionamento e i protocolli per consentire la stima del numero di individui presenti sul territorio e della distribuzione della specie.
Per circa quarant'anni – dalla metà degli anni '40 alla metà degli anni '80 – il lupo sembrava completamente scomparso dal territorio regionale, di totale assenza di segnalazioni. A partire dai primi anni ’80 si era registrato un possibile ritorno della specie nell’Appennino ligure con sporadiche segnalazioni sull’Appennino genovese, principalmente valli Trebbia e Aveto, e nell’inverno del 1985-86 dalla vicina val Borbera. Altra prova del ritorno del predatore era arrivata nel 1990, quando una coppia di lupi rimase vittima di lacci in Val d’Aveto, confermando definitivamente la presenza di almeno un nucleo riproduttivo stabile in Liguria
Stando al report diffuso nell’ambito del progetto Life, tra ottobre 2020 e aprile 2021 sono stati percorsi dagli operatori incaricati del monitoraggio un totale di 2.670 km e sono stati registrati 533 dati di presenza attribuiti al lupo. Sono stati inoltre recuperati 9 lupi morti. I campioni biologici raccolti sono stati analizzati geneticamente dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale (IZS) del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta, per un totale di 115 campioni analizzati che hanno fornito il profilo genetico di 21 lupi. Il monitoraggio ha consentito di abbozzare una mappa dell’areale del lupo in tutta la regione, portando all’individuazione di tre aree di maggior frequentazione: la più ampia (che si estende anche in Provincia di Parma e Piacenza) misura 999 chilometri quadrati ed è situata tra le province di Genova e di La Spezia, un’altra si estende tra le province di Savona e Genova e un’altra ancora che si estende fino alla Provincia di Cuneo e alla Francia, tra la Provincia di Imperia e, marginalmente, quella di Savona.
Il lupo è insomma tornato da qualche anno a popolare i boschi liguri, e negli ultimi tempi gli avvistamenti sono aumentati, soprattutto quelli che riguardano piccoli branchi e nuclei familiari. Gli esemplari trovati morti sui binari ad Altare sono con tutta probabilità membri dello stesso nucleo familiare, complice anche la giovane età di alcuni. Le principali cause di morte per i lupi in Liguria, stando ai dati raccolti sul territorio, sono il bracconaggio (57%, con armi da fuoco o avvelenamento), seguito da incidenti (14%) e in minor parte da malattie (9%).