Un avvistamento unico nelle acque di Ostia: 5 mante, dette anche "diavoli del mare", sono state avvistate e riprese dalla ricercatrice Lisa Stanzani, presidente dell'Aps Sotto al mare, durante un'uscita in barca per il monitoraggio delle specie marine.
Stanzani come di consueto era impegnata in un'attività di osservazione del delfino costiero, una specie fondamentale per conoscere la salute dell'intero ecosistema marino. Durante queste uscite però capita di imbattersi in un molti altri animali straordinari, proprio come i "diavoli del mare", il cui nome scientifico è Mobula mobular.
«Si tratta di un avvistamento molto raro – spiega Stanzani a Kodami – non per il tipo di animale in sé, ma per il loro numero e la lunghezza dell'incontro: le mobule sono mante del Mediterraneo, endemiche quindi delle nostre acque, una specie diversa dalla manta oceanica. Non raro quindi vederle, ma non sono mai più di uno o due esemplari. In questo caso però sono rimaste nelle vicinanze della nostra barca per un tempo insolitamente lungo, ed erano ben 5».
Tanta l'emozione di Stanzani e degli altri ricercatori che hanno assistito all'incontro: «Durante le nostre uscite per il monitoraggio dei delfini incontriamo moltissime specie, ma le mante del Mediterraneo sono solitamente molto schive e non riusciamo a vederle così bene in superficie come in questo caso, è stato davvero un momento unico».
Simili avvistamenti rischiano però di diventare sempre più rari, il "diavolo di mare" dal 2006 è infatti presente nella lista delle specie "In pericolo" della IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura), a causa della limitata capacità riproduttiva, del ristretto areale di distribuzione, e soprattutto a fronte dell'elevata mortalità durante le catture accidentali da parte dei pescatori. Questo fenomeno, noto anche come bycatch, è già costato all'Italia l'apertura di una procedura di infrazione da parte dell'Unione Europea. Per fortuna, secondo la IUCN, nel corso degli ultimi la mortalità causata dalle reti da posta derivanti illegali potrebbe essere diminuita a causa del crescente controllo.
Il pericolo però non è ancora scampato, la sua presenza a largo delle nostre coste può essere un segnale di speranza per tutto l'ecosistema. «Poco dopo – prosegue la ricercatrice – abbiamo avvistato anche i delfini. Tutti questi incontri sono la prova della straordinaria biodiversità delle nostre acque, e della necessità di incrementare i monitoraggi».