Cinque cinghiali tenuti in cattività in un terreno agricolo di Caraffa di Catanzaro sono stati scoperti e abbattuti. A trovare gli animali sono stati i Carabinieri forestali della stazione di Tiriolo con il personale del servizio veterinario dell'Asp catanzarese durante un'attività di prevenzione della diffusione di peste suina africana.
Si tratta di una malattia virale che colpisce suini e cinghiali, e che non può essere trasmessa all'essere umano, per la salute della nostra specie è quindi totalmente innocua. Può però causare gravi danni agli allevamenti suinicoli dato che al momento non esistono né vaccini né cure e che si manifesta nell'animale come una febbre emorragica ad elevata mortalità.
Quando la peste suina africana è quindi arrivata in Italia a gennaio 2022 è stata istituita una struttura straordinaria per evitare la diffusione della malattia. Alla guida si sono succeduti prima Angelo Ferrari, direttore dell'Istituto Zooprofilattico del Piemonte, e poi Vincenzo Caputo, direttore generale Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Umbria e delle Marche.
Proprio a Kodami Caputo aveva chiarito prima della sua nomina come la caccia e l'uccisione degli animali fosse una misura insufficiente per la gestione dell'emergenza, e servisse invece «una struttura per la gestione della fauna selvatica».
Tuttavia, l'abbattimento dei cinghiali, indiscriminato e spesso attuato con modalità confuse, risulta essere l'unica misura messa in atto in maniera sistematica dalle amministrazioni locali. Lo si è visto recentemente in Liguria, dove è possibile uccidere i cinghiali addirittura usando arco e frecce.
In Calabria, dove la peste suina africana è presente da maggio 2023 con diversi focolai, il sindaco di Caraffa, Antonio Giuseppe Sciumbata, ha emanato un'ordinanza disponendo per i cinque cinghiali trovati sul suo territorio «l'immediato abbattimento e la termodistruzione delle loro carcasse, a tutela della pubblica incolumità e per evidenti ragioni di ordine sanitario». Ad eseguire il provvedimento, su specifica indicazione dell'ufficio caccia del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, sono stati i selettori in forza all'Atc Catanzaro 1.
Si trattava di esemplari ibridi, nati cioè da cinghiale e maiale. Una delle modalità di diffusione più frequenti della peste suina è proprio il contatto tra i selvatici e i maiali degli allevamenti di tipo brado o semi-brado. prossimità che può dare luogo anche a fenomeni di ibridazione come quello scoperto a Caraffa.
«La vicenda desta oggettivamente preoccupazione – ha commentato l'assessore regionale all'Agricoltura, Gianluca Gallo – Confidiamo che il lavoro di Carabinieri Forestali e veterinari Asp, ai quali va il nostro ringraziamento, consenta di sradicare e reprimere pratiche inaccettabili ed insostenibili, poiché potenzialmente nocive per la salute. Accertamenti e verifiche andranno ora avanti su tutto il territorio calabrese, in adempimento delle prescrizioni di cui al piano regionale per il contrasto alla Psa».
Dalla Regione è arrivato anche l'invito a tutti i cittadini a «voler segnalare senza esitazione agli organi competenti il rinvenimento di carcasse di cinghiali, al fine di consentire rapidi interventi di rimozione e distruzione, al fine di contribuire ad arginare l'eventuale diffusione della peste suina africana, a tutela degli allevamenti, delle produzioni agricole e della salute collettiva».