Quattro randagi e due cani padronali: cinque sono morti e uno è ancora ricoverato in gravi condizioni. È il bilancio della strage di bocconi avvelenati che sono stati sparsi nelle campagne di Altarello, una frazione di Giarre, in Sicilia.
Il Presidente del Consiglio Comunale Giovanni Barbagallo ha raccontato a Kodami gli ultimi aggiornamenti relativi all’accaduto che ha seminato panico e indignazione nella comunità: «L’amministrazione comunale ha collaborato sin dal primo momento sia con i cittadini che hanno vissuto il dolore di veder morire e star male i propri compagni di vita che con le Forze dell’ordine nella speranza che venga dato un nome e un volto al delinquente che ha ucciso i randagi del territorio».
L’episodio risale ai primi giorni di gennaio quando, in seguito all’ingerimento di un’esca avvelenata che era stata disseminata nei pressi di Via La Pira, una cagnolina è morta tra atroci sofferenze tra le braccia della sua pet mate. Immediata, da parte della donna, la richiesta di intervento delle Forze dell’ordine e la contestuale denuncia contro ignoti.
Pochi giorni più tardi, un altro cane che era in passeggiata con il suo pet mate ha mangiato un boccone avvelenato, sempre nei pressi della stessa zona. Per fortuna il suo compagno umano è stato abbastanza rapido nel comprendere che qualcosa non andava e ha immediatamente attivato il soccorso veterinario. Ora l’animale è ricoverato in gravi condizioni e sta lottando per la vita.
«Quando ho saputo sono immediatamente andato sul posto a dare conforto ai cittadini ed è lì che mi hanno raccontato di aver notato degli episodi abbastanza strani nei giorni precedenti – spiega a Kodami il Presidente – la zona in cui è avvenuto l’avvelenamento è molto vasta e solo dopo la morte della cagnolina padronale i residenti hanno ricomposto i pezzi del puzzle: avevano trovato nella stessa zona, a distanza di giorni, dei cadaveri di randagi».
Dei quattro randagi morti, di cui ne è stata data comunicazione alle autorità solo in seguito al caso di avvelenamento denunciato, solo uno è stato recuperato, mentre gli altri sono misteriosamente spariti dalla zona, forse in seguito alla diffusione delle notizie o forse da qualcuno che ha voluto dare loro degna sepoltura. L’unico cadavere ritrovato è stato messo a disposizione delle autorità e solo l’esame autoptico potrà stabilire se le cause relative alla morte dell’animale siano effettivamente da avvelenamento.
«E’ stata attivata tutta la procedura prevista dalla legge ed immediatamente ho disposto un sopralluogo congiunto tra Vigili Urbani ed Asp– continua Barbagallo – Posso solo dire che è stato raccolto del materiale e che adesso spetterà agli investigatori il lavoro più arduo. E’ sicuro che nell’eventualità di un processo il Consiglio comunale si costituirà parte civile».
Non solo i pet mate che hanno vissuto il dolore di ritrovarsi impotenti di fronte alla sofferenza dei propri compagni animali ma tutti i cittadini e anche il Partito Animalista Italiano adesso chiedono a gran voce che sia fatta giustizia affinchè casi del genere non accadono più a Giarre e in nessun altro posto del mondo.
«Giarre ama gli animali e odia chi fa loro del male: il criminale, e sono fiducioso che gli investigatori riusciranno a risalire al suo nome, dovrà scontare la pena prevista dalla legge – conclude il Presidente– A Giarre ogni anno organizziamo la giornata di benedizione degli animali che è una festa per tutti, contrastiamo il fenomeno del randagismo con piani di microchippatura e supporto alle associazioni animaliste con le adozioni, quindi siamo molto decisi ad andare fino in fondo a questa storia perché il reato non può rimanere impunito».
Il corpo dell’unico animale recuperato e probabilmente ucciso a causa dell’ingerimento di veleno, si trova ora presso l’Istituto Zooprofilattico di Catania in attesa di autopsia e la zona è momentaneamente sorvegliata da tutti i residenti e dalle Forze dell’Ordine. Il Consigliere comunale invita le persone che vivono con cani a prestare attenzione durante le passeggiate e a segnalare altre ed eventuali situazioni sospette.