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28 Agosto 2024
16:31

Cinquanta euro per sparare ai cuccioli di cervo in Abruzzo: ecco il tariffario dei cacciatori

50 euro per sparare ai cuccioli di cervo in Abruzzo. È questo il prezzo che la delibera della giunta regionale ha stabilito per i cacciatori. Ma c'è un intero tariffario che definisce anche le cifre per i «maschi da trofeo».

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Cinquanta euro per sparare ai cervi d'Abruzzo. Questa è il contributo minimo richiesto ai cacciatori per abbattere gli animali simbolo della regione. Una recente delibera della giunta regionale abruzzese ha dato il via a partire da ottobre 2024 all'abbattimento di quasi 500 cervi, ritenuti responsabili di danni all'agricoltura.

Nel documento sono riportate non solo le zone in cui i cacciatori potranno abbattere gli animali, ma anche il tariffario. Per ogni animale il cacciatore deve infatti versare un premio secondo un prezziario ben preciso, definito sulla base delle classi dei cervi e della residenza del cacciatore assegnatario. Secondo la tabella allegata alla delibera, i più economici sono i cuccioli con meno di 12 mesi che peri i cacciatori residenti in Abruzzo costano solo 50 euro, mentre la cifra sale a 200 per coloro che vengono da fuori regione.

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Il prezziario per sparare ai cervi contenuto nella delibera

Addirittura, il prezzo di maschi adulti senza mezzi termini definiti "da trofeo" deve essere stabilito con un esperto, proprio in ragione del loro altissimo valore.

A nulla è servita la lettera inviata dalle associazioni di tutela animale al Ministero dell'Ambiente per fermare la mattanza, così come l'appello accorato dal WWF Abruzzo con altre sigle che grazie a una la petizione on line in pochi giorni ha raggiunto quasi 80 mila firme.

Il presidente del WWF Italia Luciano Di Tizio boccia la delibera della Giunta regionale abruzzese definendola «Un provvedimento suicida», anche in considerazione del luogo scelto per gli abbattimenti. Si tratta di due le aree della provincia de L’Aquila in cui la densità dei cervi sarebbe rispettivamente di 2,58 e di 2,39 capi/km2, quindi di pochissimo superiore al valore soglia per autorizzare la caccia di selezione, pari a 2 capi/km2.

«L’Abruzzo – continua Di Tizio – ha sviluppato negli anni una propria formidabile immagine, fatta di amore per la natura e per gli animali. Centinaia di turisti scelgono questi luoghi proprio perché sanno che qui si può incontrare fauna selvatica e che il rapporto con l’uomo è di convivenza e non di ostilità. Una immagine positiva che la Regione rischia di cancellare per accontentare poche decine di cacciatori. Senza peraltro aiutare davvero gli agricoltori che avrebbero bisogno di ben altro. Si sta cercando assurdamente, e con un danno enorme per l’economia, di trasformare l’Abruzzo da regione dei parchi a regione parco giochi per cacciatori».

Il pensiero va ai cervi che questa estate hanno fatto il bagno a Villetta Barrea o una passeggiata a Civitella Alfedena, ignari di ciò che aspetta adulti e piccoli tra pochi mesi.

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Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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