Cinghiali invadono Roma: l’esperta spiega perché arrivano in città

Li chiamano “i nuovi barbari”, perché con le loro incursioni stanno conquistando Roma. Sono i cinghiali, protagonisti di diversi video (diventati virali) che li immortalano mentre fanno slalom nel traffico romano o rovistano tra la spazzatura in cerca di cibo. La dottoressa Federica Pirrone ha spiegato a Kodami perché i cinghiali arrivano in città e come bisogna comportarsi.

28 Settembre 2021
11:55
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Li chiamano i «nuovi barbari», perché con le loro incursioni stanno conquistando Roma. Sono i cinghiali, protagonisti di diversi video (diventati virali) che li immortalano mentre fanno slalom nel traffico della Capitale o rovistano tra la spazzatura in cerca di cibo. Scene che hanno suscitato una certa ilarità sul web, ma anche molta preoccupazione tra i cittadini.

Quello delle incursioni dei cinghiali, però, è un fenomeno di carattere nazionale, e che non riguarda quindi soltanto Roma, dove, nel corso della campagna elettorale per l'elezione del nuovo sindaco, questi animali sono diventati un tema di forte dibattito tra i candidati. Anche in altre grandi città, come Genova e Torino, sono aumentate le incursioni di questi animali. Il perché di questi fenomeni sempre più frequenti è legato al numero di esemplari che, nell'ultimo decennio, come ci ha raccontato Federica Pirrone, etologa e docente di Etologia Veterinaria, è raddoppiato: «Si contano circa 2 milioni di cinghiali. Queste specie selvatiche entrano nelle città perché qui vi trovano una nicchia alimentare utile, rappresentata da rifiuti facilmente reperibili. Se aumentano le incursioni dei cinghiali è perché è aumentata la disponibilità di questa nicchia alimentare».

I cinghiali sono animali sociali, abituati a vivere e spostarsi in gruppo. Il meccanismo che li porta ad avvicinarsi sempre più di frequente alle città non è legato al singolo individuo, ma si tratta di una trasmissione sociale dell'informazione all'interno del branco: «Ci sono individui particolarmente curiosi che definiamo esploratori – spiega a Kodami la dott.essa Pirrone -. Si tratta di giovani maschi o femmine con prole al seguito a cui devono insegnare a mangiare. Hanno una maggior predisposizione a esplorare territori nuovi e anche ad assaggiare cibi nuovi. Penetrano nelle città dopodiché arrivano anche tutti gli altri».

Quello dell'inurbamento delle specie selvatiche è un fenomeno piuttosto complesso e che andrebbe affrontato su più fronti. Per quanto concerne l'azione del singolo cittadino, è importante non far abituare gli animali selvatici alla presenza dell'uomo, ma soprattutto non dare loro da mangiare: oltre a essere vietato dalla legge, è un'azione estremamente pericolosa che può aumentare il rischio di incidenti: «Alimentare i cinghiali e la fauna selvatica non va bene, perché crea una vicinanza, accorcia la distanza tra noi e loro. Questa eccessiva vicinanza non fa bene né a noi e né alle altre specie».

Nell’obiettivo di una convivenza responsabile tra uomo e natura, il ruolo del cittadino è cruciale, sia per la salvaguardia degli stessi animali e sia per prevenire danni a persone o cose: «La gestione dell’inurbamento di specie selvatiche come i cinghiali si basa sulla messa in atto di interventi nelle città ma anche fuori da esse. Gli interventi fuori dalle città servono a prevenire l’avvicinamento di questi animali nei centri urbani, e sono la limitazione della riproduzione o il riequilibrio dell'ecosistema senza che sia ostacolata la presenza di grossi predatori, come i lupi o gli orsi. Nelle città è importante tenere pulite le strade e sensibilizzare i cittadini al corretto rapporto con gli animali selvatici. I cittadini non devono temere la fauna selvatica ma devono imparare a rispettarla e conoscerla».

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