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26 Maggio 2021
14:20

Cinghiali e piccioni: la Regione Toscana dà ai contadini la possibilità di ucciderli

Cinghiali, ma anche storni, piccioni e nutrie. Gli animali stanno invadendo le campagne e la Regione Toscana ha aperto la strada a un intervento diretto degli agricoltori per contenere la fauna. In pratica, tra le diverse operazioni volte a ridurne il numero, sarà anche possibile (per chi è in possesso di una licenza di caccia), di ucciderli.

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Cinghiali, ma anche storni, piccioni e nutrie. Gli animali stanno invadendo le campagne e la Regione Toscana ha aperto la strada a un intervento diretto degli agricoltori per contenere la fauna. In pratica, tra le diverse operazioni volte a ridurne il numero, sarà anche possibile (per chi è in possesso di una licenza di caccia), di ucciderli.

A dare la notizia agli agricoltori toscani è stato il funzionario della vicepresidenza regionale Riccardo Burresi nel corso di un incontro organizzato su Zoom da Coldiretti. Si tratta, più nel dettaglio, della modifica di una delibera del 2016 (la numero 310), che permette agli agricoltori di intervenire direttamente. Le regole, però, sono due: avere la licenza di caccia ed essere sotto la supervisione della polizia provinciale.

Secondo Coldiretti nel corso degli ultimi anni la popolazione dei cinghiali è arrivata, in Regione, a raggiungere quota 450 mila, con una stima dei danni alle campagne che supera i 4,5 milioni di euro. Stando alle stime dell’associazione degli agricoltori, ogni 100 ettari di territorio si contano circa 20 cinghiali mentre  «il piano faunistico regionale – ha spiegato il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi – ne prevede da 0,5 a un massimo di 5 capi. Si conta un ungulato per ogni pecora negli allevamenti, 4 per maiale e 6 per ciascun bovino».

«Il Covid ha ridotto gli abbattimenti di circa 80mila esemplari, la presenza degli ungulati è eccessiva. Oggi, poi, i problemi sono anche causati dai piccioni per le semine del mais e dei girasoli. Ci sono molte aziende che seminano e poi sono costrette a riseminare. Così l’equilibrio non c’è e spese le stiamo sostenendo noi – dice a Kodami Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Toscana – Non vogliamo in nessun modo passare come i "giustizieri della notte", ma è evidente che abbiamo un problema di sovrannumero. Nella stessa delibera regionale si parla anche di catture. Noi siamo molto interessati a questo più che all’abbattimento»

Il provvedimento della Regione Toscana, prosegue Filippi, «segna un cambio di approccio verso una problematica da tempo fuori controllo e che pone oggi la Toscana all’avanguardia nei confronti di un meccanismo di riequilibrio, che coinvolge direttamente le imprese agricole, nei confronti degli ungulati». «E’ molto importante che questo provvedimento sia possibile per altre specie di ungulati come storni, piccioni e nutrie che in alcune zone della Toscana che hanno una incidenza ancora più pesante dei cinghiali – aggiunge – Un provvedimento che ha rimesso, dopo tanto tempo, l’agricoltura al centro».

La procedura che porterà a contenere il numero degli uccelli e dei cinghiali passerà attraverso un’autorizzazione che dovrà essere fornita in digitale, con un numero che identifica la pratica e che sarà inviato alla polizia. La gestione post-abbattimento sarà invece in capo agli Ambiti territoriali di caccia.

La Lega per l'abolizione della caccia: «Ecco le alternative»

La decisione della Regione e le posizioni di Coldiretti non vengono accettate tout court nel mondo delle associazioni animaliste, ovviamente. Nello specifico, abbiamo sentito Raimondo Silveri, delegato toscano della Lega per l’abolizione della caccia, che chiaramente mette in luce eventuali soluzioni alternative che potrebbero essere prese in via anche preventiva per non arrivare a soluzioni cruente. «Hanno trovato la strada più facile per mere questioni elettorali – sottolinea Silveri – mentre si possono perseguire strade diverse. Si devono togliere gli allevamenti di cinghiali fatti a scopo di ripopolamento che sono più di 50 in Toscana. Poi si deve togliere la commercializzazione della carne di cinghiale che è diventato ormai un business: la verità è che non interessa davvero a nessuno ridurne la popolazione, fanno comodo a tutti. Poi bisogna cambiare le squadre che cacciano sempre nelle stesse zone e usare metodi alternativi previsti già dalla legge. Sono tutti metodi incruenti come le recinzioni e i fili elettrificati».

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