Svolta nel caso dei cinghiali rinchiusi nel parco della Maggiolina a La Spezia. Secondo gli attivisti in presidio da dodici giorni si sarebbe deciso per l'abbattimento di Perla, Amara e dei loro sette cuccioli.
Sulla questione è intervenuta la Lav attraverso un appello lanciato sulle pagine di Kodami al commissario straordinario alla Peste suina africana Angelo Ferrari. «Chiediamo al Commissario straordinario una deroga all'abbattimento dei cinghiali rinchiusi nel parco della Maggiolina per consentirne il trasferimento in un'area privata nel rigoroso rispetto dei principi di biosicurezza – dice il responsabile nazionale animali selvatici Lav, Massimo Vitturi – Vogliamo in questo modo scongiurare il rischio sanitario connesso all'emergenza peste suina e salvaguardare la salute dei suidi selvatici. Il trasferimento, infatti avverrà previa verifica del loro stato sanitario all'interno di una struttura individuata dalla nostra associazione».
La Lav fa sapere che si farà carico di ogni incombenza connessa al trasporto e alla responsabilità dei cinghiali una volta accertata la loro negatività alla malattia. Negatività che sembra molto probabile dato che è di queste ore la conferma che il cinghiale trovato senza vita nella Maggiolina non è morto di peste suina.
Starà ora alla struttura commissariale rispondere all'appello lanciato dalla Lega anti vivisezione e ai tanti attivisti che da giorni presidiano il parco urbano della Spezia.
L'occhio delle associazioni e delle istituzioni è quindi puntato su La Spezia, dove anche il sindaco Pierluigi Peracchini, grande amante degli animali, è intervenuto sulla questione pubblicamente. Lo ha fatto lo scorso 9 agosto con un post sulla sua pagina Facebook: «Questione cinghiali, un po’ di chiarezza. Una famiglia di cinghiali si trova al Parco della Maggiolina che è stato chiuso per la sicurezza loro e nostra. Ho firmato un’ordinanza di NON abbattimento, ma che vengano addormentati e portati in una zona sicura. La competenza sugli ungulati è regionale, ma farò di tutto per tutelare loro e gli spezzini cercando di risolvere un problema che riguarda, purtroppo, diversi quartieri. Il loro habitat non è la Città. Voi che cosa ne pensate?». Lo scritto ha aperto un dibattito da oltre mille commenti e duecento condivisioni.
Il post, apparentemente rassicurante, cela una verità dolorosa e ingombrante: secondo il regolamento regionale della Liguria quando le guardie prelevano dei cinghiali devono abbatterli in zone isolate oppure portarli nelle cosiddette Zac, zone di addestramento cani dove serve poca immaginazione per capire la fine che faranno.
A questa realtà si aggiunge la scure dell'Ispra, l'Istituto superiore ambientale, interrogato da Regione Liguria. Per gli esperti i cinghiali del parco non rappresentano una popolazione protetta e vanno abbattuti. Secondo i veterinari dell'Istituto il rischio risiede nella probabile diffusione del virus della peste suina, non pericoloso per l'uomo ma disastroso per gli allevamenti di maiali. Inoltre ritengono dannoso il fatto che questa famiglia si sia abituata al contatto con l'uomo, anche perché alimentata da alcune persone. Insomma: troppo domestici per essere reimessi in una zona lontana da centri abitati, da dove potrebbero tornare in cerca di cibo e causare danni all'uomo.
Per i tecnici dell'Ispra la rimozione è urgente e nessuna altra ipotesi, se non quella del trasporto al macello, praticabile. Ma quello con cui veterinari e tecnici non hanno fatto conto è il presidio di cittadini che hanno creato un vero e proprio cordone protettivo intorno a Perla, Amara e ai loro cuccioli. Ogni pomeriggio tantissime famiglie, capitanate da bambine e bambini super emozionati, hanno preso l'abitudine di far visita alle due famiglie di cinghiali, incuriosite dalla possibilità dell'incontro rispettoso con l'altro da sé. Ogni sera mamme e papà riescono a staccare bambine e bambini dal parco con una sola promessa "Andiamo a casa, torniamo domani, tanto loro restano qui".
E nessuno può immaginare che entro pochi giorni questi cinghiali possano essere narcotizzati e portati via per essere uccisi. Gli attivisti vogliono un finale diverso e positivo alla storia di questo incontro tra cinghiali ed esseri umani.
«Sarà un viaggio di sola andata per il mattatoio – scrivono in una nota stampa gli attivisti in presidio alla Maggiolina – Non credete a chi vi racconterà che questa sanguinosa soluzione sia l'unica possibile». E proseguono spiegando di aver trovato un rifugio disposto ad accogliere da subito la famiglia di ungulati: «Il tam tam delle tante persone ed associazioni solidali è riuscito a tradursi nella disponibilità di un rifugio, pronto ad ospitare le due famiglie».
La Spezia emergenza cinghiali, la petizione online
Ha raggiunto 3.851 firme la petizione online lanciata su Change.org che chiede alla Regione e al Comune soluzioni alternative all'abbattimento. «Noi cittadini chiediamo un intervento non cruento e il ricollocamento degli animali nel loro habitat naturale: il bosco. La legge 221 del 28 dicembre 2015 art.7 vieta l'immissione dei cinghiali sul territorio ma qui non si tratta di una nuova immissione, bensì, di un riposizionamento degli animali da dove sono venuti che è cosa ben diversa».
I promotori chiedono con forza la liberazione dei cinghiali confinati nel parco della Maggiolina prima che sia troppo tardi. «Ci appelliamo all'amministrazione regionale e comunale affinché ci si attivi per la ricerca e per l'attuazione di soluzioni finalmente alternative all'abbattimento, indicative di civiltà, di ragionevolezza, di rispetto della vita e della fauna selvatica che è patrimonio dello Stato e quindi, di noi tutti».
Una battaglia che ricorda quella in corso a Roma per gli animali della Sfattoria che Kodami sta seguendo dal primo giorno e che al momento è rinviata a settembre, nonostante l'ordine di abbattimento.