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23 Agosto 2022
17:41

Cinghiali, al via l’abbattimento per il contenimento della peste suina a Viterbo: tre uccisi

L'ambito territoriale 2 riguarda il sud del viterbese, ed è il primo ad attuare il Priu, Piano regionale interventi urgenti per la gestione, il controllo e l'eradicazione della peste suina africana nella specie cinghiale. I cacciatori sono intervenuti su richiesta di un'azienda agricola.

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Tre cinghiali sono stati abbattuti all’interno del territorio di caccia (Atc) Viterbo 2 nell’ambito del piano di contenimento della peste suina africana.  Lo ha comunicato il presidente dello stesso Ambito Territoriale di Caccia, Alberto Scarito, confermando che l’abbattimento è scattato su richiesta di un’azienda agricola ed è stato coordinato dal nucleo venatorio della Polizia Provinciale.

«Il primo intervento si inserisce nel piano regionale di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste africana nella specie cinghiale», ha aggiunto Scarito. Una notizia che arriva quando a Roma infuriano le proteste per l’ordinanza di abbattimento disposta dalla Asl Roma 1 verso i 140 tra cinghiali e maiali che nella Sfattoria degli Ultimi, una struttura che sorge sulle colline di Roma Nord, in piena zona rossa e dunque all’interno dell’area in cui vengono disposti gli abbattimenti. Una battaglia che vede i gestori del santuario, volontari e attivisti provenienti da tutta Italia uniti e compatti nell’impedire a qualsiasi costo che gli animali, tutti sani e monitorati quotidianamente (e tutti salvati da morte certa, che fosse abbattimento o macellazione), vengano uccisi approfittando di quello che a oggi è un vuoto giuridico.

Proprio oggi per la Sfattoria – che ha ottenuto di bloccare gli abbattimenti sino al 12 settembre – è arrivata la notizia di un nuovo, importante traguardo raggiunto: il Ministero della Salute ha accolto la richiesta della Lav di eliminare il limite dei due suidi quando si parla di abbattimenti, aprendo dunque una strada alternativa a rifugi e santuari che ospitano maiali e cinghiali in numero superiore e che non sono, ovviamente, allevamenti a scopo di produzione alimentare. Per la Sfattoria degli Ultimi, che accoglie 140 animali, significa aggiungere un altro tassello nella battaglia per ottenere l’annullamento della disposizione di abbattimento emessa dall’Asl 1.

Il Comune di Viterbo è considerato un territorio ad alto rischio per la diffusione della peste suina africana secondo uno studio dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana pubblicato come allegato del Priu (Piano regionale interventi urgenti per la gestione, il controllo e l'eradicazione della peste suina africana nella specie cinghiale). Questo perché nella zona della Tuscia si concentrano molti allevamenti: nell’elenco ci sono anche Accumoli, Amaseno, Ceprano, Contigliano, Fiumicino, Manziana, Pignataro Interamna, Pontecorvo, Roccasecca, Roma e Tarano.

L'ambito territoriale 2 riguarda il sud del viterbese, ed è il primo ad attuare il Priu, con la girata – metodo di caccia di gruppo con poste e cani – che si aggiunge alla caccia di selezione. Anche il sindaco di Sora, Luca Di Stefano, alla luce dell’alto numero di cinghiali registrati sul territorio ha chiesto che vengano catturati e poi trasferiti in «aziende specializzate nella loro gestione», che significa fondamentale procedere con gli abbattimenti.

«L’autorizzazione agli abbattimenti – ha detto l’Atc Viterbo 2 – è valida fino al 31 luglio 2023 nella superficie compresa nei comuni di Barbarano Romano, Bassano Romano, Bassano in Teverina, Blera, Calcata, Canepina, Capranica, Caprarola, Carbognano, Castel Sant’Elia, Vita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Faleria, Gallese, Monteromano, Monterosi, Nepi, Oriolo Romano, Orte, Ronciglione, Soriano nel Cimino, Sutri, Tarquinia, Tuscania, Vallerano, Vasanello, Vejano, Vignanello, Villa San Giovanni in Tuscia e Vetralla, anche nelle zone di ripopolamento e cattura e nelle oasi di protezione di nostra competenza».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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