Sono stati abbattuti sul posto i cinghiali che la mattina del 18 gennaio si trovavano all’ingresso del parco di Villa Pamphilj, in via di Porta San Pancrazio, a Roma, non lontano dal Gianicolo. A confermarlo all'Oipa è stata la Asl, che ha risposto alla richiesta di accesso agli atti avanzata dall'organizzazione per fare chiarezza sull'accaduto.
«Quella mattina sono intervenuti due veterinari Asl, che hanno abbattuto sul posto tre cinghiali adulti e i loro cuccioli dopo averli narcotizzati – confermano dall'Oipa – Dunque, degli esemplari presenti nessuno è stato rimesso in libertà, ma gli attivisti arrivati anche loro sul posto sono riusciti a sottrarne due alla telenarcosi». La versione della Asl non coincide dunque con quella fornita dal presidente del XII Municipio, Elio Tomassetti, che aveva invece dichiarato che «non ci sono stati abbattimenti sul posto. Il protocollo prevede la narcotizzazione da parte dell’Asl. Dopodiché gli animali vengono portati, come accaduto in questo caso, in strutture specializzate dove si analizzano gli ungulati per capire se hanno contratto la peste suina. E da lì si decide cosa fare».
Anche Kodami, nelle ore successive alla notizia della cattura, aveva avuto conferma che i cinghiali sarebbero stati certamente abbattuti. Questo è infatti ciò che prevede il protocollo quando si procede con la cattura tramite telenarcosi: una volta che il cinghiale è stato narcotizzato non può più essere reintrodotto in natura e deve essere eventualmente portato in centri appositi, che nel Lazio scarseggiano. I cinghiali – come aveva confermato Daniele Diaco, consigliere capitolino M5s e vicepresidente della Commissione Ambiente – vengono appunto narcotizzati, dopodiché, quando sono sedati, la Asl somministra un ulteriore farmaco praticando l’eutanasia.
Nel caso dei cinghiali di Villa Pamphilj, il protocollo è stato attivato per due motivi principali: da un lato la vicinanza con la zona rossa istituita dopo il ritrovamento del primo cinghiale risultato positivo alla peste suina africana, lo scorso maggio, dall'altro una questione di incolumità pubblica legata alla frequentazione del parco, il più grande di Roma, da parte di famiglie, bambini, anziani e persone a passeggio con i cani. Troppo pericoloso, per il Municipio e la Polizia Locale, attendere che si allontanassero da soli, ed è così partita la segnalazione alla Asl.
«Spiace constatare gli enti intervenuti non abbiano avuto il coraggio di informare correttamente la cittadinanza, ovvero che i cinghiali erano stati subito abbattuti. C’è voluta la nostra richiesta di accesso agli atti per avere la verità – è stato il commento del responsabile per la Fauna selvatica dell’Oipa, Alessandro Piacenza – Le proteste per il trattamento riservato ai poveri cinghiali di Villa Pamphilj sono state molte e anche quelle di una scarsa trasparenza. Speriamo che episodi del genere non si verifichino più, che si dia un’opportunità ai cinghiali che arrivano nei centri abitati attirati dai rifiuti non correttamente smaltiti. Una volta che si sia attestato il loro stato di salute, se sani, possono essere ceduti a fattorie e santuari, come tante volte richiesto dagli stessi gestori. Auspichiamo inoltre che nel presto possa inoltre essere introdotta la loro sterilizzazione tramite il farmaco Gonacon, attualmente nella fase di sperimentazione autorizzata dal Ministero della Salute».