A pochi giorni dall’approvazione della norma che consente la caccia anche con l’arco, la Liguria ha fatto già i conti con la prima vittima. In provincia di Imperia è stato trovato un cinghiale gravemente ferito da una freccia conficcata in fronte, si è salvato solo grazie alla segnalazione di alcuni escursionisti e al pronto intervento di Accademia Kronos.
Un episodio che ha rinvigorito la già vibrante protesta delle associazioni animaliste che avevano subito definito l’emendamento come «una barbarie legalizzata» con tanto di raccolta firme online e mail bombing all’indirizzo di Regione Liguria.
L’episodio di Imperia, però, non ha scatenato solamente la risposta degli animalisti, ma ha portato anche alle precisazioni di Federcaccia sezione arcieri che, oltre a difendere l’operato di chi caccia con arco e frecce, prende le distanze dall’episodio di Imperia e difende l’emendamento della Lega votato in Consiglio regionale.
«Basta con menzogne e strumentalizzazioni – commenta Danilo Rosini, presidente dell’associazione – la caccia al cinghiale con arco e frecce sul territorio ligure è sempre stata consentita. La recente modifica alla normativa ha soltanto previsto di potere usare arco e frecce anche nel controllo selettivo degli altri ungulati. Inoltre, l’entrata in vigore delle nuova modifica alla normativa potrà avvenire solo successivamente all’adozione di un regolamento di attuazione, cosa che ad oggi ancora non esiste».
E, poi, sull’episodio di Imperia: «Il presunto fatto riferito dai media appare dunque un atto di bracconaggio. Peraltro risulta evidente che sia stata utilizzata una balestra, poiché oggetto ritrovato è un dardo: l’uso della balestra per la caccia è vietato dalla normativa nazionale, pertanto il deprecabile episodio non può in nessun modo imputato a un arciere».
Intanto, oltre alla netta opposizione delle associazioni animaliste, da Roma arriva il “no” alla norma ligure anche da parte dell’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali presieduto da Michela Vittoria Brambilla e del quale fanno parte anche le forze politiche che governano Regione Liguria e che hanno votato l’emendamento proposto da Alessio Piana (Lega). «Chi, negli anni Venti del XXI Secolo, rilancia per legge la caccia con arco e frecce, che produce inutili e gravi sofferenze per gli animali, merita l’appellativo di ‘barbaro’» dichiarano dall’intergruppo, mentre Brambilla aggiunge: «La caccia è già di per sé una pratica violenta, l’uso dell’arco, per quanto consentito dalla legge nazionale, ne esalta soltanto l’essenza sanguinaria e il carattere anacronistico. Di sicuro gli animali trafitti moriranno dissanguati tra indicibili sofferenze».
Il documento con cui l’intergruppo chiede a Regione Liguria di fare un passo indietro è stato firmato anche dai vicepresidenti: Sergio Costa (M5s) e Walter Rizzetto (FdI), e dai parlamentari Alessandra Maiorino, Susanna Cherchi (M5s), Rita dalla Chiesa, Gloria Saccani Jotti, Debora Bergamini (FI), Paola Frassinetti (FdI), Isabella De Monte (Azione), Julia Unterberger (Autonomie), Devis Dori (Verdi).