Accerchiato in un parco e incalzato da un gruppo di persone armate di mazze, manganelli e cinghie decise a catturarlo: succede a Mentana, piccolo Comune a nord di Roma, protagonista un cinghiale messo alle strette da un gruppo di cittadini e anche da un Carabiniere.
La scena è stata immortalata da alcuni presenti, e il video (che Kodami sceglie di non pubblicare, nel rispetto della dignità di ogni essere vivente) è stato rilanciato dalla pagina Instagram “Welcome to Favelas”. Il filmato riprende chiaramente i tentativi del tutto inadeguati, oltre che crudeli, di catturare l’animale, e quelle che sembrano intenzioni tutt’altro che pacifiche da parte delle persone impegnate nella discutibilissima impresa. Un comportamento che ha messo anche a rischio l’incolumità dei presenti, visto che il cinghiale, sentendosi e vedendosi chiaramente minacciato, ha iniziato a correre all’interno della piccola area verde nel tentativo di scappare.
Il filmato si conclude proprio mostrando la corsa dell’animale, e non è chiaro cosa gli sia successo in seguito, ma l’accaduto ha rinfocolato le proteste delle associazioni che si battono per la tutela dei diritti animali, con la Lav che si è fatta portavoce di una dura condanna: «Il video che ha immortalato tutte le fasi del tentativo di cattura è la dimostrazione concreta del livello al quale può arrivare l’imbecillità umana e, d’altro canto, di quanto invece gli animali selvatici siano tolleranti nei nostri confronti – sottolinea l’associazione – Infatti, nonostante il cinghiale sia stato messo letteralmente “con le spalle al muro” da alcuni esagitati con intenzioni fortemente bellicose, non ha reagito e ha continuato a cercare una via di fuga per potersi mettere in salvo senza nuocere ad alcuno».
L’associazione ha quindi chiamato in causa l'emendamento alla Legge di Bilancio presentato da Fratelli d'Italia, subito ribattezzato "emendamento Far West”, che stabilisce la possibilità di sparare ai cinghiali anche in aree urbane e protette. Un provvedimento approvato nell’ottica di ridurre drasticamente il numero di suidi selvatici anche alla luce dell’epidemia di peste suina africana, che è stato però contestato anche da alcune tra le più importanti società scientifiche italiane, che in una lettera aperta hanno fatto presente senza mezzi termini che«sull’attività venatoria si azzera il contributo della scienza». Vincenzo Caputo, direttore generale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Umbria e delle Marche (IZSUM), già durante un'audizione in Senato e poi in un'intervista su Kodami aveva sottolineato come la caccia è una misura inefficace per gestire la popolazione di ungulati, e quindi per contenere la diffusione della Peste suina africana.
«Le nuove disposizioni normative che liberalizzato la caccia a qualsiasi animale, per tutto l’anno, non faranno che incrementare il numero di incidenti con gli animali selvatici – sottolinea la Lav – ma quanto accaduto a Mentana dimostra finalmente e senza ombra di dubbio, che le responsabilità saranno da ricercare esclusivamente tra coloro che hanno approvato il famigerato emendamento “caccia selvaggia” che porterà il far-west venatorio fino all’interno delle nostre città, con veri e propri squadroni della morte come accaduto a Mentana». L’associazione ha quindi rinnovato l’appello a firmare la petizione lanciata online e diretta alla Commissione Europea per chiedere che intervenga sull’emendamento, rivolgendosi alla presidente Ursula Von der Leyen e il Commissario Europeo all’Ambiente, Virginijus Sinkevičius.