La Liguria si conferma terra complicata in tema di convivenza tra cinghiali e residenti, specie nelle zone collinari a ridosso dei boschi. Ormai gli episodi di incontri e abbattimenti sono all’ordine del giorno, anche per via della nuova stagione della caccia. Da Celle Ligure, in provincia di Savona, arriva ora l’ennesimo episodio che rimette al centro l’eterno confronto tra chi adotta soluzioni drastiche e chi, invece, chiede metodi alternativi e meno violenti per evitare situazioni di potenziale pericolo per uomini e animali.
Così come pianificato da Regione Liguria nell’ambito dei servizi richiesti ai cacciatori per ridurre la presenza di cinghiali nei centri abitati, un esemplare è stato abbattuto in città a Celle Ligure, scatenando la reazione degli animalisti di zona. «L’ennesimo tranquillo cinghiale, sceso in città per cibarsi, è stato passato per le armi – commentano dall’Osservatorio Animalista Savonese – è avvenuto a Celle Ligure, mentre ad Alassio, su richiesta del sindaco, lavorano alacremente tre gabbie di cattura, di cui il primo cittadino si è recentemente vantato, ed in cui sono stati fucilati oltre cento animali in pochi mesi, senza arrestare il flusso degli animali in città».
«Sono ben altre le soluzioni per tenere fuori gli animali dagli abitati, senza torturarli a morte – aggiungono da OSA – chiudere i passaggi di transito dal bosco alle periferie, segregare i cassonetti dell’immondizia per evitare che vengano raggiunti dai selvatici, pretendere da cacciatori cinghialisti locali di pattugliare periodicamente le periferie con i cani a guinzaglio per spaventare i branchi. Gli animali catturati possono invece essere trasportati e liberati nelle campagne: la legge vieta espressamente di “immettere” cinghiali nel territorio ma in questi casi si tratta di animali che già fanno parte del territorio e quindi si tratta di “restituzione” e/o “trasferimento” e/o “reimmissione”. Chi ha ricoverato e curato cinghiali conosce l’intelligenza e la sensibilità di questi animali e non fa fatica a pensare che, con ogni probabilità, un animale che è stato catturato in gabbia e ne ha subito grave stress, si guarderà bene dal tornare in città».
«Si eviterà, tra l’altro, di spendere ben 500 euro circa a capo per le operazioni di incenerimento del corpo – concludono dall’Osservatorio Animalista Savonese – proprio in questi giorni la regione Liguria ha deliberato una discreta somma proprio per rifondere ai Comuni tali spese, ma sono sempre soldi pubblici”.
Cronache alla mano, però, la sensazione è che l’episodio di Celle Ligure non sia destinato a essere l’ultimo.