Di tutto il regno animale sono due in particolare le specie che sono entrate nelle nostre case come veri e propri membri della famiglia. E sono proprio quelle che nell’immaginario comune sono agli antipodi: stiamo parlando del cane e del gatto. Sono infatti animali percepiti (a buona ragione) come diversi tra loro ma così tanto da creare in noi animali umani delle faide tra “gattari” e “canari”.
A favore dei gatti in genere viene considerata la loro indipendenza e la capacità di scelta in autonomia, infatti le persone che amano i mici sono affascinate e stimolate dalla loro ritrosia e dalla difficoltà ad ottenere la loro fiducia. Gli amanti dei cani, invece, ne esaltano la maggiore dolcezza e il desiderio di stare insieme a noi (anche se non sempre è così) che li rende dei compagnoni di avventure leali e ideali.
Cani e gatti interagiscono con noi in base alle caratteristiche della loro specie. Ma non si può fare di tutta l’erba un fascio: esistono eccezioni date dai singoli individui. Ci sono gatti più espansivi e pro sociali che si avvicinano molto al comportamento canino ed esistono cani diffidenti e autonomi che richiamano alla nostra memoria i piccoli felini. Ma nella loro diversità, in realtà cani e gatti hanno più cose in comune di quanto immaginiamo. Vediamole insieme.
Appartengono entrambi al gruppo dei mammiferi e dell’ordine dei carnivori
Cani e gatti sono in qualche modo “imparentati”. Ovvero entrambi appartengono alla classe dei mammiferi, il ché significa che hanno pelliccia, sono a sangue caldo e le femmine nutrono i loro piccoli con il latte.
Sia i cani che i gatti appartengono all’ordine dei carnivori (ovvero gli animali che si nutrono esclusivamente o prevalentemente di carne). Con la differenza, però, che con il tempo il cane è diventato un “carnivoro opportunista”: la sua stretta vicinanza con l’uomo ha fatto sì che si adattasse a mangiare più alimenti, tanto da essere definito un “onnivoro”. Il gatto, invece, ha conservato intatte le sue ancestrali abitudini alimentari.
Sono entrambi delle specie domestiche
Sia i cani (Canis lupus familiaris) che i gatti (Felis silvestris catus) sono specie domestiche che si sono evolute anche in seguito alla convivenza con gli esseri umani che ne hanno selezionato determinate caratteristiche, dando vita a numerose razze a partire da progenitori selvatici.
Attraverso il processo di domesticazione, infatti, in tempi diversi entrambe le specie sono entrate a far parte delle strutture sociali umane.
I gatti hanno iniziato ad avvicinarsi ai primi villaggi in maniera simile a quanto avvenuto per i cani. Questo processo ha poi avviato una trasformazione lenta e graduale da animale elusivo, solitario e territoriale in quello che oggi viene considerato “l’angelo della casa”.
A differenza dei cani, però, i gatti domestici hanno mantenuto un aspetto generalmente più simile a quello dei loro antenati, un carattere indipendente e gli esseri umani hanno dato luogo a un numero decisamente inferiore di razze rispetto a quanto fatto con il cane, il cui processo di domesticazione è più antico rispetto a quello dei gatti. La domesticazione di Fido è infatti iniziata almeno 30 mila anni fa, quella dei mici da circa 10 mila anni.
Le razze dei cani, poi sono state create selezionando geneticamente delle caratteristiche fisiche e comportamentali, i gatti invece hanno subito una selezione basata unicamente sull’aspetto fisico.
Hanno entrambi l’organo vomeronasale
Sia cani che gatti hanno a disposizione un “sesto senso”. A differenza di noi umani, infatti, sono dotati di un organo le cui funzioni sono davvero straordinarie. Si tratta del cosiddetto “organo di Jacobson”, in onore dello studioso che lo ha scoperto, il cui nome scientifico è organo vomeronasale.
Questo “piccolo scrigno” ha diverse funzioni ed è strettamente collegata all’olfatto. Nel cane si trova sotto al naso, praticamente alla fine del palato, nel gatto dietro gli incisivi superiori. Ad entrambi permette di percepire e poi elaborare gli odori, in particolare i feromoni che sono molecole chimiche rilasciate da altri animali (conspecifici e non).
Attraverso l’organo di Jacobson gatti e cani interpretano il mondo: è un fondamentale canale di comunicazione per inviare e ricevere i messaggi che arrivano “da fuori”.
Comunicano entrambi con gli esseri umani
Cani e gatti hanno adottato diversi tipi di vocalizzi per ottenere qualcosa per comunicare con gli esseri umani. E’ una delle loro specialità e delle grandi capacità che hanno entrambe le specie acquisito nel relazionarsi con noi.
I cani, in particolare, e lo sappiamo perché sono stati più studiati negli ultimi vent’anni dalla scienza rispetto ai gatti, sono riusciti a comprendere il nostro comportamento fino anche a prevedere quali sono le nostre intenzioni e pure capire se gli stiamo mentendo. Allo stesso tempo hanno pure modificato il loro stile di comunicazione per rendere “più semplice” a noi umani comprendere ciò che desiderano.
I gatti, poi, riescono addirittura a riprodurre un suono particolare la cui frequenza ricorda quella di un bambino appena nato. Secondo uno studio dell’Università britannica del Sussex pubblicata su Current Biology, questo tipo di miagolio riesce ad avere effetti a livello subliminale sui pet mate.
Entrambi infine utilizzano diverse posture corporee e mimiche facciali per comunicare con gli umani e con gli altri animali.
Attaccamento
Sia cani che i gatti soffrono molto nel momento in cui si separano dalla loro persona di riferimento, che vedono come una fonte di sicurezza e protezione. Spesso si pensa che il gatto sia meno legato e più individualista ma ciò su cui bisogna prestare attenzione è che, al di là delle caratteristiche di specie o di razza, ognuno è un soggetto a sé e ciò vale tanto per Fido quanto per Micio.
Anche la manifestazione di momenti di disagio avviene in maniera simile: vocalizzi persistenti, comportamenti distruttivi soprattutto nei confronti di mobili e oggetti in casa, deiezioni lasciate dentro le mura domestiche su oggetti come scarpe, vestiti o anche sul letto. Sono solo alcuni esempi che accomunano cani e gatti nell’espressione di comportamenti atipici che mettono in risalto situazioni di difficoltà emotiva.
Ricordiamo a tal proposito che entrambi gli animali richiedono cure veterinarie regolari, una dieta equilibrata e una giusta quantità di movimento e di stimolazione mentale.