Lasciati chiusi in casa, completamente abbandonati a loro stessi, al freddo e senza possibilità di uscire o interagire con esseri umani: è il Natale che hanno trascorso i due cani trovati dalla polizia di Roma in un appartamento di via dell’Archeologia, nel quartiere di Tor Bella Monaca.
I poliziotti sono interventi insieme con le pattuglie della Polizia Locale di Roma Capitale e le Guardie Zoofile dopo le segnalazioni su un incessante abbaiare proveniente da un appartamento. Quando sono arrivati, gli agenti hanno trovato un Pastore Tedesco e un Pitbull soli, costretti a vivere nelle loro deiezioni e in mezzo alla sporcizia, privi di qualsiasi riferimento umano. Le condizioni del Pitbull in particolare hanno destato preoccupazioni, vista la presenza di diversi graffi sulla testa e sul muso.
I poliziotti a quel punto hanno chiamato i veterinari della Asl per accertare lo stato di salute dei cani e poi hanno rintracciato due persone, un ragazzo di 23 anni e una ragazza di 19, entrambi denunciati, che con tutta probabilità hanno lasciato i cani soli a casa per i festeggiamenti del periodo natalizio.
L’ipotesi di reato è maltrattamento animale, visto che per legge una delle manifestazioni della violenza è anche la negligenza e cioè la parziale o totale carenza di cure e attenzioni verso i bisogni basici di un altro individuo (es. riparo, cibo, cure mediche, affetto e relazione sociale).
Il maltrattamento di animali è disciplinato e sanzionato dal codice penale, nello specifico dalla legge 189 del 2004 all’articolo 544 ter del titolo IX bis: «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro», si legge nel testo.
L'articolo 544 ter prevede la stessa pena per chi somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate o trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena per il maltrattamento aumenta della metà se dalla condotta deriva la morte dell’animale.