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16 Luglio 2023
13:15

Chiude la Collina dei Cani nel Ragusano, il dolore dell’educatrice dimenticata dalle istituzioni

Tre anni fa ad Acate, in provincia di Ragusa, un'educatrice cinofila aveva dato vita ad un progetto più unico che raro in Sicilia, che però purtroppo oggi non esiste più. L'educatrice, tramite un comunicato sui social, ha ripercorso i momenti più difficili che ha dovuto affrontare in solitudine, combattendo da sola contro le problematiche legate al randagismo.

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«La Collina dei Cani is dead»: è attraverso queste brevi parole che non lasciano margini di dubbio che Maria Mezzasalma, zooantropologa ed educatrice cinofila esperta della relazione uomo-animale, ha comunicato la “morte” del suo progetto, nato tre prima alla periferia di Acate, un piccolo comune in provincia di Ragusa.

Era stata la stessa Mezzasalma ad aver dato vita al progetto che però, almeno in partenza, si prefissava obiettivi completamente diversi da quelli ottenuti nel corso degli anni, fino all’annuncio della chiusura definitiva. La struttura infatti era nata per divenire luogo di riferimento per tutte le persone interessate a consolidare il proprio rapporto con gli amici a quattro zampe o semplicemente un modo per far conoscere il mondo dei cani, in una connessione più intima e conscia delle dinamiche del regno animale.

E invece, anziché offrire corsi di formazione ed esperienze nella natura a pet mate e animali, Mezzasalma si è ritrovata, nel giro di tre anni ad accogliere circa cento cani all’interno di quella “collina” che, poco a poco, sembrava prendere le sembianze di un rifugio o di un canile e che, come tale, richiedeva un dispendio di denaro ed energie sempre maggiore. Oltretutto, quel progetto nato proprio per permettere a uomini e cani di vivere in piena sintonia con la natura, ad ogni nuovo recupero, si allontanava sempre di più dagli ideali per cui era nato, ostacolando l'educatrice nel suo lavoro e stressando gli animali presenti, che si sono ritrovati a vivere dentro una realtà che per forza di cose si è dovuta adeguare a degli standard non previsti inizialmente.

«In tre anni più di cento cani salvati, e sì cari colleghi salvati, perché erano cuccioli abbandonati o direttamente da me o vicino a me. Non ho mai e dico mai preso un randagio libero nel territorio. Magari potessero rimanere felici e liberi, sappiate che non è così – ha spiegato Mezzasalma – 100 cani in 1000 giorni sono una marea di soldi, di tempo, di emozioni belle e brutte. Belle perché è bello vederli crescere, brutte perché è brutto vederli morire. Ho superato di gran lunga i 40.000 euro.  Senza contare che non ho mai avuto lo spazio per poter lavorare. Si, anche lavorare è stato un problema da affrontare»

L’esperta in educazione cinofila è diventata, in maniera quasi forzata, una volontaria, ed ha lasciato trapelare sui social tutta l’amarezza e la rabbia di chi, dopo aver investito tempo, denaro e dedizione in un progetto più unico che raro in Sicilia, si è ritrovata a dover fare i conti con pratiche di adozioni e ordini di migliaia di euro tra cibo e farmaci, per far fronte all’emergenza del randagismo, che come un fulmine a ciel sereno si era abbattuta sulla sua struttura.

Se infatti l’educatrice aveva programmato di sfruttare quei sette ettari di terreno di sua proprietà per lavorare sulla relazione uomo-animale, i concittadini che abbandonavano cucciolate indesiderate davanti alla “Collina dei cani”  hanno contribuito a smontare a poco a poco i pezzi di quel puzzle che inizialmente a Mezzasalma era sembrato perfetto. Tra le cause alla base del complesso fenomeno del randagismo ci sono proprio i continui abbandoni delle cucciolate casalinghe, oltre che ovviamente alla mancata sterilizzazione di molti cani vaganti.

Proprio rivolgendosi ai suoi concittadini Maria si è lasciata andare a parole di rabbia e dispiacere: «Questo post è diretto sia ai cittadini di Acate perché li informo che io non mi occuperò più di nessun cane, perché ve lo scrivo in caratteri cubitali ci vuonu i sordi e ci vuonu tanti pirsuni pi ghiri a priessu a tutti st'armali [“ci vogliono i soldi e ci vogliono tante persone per stare dietro a tutti questi animali” n.d.r.]. Non finirò mai di dirlo dovete sterilizzare, sterilizzare e sterilizzare. Poi mi rivolgo a tutti quelli che ho chiamato, associazioni comprese, che bisogna stare più attenti, parlare meno e fare di più».

Non solo, Mezzasalma ha confessato la sua delusione nei confronti di molti suoi colleghi che in un primo momento l’avevano incoraggiata nella creazione del progetto per poi lasciarla da sola, in una terra in cui la mala gestione del randagismo fa da padrona. Ed è in questi termini che si è rivolta a loro: «Ed infine, sempre perché non voglio farla lunga, a tutti quelli del nord, compresi i colleghi, avevamo una possibilità per poter creare un sogno, un progetto. Per anni e anni avete detto basta staffette, basta cani del sud, ed ecco questi 7 ettari erano a disposizione per creare tutti insieme una realtà locale ed operare affinché qualcosa cambiasse QUA, si QUA. E non mi si venga a dire che in tutti questi 1000 giorni non ho fatto presente cosa stava accadendo».

Un sogno svanito, quello dell’educatrice, che vedeva nel suo progetto un punto di partenza per regalare una vita migliore a tutti i cani siciliani, randagi e non, in un’ottica di rispetto della loro natura e conseguentemente dei loro bisogni e desideri. Ad oggi, purtroppo, la “Collina dei Cani” non esiste più e chissà se un progetto del genere potrà approdare ancora in una regione che, come testimoniato diverse volte a Kodami, sembra essere dimenticata dalle istituzioni sotto il profilo dell’emergenza randagismo, di cui soffrono in maggior modo le associazioni di volontariato che si ritrovano spesso ad operare in solitudine.

Non solo, come spiegato anche dalla proprietaria della struttura, è da tempo ormai che gli stessi educatori ed istruttori cinofili si battono per chiedere alle autorità locali di non lasciare da soli i volontari e i cittadini che spesso, inconsapevolmente, improvvisano adozioni distratte pur di "salvare i cani" da territori in difficoltà. Uno dei tanti propositi di Mezzasalma era proprio quello di puntare sulle adozioni consapevoli e sulla trasmissione di un sapere cinofilo che potesse aiutare gli uomini ad instaurare relazioni sane ed equilibrate con gli animali, ma è bastato un recupero di un cucciolo abbandonato e poi un altro per un cane ferito, e l'idea dell'educatrice di poter rendersi utile alla comunità umana e animale, si è persa improvvisamente tra i sentieri di quella Collina che adesso conta solo sei cani presenti.

Riferendosi alla sua "Collina" e paragonandola ad una nave, Mezzasalma ha infine dichiarato: «È affondata! Dopo aver resistito come una nave per ben tre anni, navigato in mari aperti in mezzo a tutte le intemperie, è stata travolta da un'ultima tempesta ed infine si è inabissata. No, non ha fallito, si è solo trovata nel posto sbagliato nel momento sbagliato».

Alla "Collina dei cani" sono ancora presenti i cani Hello, Nilo, Zac, Beato, Itaca e Thelma in cerca di adozione in famiglie o rifugi che possano dare una mano a Maria Mezzasalma. Ogni cane ha ovviamente una storia diversa e di conseguenza una personalità unica.

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Per maggiori informazioni, se interessati all'adozione dei cani o a dare loro ospitalità in un rifugio, contattare Maria al numero 3497229016

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Federica Gennaro
Volontaria
Dottoressa in giurisprudenza all'Università degli studi di Palermo e volontaria animalista siciliana, sono operativa sul territorio nella gestione del fenomeno del randagismo. La scrittura e l'amore per gli animali sono da sempre le mie più grandi passioni e grazie a Kodami ho la possibilità di esprimerle al meglio.
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