Chiude lo zoo di Phuket. E l’annuncio, nella prima settimana di gennaio del nuovo anno, è già una grande vittoria. Perché la magnifica isola thailandese affacciata sul mar delle Andamane, paradiso del turismo internazionale dagli anni 80 e rinata dopo il tragico tsunami del 2004, detiene da sempre oltre alle sue meravigliose spiagge il triste primato dell’isola con il maggior numero di strutture dove gli animali vengono sfruttati a scopo turistico.
Elefanti, tigri, uccelli ma anche serpenti e scimmie popolano quelli che, per attrarre vacanzieri superficiali, vengono in genere indicati come santuari o affini, ma altro non sono che zoo di pessimo livello. Tra questi quello che viene comunemente indicato come lo “zoo di Phuket” famoso, dal 2011, per essere stato l’oggetto di una richiesta da parte di Peta perché si impegnasse a migliorare le condizioni drammatiche in cui erano costretti a vivere i suoi abitanti animali.
La chiusura dello zoo annunciato dalla Wildlife Friends Foundation of Thailand
L’annuncio della chiusura è arrivato tramite le pagine social della Wildlife Friends Foundation of Thailand, un’associazione internazionale che gestisce un santuario nella provincia di Phetchaburi. «Questa settimana – ha annunciato l’associazione a fine dicembre – insieme a Khun Lek Chailert di Elephant Nature Park, abbiamo ricevuto la notizia che lo zoo di Phuket chiuderà i battenti a causa di problemi economici. Lo zoo ha chiesto aiuto per reinserire le undici tigri e i due orsi che attualmente risiedono all’interno della loro struttura».
La WFFT si è subito offerta di prenderli in carico, per reinserirli negli spazi del suo santuario. «Il WFFT ha strutture e competenze per prendersi cura dei grandi carnivori e attualmente ospita più di 30 orsi: pensiamo quindi di poter fornire le migliori cure per tutta la vita a questi animali che richiedono un reinserimento urgente».
Lo zoo di Phuket: maltrattamenti, spettacoli forzati e diseducazione
Era stata l’organizzazione animalista internazionale Peta, alcuni anni fa, a lanciare un appello in difesa degli animali dello zoo di Phuket. «La maggior parte delle persone che visitano lo zoo sono sconvolte dal modo in cui sono tenuti gli animali – si leggeva nel testo della petizione – che sono alloggiati in gabbie anguste e sporche. Alcuni animali, come gli elefanti, sono incatenati, e sono liberati solo per esibirsi negli spettacoli. Tigri e scimmie vengono drogate per consentire ai visitatori di farsi foto con loro. A tutti gli animali viene impedito di fare cose che sono naturali e importanti per loro, come correre, arrampicarsi, cercare cibo, scegliersi un partner e trascorrere del tempo con altri della loro specie».
Ma basta aprire il sito di Tripadvisor e cercare lo zoo di Phuket per essere sommersi da una valanga di commenti negativi da parte dei visitatori. «Ho visto una scimmia forzata a fumare sigarette fino quasi a morirne», scrive inorridito nei commenti alle visite un turista che ha pagato il biglietto per vedere lo zoo a settembre 2021. «Un posto orribile per chiunque, ma soprattutto per i bambini. Incredibile che le autorità thailandesi gli permettano di rimanere aperti» scriveva un turista svedese nell’aprile 2020.
La raccolta fondi per sostenere il progetto di reinserimento
La Wildlife Friends Foundation Thailand, attraverso il suo fondatore Edwin Wiek, lamenta inoltre una situazione resa particolarmente disastrosa da un punto di vista economico dalla pandemia da Covid19 che ha costretto molte strutture turistiche a chiudere cercando di ricollocare altrove gli animali. «Da marzo 2020, con così pochi turisti e volontari arrivati sull’isola, stiamo lottando per nutrire e prenderci cura degli oltre 700 animali già presenti alla WFFT», spiega il fondatore.
Ma la situazione delle 11 tigri e dei 2 orsi è davvero disperata: necessitano di un reinserimento urgente. «Dobbiamo preparare recinti, salvare e impegnarci nella cura per tutta la vita di questi animali. In questo momento la Wildlife Friends Foundation Thailand semplicemente non ha i fondi per prendere questi nuovi animali. Questo il motivo per cui chiediamo donazioni a sostegno di questo progetto. Questo salvataggio non sarà un'impresa da poco per WFFT. Le risorse finanziarie necessarie per salvare e trasportare 13 grandi animali da Phuket alla sola WFFT saranno significative».
La WFFT contro il turismo che sfrutta animali
Fondata nel 2001 da Edwin Wiek grazie al sostegno dei monaci del Wat Khao Look Chang che hanno prestato un grande appezzamento di terra alla fondazione per ospitare gli animali salvati, la ong è impegnata attivamente a contrastare il turismo che sfrutta gli animali selvatici esibendoli come attrazioni. Lo fa con l’aiuto di altre organizzazioni, ma anche con il sostegno dei volontari che, da tutto il mondo, arrivano per trascorrere un periodo impegnandosi nelle attività dei santuario.
«Senza la dedizione dei volontari, la WFFT non sarebbe in grado di continuare ad aiutare questi animali. Abbiamo volontari da tutto il mondo. Per lo più, i volontari provengono da Europa, America, Australia e Nuova Zelanda, con un'ampia fascia di età dai 18 ai 75 anni. Rappresentano diversi background: da studenti con un anno sabbatico a disposizione, studenti e scienziati legati alla conservazione della fauna selvatica, o semplicemente pensionati. Il nostro obiettivo è cambiare le abitudini dei turisti internazionali che visitano la Thailandia, che inconsapevolmente alimentano il commercio illegale e lo sfruttamento e l'abuso della fauna selvatica della Thailandia».
Phuket: la meravigliosa isola che nasconde l’inferno per molti animali
Ma lo zoo di Phuket non è l’unica struttura che sfrutta gli animali per attrarre i turisti. Su Patak Road, arteria che l’attraversa, si può incontrare Il Phuket Cobra Show and Snake Farm, la “fattoria” che ospita circa 50 diversi tipi di serpenti. Un boa costrictor è considerato l'attrazione principale dello spettacolo, ma ci sono anche i coccodrilli, debitamente ammaestrati e sedati per il classico esercizio della testa dell’addestratore tra le fauci, e sfilate di serpenti che vengono tenuti a bada con lunghi bastoni.
Distribuito su 12 acri di giardini e terreni alla base di una collina si trova invece il Phuket Bird Park, un parco con quasi mille uccelli di circa 100 specie diverse provenienti principalmente dall'Asia, dall'Africa e dal Sud America. Oltre ad avere uccelli più piccoli come pappagalli e gazze, hanno anche struzzi, gru e pavoni colorati. I pappagalli possono essere nutriti con frutta e noci mentre la maggior parte degli altri uccelli sono alloggiati in gabbie di piccole e medie dimensioni.
Le tigri ammaestrate e sedate e gli elefanti che ballano e giocano a calcio
Tiger Kingdom si trova invece nel distretto di Kathu, ad un passo dalla spiaggia iper turistica e iper frequentata di Patong, ed è il posto dove andare se l’ambizione è quella di avvicinarsi molto alle tigri adulte o ai giovani cuccioli di tigre. C'è a disposizione un fotografo che può scattare le foto e il clou della visita è il ristorante con vista sulle tigri. Dolphins Bay Phuket invece è l’unico delfinario dell’isola. Qui delfini, foche e leoni marini si esibiscono in balletti e piroette lanciando palloni e cerchi di plastica. E ovviamente si lasciano toccare e accarezzare per le foto di rito senza battere ciglio. Ma siamo in Thailandia e gli elefanti hanno sempre un posto da superstar. A Phuket, in particolare, li si può vedere giocare a calcio tirando direttamente in porta, dipingere con un pennello gestito dalla proboscide, ballare in fila indiana e, ovviamente, trasportare anche fino a quattro turisti per volta comodamente seduti su un baldacchino di legno legato con cinghie di cuoio alla schiena del pachiderma. I posti sono tanti. Ad ottobre 2019 un turista inglese ha comprato un Safari Tour ECO+ (ancora disponibile su Tripadvisor). Alla fine ha lasciato scritto: «le scimmie sono incatenate in una gabbia. Gli elefanti vengono picchiati per farli camminare. I serpenti tenuti in condizioni sporche. Le scimmie sono state incatenate per fare lo spettacolo».
Foto di copertina: Le tigri allo zoo di Phuket in una foto del Wildlife Friends Fountation Thailand