Ancora un incidente durante una battuta di caccia. Questa volta nei boschi di Orco Feglino, nel savonese in Liguria, dove due cacciatori sono stati feriti dallo stesso animale che stavano per uccidere.
Uno dei due cacciatori è stato assalito dall'ungulato che lo ha ferito a una gamba e a una mano. Il compagno di battuta ha chiesto aiuto e sul posto sono arrivati gli uomini del Soccorso Alpino e Speleologico e i Vigili del Fuoco via terra, perché l'elisoccorso non poteva intervenire a causa del troppo vento. L'uomo è stato raggiunto, medicato e tarsportato fino alla strada dove è stato preso in consegna dal personale di una ambulanza che lo ha trasportato all'ospedale Santa Corona di Pietra Ligure.
Mentre veniva soccorso il primo cacciatore è arrivata un'altra richiesta d'aiuto per il cacciatore che in precedenza aveva avvertito il 112 per soccorrere il compagno: anche lui era stato assalito da un cinghiale, presumibilmente lo stesso che aveva ferito l'amico, mentre si stava ricongiungendo alla squadra. Anche per lui il trasferimento all'ospedale Santa Corona. Soltanto nel weekend appena trascorso si registrano due incidenti venatori di cui uno mortale: un cacciatore è stato impallinato da un compagno che lo aveva probabilmente scambiato per un cinghiale. Il mese di novembre si è aperto con la morte in Trentino di due uomini nel giro di 24 ore. Sul caso è stata aperta un'indagine dalla Procura di Trento per ricostruire la dinamica, ancora avvolta nel mistero, ma quel che è certo che i due cacciatori si trovavano in Val di Peio, pochi metri oltre i confini del Parco Nazionale dello Stelvio dove è ancora autorizzata la caccia al cervo.
I cacciatori in Liguria hanno imbracciato i fucili dal 2 ottobre per battute di caccia a squadre che termineranno 1 gennaio 2023, sino all'esaurimento del numero di esemplari annuale stabilito dalla Regione. Alla luce della Peste suina africana (Psa), l'applicazione del calendario venatorio regionale sul territorio è però subordinata alle misure di contrasto alla diffusione del virus e queste disposizioni sono invise ai cacciatori. Per via di un'indicazione ministeriale, infatti, vige il divieto dell'autoconsumo delle carni e l'obbligo di incenerire gli esemplari uccisi anche quando sono sani. La scorsa settimana i cacciatori della Liguria avevano indetto una protesta dichiarando di stoppare le battute di caccia ma, considerato quando accaduto ad Orco Feglino, evidentemente, non tutti hanno messo i fucili a terra.
Durante l'ultimo consiglio regionale, il consigliere regionale della Lega Alessio Piana (presidente della III commissione Attività produttive), ha presentato un ordine del giorno per chiedere al Governo la revisione dell'ultima ordinanza e di dare ancora più libertà ai cacciatori: «Nonostante Regione Liguria e i nostri Comuni si siano ben attivati per la salvaguardia del territorio, stante la carenza di risorse finanziarie da parte del Governo, l’emergenza della peste suina africana non si è ancora risolta e, a 10 mesi dall’inizio della Psa, non sono state avviate azioni efficaci per l’abbattimento dei cinghiali», sono le premesse di Piana.
«Come Lega chiediamo con forza al Commissario straordinario per la Psa e al Governo di rivedere l’ordinanza del 28 giugno 2022e di sostenere un’azione affinché le disposizioni legate alle attività dei volontari nella gestione dell’emergenza vengano semplificate e garantite rispetto ad eventuali rischi di azione penale. Inoltre, di disporre urgentemente interventi straordinari al fine di avviare rapidamente le attività di controllo e depopolamento dei cinghiali; deroghe per l’autoconsumo dei capi abbattuti da parte dei cacciatori; revisioni della zona infetta; reclutamento di personale per affrontare l’emergenza; stanziamenti economici per affrontare in maniera adeguata questa situazione straordinaria sul territorio della Liguria».