Il coccodrillo marino (Crocodylus porosus) e lo squalo bianco (Carcharodon carcharias) sono due dei più importanti carnivori presenti nell'oceano indiano. Il primo è l'unica specie dell'ordine dei Crocodylia che è in grado di allontanarsi dalle terre emerse per esplorare l'oceano ed è noto anche per essere il più grande rettile attualmente vivente sulla Terra. Il coccodrillo marino è anche l'animale con il morso più potente.
Lo squalo bianco, invece, è sicuramente la specie più nota fra gli elasmobranchi, oltre che la più temuta vista la sua forza e la sua agilità. E' anche il più grande pesce pescatore del pianeta, nonché il terzo pesce più grande in assoluto, subito dopo lo squalo elefante e lo squalo balena che sono filtratori. Le sue scene di caccia sono fra le più spettacolari e violente del mondo animale, visto che prende quasi sempre le sue vittime di sorpresa, dilaniando le carni.
Questi due grossi predatori, in apparenza così dissimili fra di loro, si trovano in realtà a condividere il proprio areale nel sud est asiatico, al largo delle coste indonesiane, australiane, delle Filippine, dell'India e del Myanmar. Per quanto quindi possa sembrare strano che vengano in contatto, questi due animali possono scontrarsi tra di loro e uccidersi a vicenda, pur di eliminare un potenziale competitor.
Considerando la struttura anatomica, il comportamento e l'attitudine agli scontri fisici delle due specie, è indubbio che in un eventuale scontro in mare aperto lo squalo bianco ne uscirebbe avvantaggiato, considerando che il suo corpo si è evoluto per milioni di anni per nuotare nell'oceano e sorprendere la preda. Tuttavia anche il coccodrillo marino ha qualche arma a suo vantaggio che gli consentirebbe di sopravvivere allo scontro.
Prima d'inoltrarci nei paragrafi in cui andremo a parlare dei vari parametri di forza e agilità, che potrebbero rivelarsi fondamentali in un eventuale scontro fra questi due animali, dobbiamo però chiarire alcuni punti relativi a questi due animali. È possibile infatti che lo squalo bianco attacchi un coccodrillo, scambiandolo per qualche altra preda. Quest'ultimo, infatti, quando si sposta in acqua si muove molto più vicino alla superficie rispetto l'avversario, lasciando sotto di sé un'ombra che potrebbe confondere lo squalo.
Lo stesso fenomeno si osserva quando uno squalo attacca per errore i surfisti. Spesso gli esseri umani vengono infatti aggrediti dagli squali non tanto perché apprezzino il gusto della nostra carne, ma perché l'ombra della tavola da surf, visibile sott'acqua, li induce a credere che in superficie ci sia una delle prede che apprezzano tanto (un tonno, una foca, un leone marino o un delfino).
I coccodrilli marini, invece, proprio per limitare il pericolo di venire attaccati, quando si allontanano dalla piattaforma continentale o dalla costa di un isola tendono a incamerare aria in superficie e a nuotare parecchi metri sotto il pelo dell'acqua, così da non diffondere ombre in grado di attivare l'istinto predatorio degli squali. Quando si trovano inoltre vicino la terra ferma, per loro è più facile accorgersi di star per essere attaccati da uno squalo. In questo caso, possono reagire preventivamente e – tramite uno scatto – sfuggire dalla mira del pesce e contrattaccare.
Coccodrillo o squalo: chi è più forte?
Entrambi questi predatori sono due pesi massimi dei corrispettivi gruppi di appartenenza, ma per stabilire chi è più forte fra i due in acqua dobbiamo considerare le loro modalità di caccia.
Lo squalo solitamente attacca le prede dal basso verso l'alto e il suo morso può anche raggiungere i 4 000 newton, esercitando così una pressione mascellare di 41 kg/cm². Gli scienziati, tuttavia, quando misurano la potenza di un morso, per confrontarla con quella di altre specie, usano un altro metro di misura: lo PSI. Essa indica la pressione che si verifica quando un'area di 1 pollice quadrato viene sottoposta a una pressione di 1 libbra di forza.
Gli squali bianchi con un morso possono raggiungere i 2000 PSI, anche se determinati studi effettuati sugli esemplari più grossi hanno dimostrato come questi animali possono raggiungere i 4000 PSI.
Dal canto loro, i coccodrilli marini hanno il morso più veloce e potente presente in natura, superando di gran lunga la potenza degli squali. Un loro morso può esercitare 16 414 newton e una pressione di 167 kg/cm². Questo comporta che possono superare tranquillamente i 5000 PSI e che le loro mascelle possono chiudersi a scatto in meno di 50 millisecondi. Questo rende il coccodrillo marino un predatore formidabile, in grado di provocare seri danni anche agli animali più grossi.
Se dovessimo quindi valutare esclusivamente la potenza fisica, potremmo dire che il coccodrillo è l'animale più forte, avendo il morso più devastante e veloce in assoluto, ma spesso ci dimentichiamo che per comprendere l'esito di uno scontro non possiamo solamente confrontare la forza di due contendenti. È necessario considerare anche altri fattori e l'ambiente circostante.
Agilità
Entrambi questi animali sono estremamente veloci in acqua, ma solo lo squalo si è perfettamente adattato all'oceano. Questo comporta che abbia maggiore dimestichezza nel nuoto e sia molto più agile di qualsiasi altro avversario possa incontrare in mare aperto. La sua velocità può infatti superare tranquillamente i 56 km/h e quando sono più piccoli possono raggiungere velocità ancora maggiori.
I coccodrilli marini, dal canto loro, possiedono una velocità che può raggiungere dei picchi di 18 – 35 km/h, anche se la loro velocità abituale è molto più bassa, assestandosi ai 5-10 km/h a secondo della dimensione e della fase del giorno. Questo non gli permette ovviamente di vincere una gara di velocità contro gli squali, ma gli consente di allontanarsi sufficientemente quando vengono presi di mira.
I coccodrilli sono molto più veloci nel mordere: se si trovano quindi vicino ad un pericolo, attaccano il nemico arrecando vari danni all'altezza delle pinne. In tal modo possono persino riuscire a menomarlo per sempre, provocandogli dei danni tali da renderlo anche inoffensivo.
La velocità del morso dei coccodrilli può rivelarsi anche molto utile per immobilizzare gli squali più giovani, afferrandoli immediatamente dietro la mascella. In questo modo, i coccodrilli possono sbarazzarsi degli squali più imprudenti che possono tal volta inoltrarsi nei canali salmastri sulla terraferma.
Ma affrontare un adulto in mare aperto è sicuramente una sfida più impegnativa per loro: gli squali infatti possono cambiare direzione in meno di un secondo e offrire all'avversario la loro arma più micidiale: le diverse fila di denti appuntiti, in grado di abbattere qualsiasi tipologia di nemico.
Tattiche di attacco e di difesa
Lo stile di caccia di questi due predatori è molto simile: entrambi cercano di avvicinarsi alla loro preda, tentando di mantenersi nascosti fino all'ultimo minuto, per poi scattare velocemente verso l'alto, aprendo le fauci così da aumentare le proprie chance di cattura. Poi, afferrando la preda tramite la bocca, entrambi questi cacciatori cercano di scuoterla e di portarla sott'acqua, così da farla morire per annegamento o a seguito dello choc provocato dalla perdita di sangue e dalle ferite.
Esiste tuttavia una grande differenza fra i due stili di caccia. Solitamente lo squalo bianco ha una maggiore rincorsa, rispetto al coccodrillo, quando punta una preda. Un fattore che rende i suoi morsi ancora più devastanti, in grado di stordire anche gli animali più grossi nel momento esatto in cui impatta con la vittima.
I coccodrilli, invece, per velocizzare lo smembramento e l'abbattimento delle prede, cercano di afferrarla bene con la bocca, di trascinarla in fondo e solo allora cominciano a rotolarsi su sé stessi, in modo tale da spezzargli le ossa e smembrarne la carne.
Questi comportamenti si osservano anche quando questi due animali si confrontano in mare aperto, ma per i coccodrilli è possibile sfuggire all'aggressione tramite alcuni modi. Innanzitutto, possono accorgersi che sotto di loro sta per arrivare uno squalo, decidendo di allontanarsi da esso con una spinta in grado di metterlo al sicuro. A quel punto, possono rivolgere la loro bocca verso l'avversario, cercando di prenderlo di sorpresa prendendo di mira le pinne o la zona immediatamente dietro la testa.
Lo squalo bianco, invece, può anche decidere di nuotare più veloce e di colpire il coccodrillo all'addome, così da concludere lo scontro velocemente, uccidendolo con alcuni morsi ben piazzati.
Nel caso in cui invece lo squalo nuoti a pelo dell'acqua, la situazione sarebbe molto differente. Lo squalo non potrebbe infatti utilizzare la sua classica rincorsa per stordire velocemente l'avversario e il coccodrillo si potrebbe accorgere ancora prima dell'arrivo di un pericolo, decidendo di attaccare preventivamente. In tal modo, potrebbe costringerlo alla fuga e ferirlo.
Di solito questi scontri avvengono nei pressi della costa e in effetti su Internet sono presenti diversi video che testimoniano come i coccodrilli riescono a scacciare gli squali, prima che vengano morsi. Al largo, tuttavia, la situazione si ribalta e spesso sono i coccodrilli a finire vittima degli scontri, anche perché indeboliti dal lungo viaggio in mare aperto.
Coccodrilli marini e squali bianchi non sono però destinati a confrontarsi costantemente o ad attaccarsi a vicenda, quando si trovano nei pressi dello stesso territorio. In maniera scaltra, infatti, questi predatori possono anche decidere di convivere pacificamente, tanto da condividere le stesse risorse.
Le ragioni che si celano dietro questa scelta singolare sono molte. In primis, sanno che attaccarsi a vicenda è molto pericoloso. In natura, un predatore attacca infatti raramente un altro predatore, per paura di perdere lo scontro e di finire vittima della propria stessa cupidigia. Per questa ragione nella maggioranza dei casi gli scontri sono avvenimenti accidentali. Inoltre, l'oceano garantisce a questi due grandi predatori molteplici risorse, che possono spartirsi tranquillamente senza instaurare delle lotte.
Per esempio, quando questi due animali si trovano dinnanzi al cadavere di una balena morta, si spartiscono la carne dell'immensa preda (quasi) tranquillamente, accettando la presenza degli altri predatori o banchettando a turno, come è stato possibile vedere in un video pubblicato qualche anno fa, ripreso tramite un drone che sorvolava l'oceano.
Coccodrilli marini e squali non sono quindi nemici obbligati per natura e in taluni casi possono sopportarsi a vicenda, così da aumentare le chance di ottenere un maggior numero di prede.