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7 Ottobre 2024
20:00

Chi sono i bandicoot: i marsupiali che hanno ispirato il celebre videogioco degli anni 90

I Bandicoot sono tra gli animali più famosi dei videogiochi grazie al personaggio di Crash, ma come sono veramente questi animali in natura?

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Considerato uno dei videogiochi più importanti degli anni Novanta, Crash Bandicoot ha accompagnato generazioni di giocatori all'interno del variegato e colorato mondo del gaming, dimostrandosi sin da subito un personaggio in grado di trainare le vendite dei titoli di cui era protagonista.

Comparso per la prima volta nel 1996 con la pubblicazione del primo titolo omonimo della saga, Crash Bandicoot è un marsupiale delle dimensioni di un essere umano che mantiene tuttavia alcune caratteristiche animali come la pelliccia, il comportamento istintivo, il naso a punta e le orecchie.

L'aspetto insolito del suo personaggio è stato tratto dal bandicoot fasciato orientale, noto alla scienza anche come Perameles gunnii: una piccola specie che si trova attualmente in Tasmania e in alcune regioni isolate dell'Australia meridionale.

All'interno dei videogiochi, il principale compito di Crash è affrontare il suo acerrimo nemico Neo Cortex, uno scienziato pazzo che possiede diversi stereotipi già presenti in altri personaggi della letteratura e dei giochi degli anni Novanta come il dottor Robotnik, noto all'estero come dottor Eggman, che ha come suo acerrimo nemico la mascotte dell'azienda SEGA: Sonic. 

Chi sono i bandicoot?

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I veri bandicoot sono piccoli marsupiali delle dimensione di un coniglio,  appartenenti all'ordine dei peramelemorfi. Il loro nome generico è la forma anglicizzata di una parola indigena locale, "telugu pandi-kokku", che significa letteralmente "ratto-porco", per via della forma del suo cranio. Un tempo diffusi in tutta l'Australia e in diverse isole del sud est asiatico, questi animali hanno perso buona parte del loro areale nel corso degli ultimi millenni, per via dell'arrivo dell'uomo e di nuove specie (come cani e gatti) in grado di cacciarli.

Attualmente esistono 19 specie di bandicoot, oltre al Perameles gunnii che ha ispirato gli sviluppatori di Crash, molti dei quali sono a rischio d'estinzione, sebbene possono vivere in varie tipologie di habitat – dalle foreste della Papua Nuova Guinea al deserto australiano, fino ad alcune praterie della Tasmania.

Sempre più spesso si trovano in difficoltà per colpa della deforestazione, del cambiamento climatico e per la siccità che hanno ridotto enormemente le dimensioni delle popolazioni.

Le femmine di bandicoot sono munite di ben 8 capezzoli, tutti visibili all'altezza del loro addome: ciò è molto strano, poiché questa specie dà alla luce nidiate composte al massimo da 5 cuccioli. L'esistenza dei capezzoli sovrannumerari viene spiegata dagli scienziati tramite la teoria della competizione alimentare: i cuccioli di alcune specie possono entrare in competizione con i propri fratelli per ottenere una maggiore quantità di risorse e per ridurre questo pericolo ecco che le femmine forniscono ai loro piccoli una maggiore possibilità di scelta per nutrirsi.

Le diverse specie di bandicoot

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Gli scienziati dividono i bandicoot in tre sottofamiglie distinte. La prima, quella dei Peramelinae, si divide a sua volta in tre generi: il gruppo dei bandicoot dal naso corto (genere Isoodon), il gruppo dei bandicoot dal naso lungo (genere Perameles) e infine il genere Ischnodon, che presenta solo una specie fossile.

Poi abbiamo la sottofamiglia Peroryctinae che dispone di un unico genere, quello dei bandicoot dal naso lungo della Nuova Guinea. Infine abbiamo la sottofamiglia Echymiperinae che contiene diversi appartenenti al genere Echymipera, come i bandicoot spinosi della Nuova Guinea, e ai generi Microperoryctes, come il bandicoot di Papua.

Tra le specie più note in assoluto c'è il Perameles gunnii che ha dato il nome all'intera famiglia di animali, il Perameles bougainville, conosciuto anche come marl, il Perameles nasuta, una delle specie con il naso più lungo, l' Echymipera rufescens e l'Echymipera clara. 

Cosa mangiano i bandicoot?

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Tutte le specie di bandicoot sono onnivori. Mangiano principalmente semi, insetti, vermi e lombrichi di vario tipo e anche bacche, frutta, steli di erba e, quando disponibili, diverse specie di graminacee. Quando soffrono la fame e stanno affrontando il periodo della siccità, alcune specie possono persino attuare il cannibalismo e uccidere i loro stessi piccoli per sopravvivere.

Considerando le dimensioni, questi animali hanno raramente bisogno di acqua. Assumono infatti buona parte dei liquidi necessari per il loro metabolismo tramite il cibo (in maniera simile a come fanno gli orsi polari del polo nord) e quando si trovano ad abitare in regioni desertiche possono anche trarre l'umidità dal suolo, tramite la rugiada che si deposita nel primo mattino, di seguito alla condensazione del vapore acqueo.

Come vivono nel loro ambiente?

In genere questi animali si riproducono una o due volte all'anno, con i piccoli che accompagnano la madre fino allo svezzamento, 60 giorni dopo la nascita. Per buona parte dell'anno completamente solitari, per sfuggire ai predatori e all'elevate temperature del giorno, molte specie di bandicoot vanno invece a caccia durante le ora notturne, una condizione che li rende però esposti all'attacco dei gufi e di altri predatori serali.

Difendono il loro territorio dagli intrusi appartenenti alla loro specie in maniera molto violenta e i maschi secernono delle sostanze odorifere, da delle ghiandole nascoste che possiede su orecchie, bocca, marsupio e cloaca. Se da una parte tali odori allontanano gli altri maschi, essi possono però anche fungere da attrattore per le femmine, almeno durante la stagione riproduttiva.

Di comportamento schivo e timoroso, un bandicoot raramente cercherà invece di difendersi quando incontrerà un predatore. La loro principale forma di difesa contro gli assalti degli altri animali è infatti la fuga, che li spinge a nascondersi all'interno delle loro tane sotterranee.

Durante la stagione riproduttiva, gli scontri tra maschi possono infine concludersi anche con la morte dell'esemplare più debole, sebbene in diversi casi lo sconfitto cerca di aver salva la vita, sottomettendosi al vincitore.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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