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29 Agosto 2024
13:23

Chi è lo squalo tigre sospettato di aver decapitato un ragazzo di 16 anni in Giamaica

Uno squalo tigre avvistato in Giamaica è sospettato di aver ucciso e mutilato, decapitandolo, un pescatore subacqueo di 16 anni. Questa specie è coinvolta spesso in attacchi "non provocati" alle persone, ma i motivi non hanno a che vedere con la presunta aggressività di questa specie.

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Si chiamava Jahmari Reid il ragazzo di 16 anni uscito dalla sua casa in Giamaica per fare pesca subacquea e ritrovato decapitato il giorno dopo. È successo nella cittadina turistica di Montego Bay e il principale sospettato per l'accaduto è uno squalo tigre che era stato avvistato in zona nei giorni precedenti.

Il ragazzo si era allontanato dall'abitazione il lunedì per fare pesca subacquea, una passione che coltivava da tempo. Tuttavia quando la sera non è rientrato a casa la famiglia ha dato l'allarme, e il martedì i sommozzatori hanno rinvenuto il corpo senza la testa. Il braccio sinistro, anche questo mancante, è stato trovato poco distante, in un'area dov'era presente anche uno squalo tigre.

I sommozzatori avrebbero quindi tentato di sparare all'animale sperando di recuperare la testa del giovane, confermando così anche l'effettivo coinvolgimento dello squalo nella morte, ma i tentativi sono andati tutti  a vuoto.

Come hanno affermato le autorità locali, l'episodio di Montego Bay è un evento estremamente raro per l'isola caraibica. Secondo gli ultimi dati forniti dall'International Shark Attack File (ISAF) del Museo della Florida, sono solo tre gli attacchi di squali non provocati in Giamaica dal 1749 ad oggi, come si vede nella mappa interattiva fornita dall'istituto.

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Il caso di Reid però potrebbe non rientrare tra questi. L'ISAF definisce come «non provocati» tutti quegli attacchi frutto di un incidente che si verifica «senza alcuna provocazione da parte dell'uomo». Gli attacchi provocati comprendono una interazione iniziata dall'essere umano. Questi includono sia casi in cui i subacquei vengono morsi dopo aver cercato di toccare gli squali, ma i pescatori subacquei sono a rischio anche senza una provocazione diretta, questo perché gli squali possono mordere una persona per errore durante la frenesia indotta dal cibo, come ad esempio un pesce appena pescato.

Ciò avviene più frequentemente in posti molto turistici dove le attività locali sponsorizzano lo snorkeling con gli squali e per attirarli abitualmente usano proprio del pesce. Questo è uno dei motivi per cui non bisogna mai alimentare la fauna selvatica.

Gli squali bianco, toro e tigre sono i "Big Three" nel mondo degli attacchi sia perché si tratta di quelli più spesso riconosciuti o scambiati per altre specie meno note; in più sono animali di grandi dimensioni in grado di infliggere gravi ferite alla vittima, si trovano comunemente in aree in cui gli esseri umani entrano in acqua e hanno denti progettati per tagliare piuttosto che trattenere.

Lo squalo tigre (Galeocerdo cuvier) in particolare è un pesce cartilagineo della famiglia Carcharhinidi che prende il nome dalle caratteristiche strisce scure sul corpo, simili a quelle del grande felino. Può raggiunge una lunghezza media compresa tra i 3,4 e i 4,3 metri. I maschi sono più piccoli delle femmine che possono raggiungere dimensioni eccezionali: nel 1957 è stato catturato un individuo lungo 7,4 metri e pesante 1.414 chili.

Nonostante le dimensioni notevoli, lo squalo tigre pur non essendo a rischio di estinzione viene considerato prossimo alla minaccia dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Il suo habitat sono gli ecosistemi delle aree costiere, ed è stato segnalato anche negli estuari dei fiumi e nei porti. Vive nelle acque salate subtropicali e tropicali, in particolare sulla costa orientale del Nord America e sulla costa orientale del Brasile, ma popolano anche le coste di Cina, India, Africa, Giappone e di molte isole dell'Oceano Pacifico, in particolare l'arcipelago delle Hawaii.

Questa possimità con l'uomo causa non pochi problemi come aveva segnalato a Kodami l'etologa dell'Università di Milano Federica Pirrone: «L'ambiente poco profondo e le acque particolarmente calde potrebbero rappresentare, secondo i ricercatori, un luogo di rifugio per le femmine che non hanno ancora raggiunto la maturità sessuale. Secondo lo Shark Research Centre di Miami, però, nell'analisi di questo comportamento è indispensabile considerare anche l'abitudine, attuata da parte di alcune agenzie turistiche, di nutrire gli squali nei pressi dei luoghi dove avvengono le escursioni. Questa pratica è assolutamente sconsigliabile e può modificare il comportamento degli animali anche a lungo termine».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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