Gli squali martello sono un gruppo di squali che formano la famiglia Sphyrnidae e il loro nome deriva dal fatto che la forma della testa ricorda proprio quella di un classico martello: infatti, il corpo corrisponderebbe al manico, mentre la testa alla parte dura con cui si schiacciano i chiodi.
La famiglia Sphyrnidae comprende ben nove specie di squali martello, le quali si differenziano tra loro sostanzialmente per la grandezza e per la forma della caratteristica testa. Tra le nove specie, Sphyrna tiburo presenta la testa di minori dimensioni, mentre Eusphyra blochii è caratterizzato dalla testa più grande.
Solo una specie è presente regolarmente nei nostri mari: lo squalo martello liscio, noto anche come pesce martello, che può raggiungere una lunghezza di quattro metri. In generale, tuttavia, tutte le specie di squali martello abitano prevalentemente le acque più calde lungo le coste di tutto il mondo. Talvolta, questi squali possono formare grandi gruppi per spostarsi alla ricerca di acque con temperature più favorevoli.
L'evoluzione dello squalo martello
Per comprendere il vantaggio dell'avere una testa a martello così ingombrante, è necessario esaminare l'evoluzione di questi squali.
Gli squali moderni sono apparsi sulla Terra circa 400 milioni di anni fa: sono più vecchi dei dinosauri e appartengono al 5% delle specie sopravvissute ai grandi eventi di estinzione di massa. Nel corso del tempo, sono esistite numerose specie particolari, come lo squalo con un dente a forma di motosega o quello con una sorta di incudine sulla testa, ma molte di queste specie si sono presto estinte. Circa 20 milioni di anni fa, però, è apparso un nuovo squalo dall'aspetto decisamente insolito: lo squalo martello.
Gli studiosi non sono ancora del tutto certi della funzione precisa della caratteristica testa degli squali martello. I potenziali vantaggi potrebbero essere molteplici, ma non è chiaro quale sia quello determinante che ha contribuito al successo evolutivo di questa specie. È probabile che si tratti di un insieme di fattori che, combinati, hanno favorito la loro sopravvivenza e proliferazione.
A cosa serve la testa a martello
Il martello può avere la stessa funzione delle ali anteriori di un aereo: agisce come un timone che consente allo squalo di cambiare direzione rapidamente. Di fatto, durante la caccia, questa conformazione gli permette di nuotare in linea retta e in un attimo girarsi girarsi per afferrare la preda, senza lasciarle alcuna possibilità di fuga. Questa abilità è essenziale per lo squalo martello poiché, a differenza degli altri squali che inseguono le prede, esso caccia razze che vivono sul fondo del mare, sulla sabbia, o pesci velocissimi come le aringhe. Queste prede si muovono rapidamente e in modo irregolare e lo squalo martello riesce a seguirle grazie alla sua testa che gli conferisce un’agilità unica, non riscontrabile in nessun altro squalo.
Questa caratteristica, quindi, ha permesso allo squalo martello di occupare una nicchia ecologica specifica non sfruttata da altri squali.
Il ruolo degli occhi negli angoli della testa
Alle estremità del martello si trovano due grandi occhi le cui visioni sembrano non incrociarsi mai. In realtà, è stato scoperto che lo squalo martello, grazie alla sua testa larga, non solo possiede un campo visivo più ampio rispetto agli squali “tradizionali”, riuscendo a vedere quasi a 340°, ma ha anche un campo binoculare quasi quattro volte maggiore rispetto a tutti gli altri. Per campo binoculare, si intende quella porzione in cui il campo visivo dell'occhio destro e quello dell'occhio sinistro si sommano, dando all'osservatore il senso della profondità, così da comprendere con esattezza la distanza rispetto a oggetti o altri individui.
Questo significa che la percezione della profondità dello squalo martello è notevolmente superiore rispetto a quella degli altri squali, conferendogli un netto vantaggio nella cattura delle prede.
Il potere delle ampolle di Lorenzini
I numerosi pori presenti sulla faccia degli squali si definiscono ampolle di Lorenzini e costituiscono speciali organi di senso in grado di rilevare vibrazioni e campi elettrici impercettibili e invisibili nell’acqua. Questi campi elettrici sono prodotti dai movimenti dei pesci o di qualsiasi organismo marino che si muove nuotando, contraendo i muscoli. In altre parole, le ampolle di Lorenzini forniscono uno screening completo sulla navigazione e sulla preda.
Lo squalo martello, dunque, vista l'ampiezza della sua testa ha più pori elettrosensoriali rispetto agli altri squali, distribuiti su un’area più ampia. Questo aumenta notevolmente la probabilità di individuare una preda, conferendogli un netto vantaggio sugli altri squali e consentendogli di cacciare con maggiore efficienza.
Quanto è pericoloso lo squalo martello?
Pensare che gli squali siano aggressivi nei confronti dell'essere umano è un errore: infatti, la probabilità di essere attaccati da uno squalo è di 1 su 3.750.000, quindi è più probabile essere colpiti da un fulmine piuttosto che da uno squalo. La realtà è che è l'essere umano a essere spietato nei confronti dell0 squalo, minacciandone la sopravvivenza attraverso la pesca indiscriminata, la distruzione del loro habitat e il commercio delle loro pinne.
Nello specifico, lo squalo martello spesso incontra subacquei e nuotatori lungo le coste e, anziché attaccare, si allontana timidamente. Tutte le nove specie di squalo martello sono a rischio estinzione e, nonostante questa evidenza, l'uomo continua a catturarli, tagliare le loro pinne e scartare il resto del corpo, rigettando lo squalo in acqua ancora vivo, dove muore lentamente perché non è più in grado di nuotare.