Recentemente i social media sono stati invasi da un misterioso filmato che ha catturato l'attenzione di molti, alimentando teorie stravaganti tra cui l'ipotesi che l'animale ripreso sia una "strana foca" o addirittura una creatura generata con l'intelligenza artificiale.
Abbiamo deciso di approfondire e così abbiamo risolto il mistero: la creatura in questione è, in realtà, un'imponente anguilliforme, ovvero fa parte del gruppo di pesci a cui appartengono anche le comuni anguille che tutti conosciamo.
Abbiamo contattato il biologo Daniele Pieracci che così ha gettato luce sulla questione, smontando le teorie più fantasiose e svelando la vera identità dell'animale. Anche se le immagini del filmato non forniscono dettagli sufficienti per una diagnosi precisa al livello di specie, l'esperto sostiene che: «pur non potendo osservare con precisione i caratteri diagnostici dal video, posso escludere alcune possibilità. Inizialmente, avrei pensato a una morfologia tipica dell'Anguilla australis, ma le dimensioni stimate fanno propendere maggiormente verso le cosiddette anguille "longfin". Quindi, la scelta si restringe tra Anguilla dieffenbachii e Anguilla reinhardtii, a seconda che l'animale provenga dalla Nuova Zelanda o dall'Australia. Propenderei per la prima opzione, considerando l'assenza della caratteristica marmoreggiatura dorsale».
L'anguilla longfin della Nuova Zelanda, conosciuta anche come ōrea, rappresenta un'esclusiva specie di anguilla d'acqua dolce endemica del paese. È la più grande tra le anguille d'acqua dolce neozelandesi e la sola specie autoctona, distinguendosi dalle altre presenti nel territorio come l'anguilla pinna corta (Anguilla australis), presente anche in Australia, e l'anguilla pinna lunga australiana (Anguilla reinhardtii) che è stata introdotta.
Le anguille longfin, caratterizzate da una longevità notevole, intraprendono migrazioni nell'Oceano Pacifico vicino a Tonga per completare il loro ciclo riproduttivo. Sono anche abili arrampicatrici e si trovano comunemente nei corsi d'acqua e nei laghi più interni.
Considerate una risorsa alimentare tradizionale di grande importanza per i Māori, che le chiamano ōrea, queste anguille stanno affrontando una significativa riduzione della popolazione e sono perciò classificate come a rischio di estinzione. Tuttavia, nonostante ciò, vengono ancora pescate commercialmente oltre cento tonnellate ogni anno.
Questo chiarimento dimostra quanto sia facile lasciarsi ingannare dalle apparenze, specialmente in un'epoca in cui le immagini possono essere facilmente manipolate o fuorvianti. È un monito a tutti noi su quanto sia importante informarsi adeguatamente prima di trarre conclusioni affrettate, specialmente quando si tratta di fenomeni virali sui social media.
Lasciarsi guidare da speculazioni e risposte non verificate può solo alimentare dubbi e incertezze, mentre la ricerca accurata della verità è ciò che ci permette di comprendere appieno il mondo che ci circonda.