Le misure di conservazione sono fondamentali per garantire la salvaguardia della biodiversità ma sono molto più efficaci se affiancate dal coinvolgimento delle comunità locali. A dimostrarlo è un nuovo studio che evidenzia come il pesce persico pigmeo, specie in via di estinzione, è tornato a Bendigo, Victoria, grazie all'aiuto dei ricercatori della Flinders University in collaborazione con gruppi di cittadini. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Conservation Science and Practice.
Il pesce persico pigmeo meridionale (Nannoperca australis) è una specie ittica d'acqua dolce che un tempo popolava abbondantemente le acque del bacino del Murray-Darling, vasta area nell'entroterra sud-orientale dell'Australia. Purtroppo, nel corso del tempo le sue popolazioni hanno subito un drastico declino per via, come al solito, delle azioni dell'uomo, tra cui l'introduzione di specie invasive come la carpa, la perdita e frammentazione dell'habitat naturale, la siccità e gli incendi boschivi. Questo ha convito il governo locale, i gestori del territorio, gli appassionati di pesca, un’azienda di acquacoltura e ricercatori della Flinders University ad unire le loro forze per aiutare questa specie a riprendersi.
Hanno dato via, così, ad un progetto nel quale ognuno faceva la propria parte. I volontari della comunità locale hanno lavorato per migliorare le condizioni delle zone umide della regione e hanno catturato alcuni esemplari dai fiumi per trasferirli nel centro di acquacoltura. Qui si sono riprodotti e dopo un anno sono stati rilasciati con successo ben 600 pesci, grazie anche alla supervisione del Laboratorio di Ecologia Molecolare della Flinders University (MELFU). I ricercatori del laboratorio, infatti, hanno utilizzato tecniche di analisi genetica per assicurare il successo della reintroduzione. Ma così non c'è il rischio che si creino casi di consanguineità?
Questa specie è tenuta sott'occhio da almeno un decennio, infatti è risaputo che ha una diversità genetica estremamente bassa e, poichè riprodurre animali lontani dal loro habitat naturale può causare l'insorgere consanguineità, il team ha valutato il progetto assicurandosi che non si verificassero situazioni compromettenti al fine di massimizzare le possibilità di sopravvivenza della specie in natura.
Ebbene, grazie alla grande dedizione e collaborazione dei diversi componenti del team, non solo non è stata ridotta la diversità genetica del pesce persico pigmeo, ma i dati ottenuti dalle azioni di monitoraggio hanno confermato che la sua popolazione è in forte espansione. Ma non è finita qui: il progetto ha avuto così tanto successo da essere preso come spunto per la reintroduzione non solo del pesce persico, ma anche di altri pesci minacciati, in tutta la regione.
Questo studio è la dimostrazione di come basti un minimo di collaborazione e di forza di volontà per cambiare in meglio le cose. I ricercatori sono entusiasti dei risultati raggiunti e si augurano che questa ricerca possa essere d'esempio per studi futuri.